Lunedi' I Novembre 2004: Elliott Smith

FROM A BASEMENT ON THE HILL (Domino)



“Le mie canzoni non mi sembrano tristi… Quando vedo un film che mi commuove, ad esempio, generalmente e’ un’esperienza triste, ma contemporaneamente felice”. Parola di Elliott Smith. “From a basement on the hill”, il testamento di questo sfortunato cantastorie della Costa Ovest, e’ un disco di atmosfere agro dolci. Realta’ filtrata attraverso un caleidoscopio psichedelico. Canzoni che sanno regalarci momenti di commozione, nelle quali l’angoscia esistenziale e la richiesta di aiuto dei testi si stemperano in suoni che devono molto a Brian Wilson, Lennon/ McCartney, Alex Chilton. Folk-pop prezioso come in “Pretty (ugly before)” o “A passing feeling” (“E’ incredibile quanto aiuto ho bisogno soltanto per esistere”). Storie di angeli in fuga da tutto, sotto i cieli della provincia americana. Cosa sarebbe stato questo disco se avesse avuto il tempo per completarlo?

PS: Elliott lo conobbi anni fa per caso, prendendo un ascensore. La porta si apri’ e c'era questo ragazzo gentile, che mi saluto’ con un sorriso. Lo riconobbi immediatamente e non solo perche’ aveva una chitarra (con l’adesivo di Kill Rock Stars). Scambiammo alcune parole in ascensore e poi nella hall dell’albergo nel quale stavamo tutti e due, prima di andare via, presi dai rispettivi impegni. Avrei voluto, avrei dovuto, conoscerlo meglio.

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