Entrance



Cerco di distrarmi, di vivere normalmente.

Guardo gli autobus che passano a Ludgate Circus, strapieni al piano inferiore e vuoti a quello superiore.

Ieri la Central Line e' stata fermata per un pacco sospetto e la gente si e' dileguata in una frazione di secondo.

A Liverpool Street station vedo pannelli con foto e la scritta: "Have you seen them?". Tetre presenze che ci ricordano quello che vogliamo dimenticare.

Esco dalla stazione e mi dirigo verso Spitafields Market. Allo Spitz stasera suonano gli Entrance.

Il loro "Wandering stranger" suonava come la versione blues di Devendra Banhart ed era stato ospite parecchie volte nel mio lettore quest'Inverno.

Lo Spitz e' ancora quasi vuoto alle 9.30 quando Guy Blakeslee sale sul piccolo palco. Quaranta persone al massimo. Giri blues, voce che ricorda Tim Buckley, elettricita'. Lui non sembra il dandy sulla copertina di "Wandering stranger", ma un hippie provato da giorni di vita on the road. Poi, al secondo pezzo sale sul palco una graziosa presenza femminile. Suona campanellini, tiene il ritmo con i piedi e battendo i tasti di una vecchia macchina per scrivere.

Guy Blakeslee sembra distratto, svogliato. Pare di assistere a una prova. I musicisti si guardano, lui e' visibilmente innamorato di lei. Il pubblico e' come se non esistesse, non c'e' contatto, manca ogni tentativo di comunicazione. Guy chiede l'ora, si vede che non gli frega nulla di essere li' a suonare. Sciorina ancora qualche blues tirato per i capelli e poi, dopo i pochi applausi del pubblico, resta sul palco a scambiare effusioni con la ragazza.

Ce ne andiamo, sentendoci di troppo. Ma "Wandering stranger" resta un disco molto bello, sofferto, sincero.

Forse, soltanto, non era serata.

Esco e torno a Liverpool Street station. I cartelli "Missing" sono ancora li' e mi fanno ritornare al presente. Londra, Luglio 2005, neanche una settimana dopo gli attentati. Scendo in metropolitana. Mi guardo attorno, sospettoso, impaurito. Molte linee sono interrotte. Per arrivare a casa dovro' cambiare 4 treni.

Cerco di distrarmi, di vivere normalmente. Ma non e' facile.

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