La superficie del fine settimana a volte sembra fatta di carta stagnola e come la carta stagnola si strappa facilmente (reprise)

CHRIS OFILI Freedom one day, 2002

Perche' poi nel fine settimana ti capita che la Domenica mattina non hai niente da fare e sai che dovresti impacchettare tutto per il trasloco ma rimandi.

E vai alla Tate Britain a fare un giro perche' hai letto che hanno comprato un lavoro di Chris Ofili senza sapere che e' proprio quel lavoro di Chris Ofili.

Ed e' li' che la superficie di carta stagnola del fine settimana si strappa, love rears its ugly head, e ti costringe a guardare oltre l'apparente sbarluccicare.

E ti torna in mente una giornata perfetta dell'estate di tre anni prima nella quale quell'installazione la sei andata a vedere alla Victoria Miro Gallery, tra Old Street e Islington. E hai scoperto un sacco di cose quel giorno tipo la zona della galleria della quale ignoravi l'esistenza per dirne una. E poi questo giovane artista anglo-africano che se n'e' stato per conto suo per quattro anni per realizzare quell'installazione miracolosa al piano superiore della galleria. Gesu' e i discepoli rappresentati come macachi perche' come pare abbia detto una biologa invitata all'inaugurazione:

"Monkeys may be godless but... rhesus macaques display a deeper degree of compassion for each other than do human beings". (Forse parlava degli inglesi, probabile).

E tutti quei colori da perdercisi, con i riflettori puntati e noi che camminavamo in quello spazio buio illuminato da tutti quei rossi arancioni verdi turchesi gialli che arrivavano all'anima, senza riuscire piu' a parlare bloccati dalla commozione che era anche un'esperienza spirituale e molto vi assicuro.

E poi tutta quella giornata, e tutte quelle giornate prima e dopo, ma chi se ne importa ho gia' detto troppo il resto lo tengo per noi, compresa la mostra di foto dedicata al reggae e le cartoline prese per Vito che non stava piu' nella pelle quando gliele diedi appena prima di Reggae Radio Station, e la cena nel posto dove tutte le sedie e i tavoli erano scompagnati come adesso siamo anche noi.

Commenti

Anonimo ha detto…
Anche se in una chiassosa scuola romana ho rivissuto quei colori quei silenzi emozionati e la nostra allegria che credo comunque non avevamo mai dimenticato, solo messo in fondo ad un cassetto.
Grazie per aver rimescolato in quel cassetto polveroso!
Comunque ...qualche volta ho vinto io...ma se preferisci continua a credere di essere tu il campione mondiale di c.t.i.t.
Kisses
Fabio ha detto…
La scrittrice americana Tony Bentley ha dichiarato in un'intervista uscita Sabato sul Manifesto: "Eppure c'e' un vantaggio nel voltare le spalle a una storia d'amore quando ancora la felicita' e' al suo culmine: in questa maniera ti puoi portare via le cose piu' preziose, cosi' come sono. Altrimenti, finiresti per lasciartele alle spalle".
Anonimo ha detto…
Scusa se contraddico la famosa scrittrice qua ma chi ĆØ il deficiente che "volta le spalle a una storia d'amore quando ancora la felicita' e' al suo culmine"? Se sei felice e ci si ama non ti lasci mica no?
[urge il mio post, urge il mio post]
Fabio ha detto…
Oh il tuo post scatenera' una discussione infinita Kit. Io sai gia' che non sono tanto d'accordo con la tua visione pragmatico-pessimista e mi crogiolo nei versi di Morrissey (che sono pessimisti ma non pragmatici). Ora pero' scrivilo quel post dai!

Credo che Tony Bentley sia un po' estrema, pero' e' abbastanza vero che le storie d'amore che abbiamo chiuso ai primi scricchiolii sono quelle i cui ricordi sono ancora preziosi, mentre a quelle situazioni che abbiamo cercato di salvare tirandole per le lunghe non torniamo mai con la memoria. Meglio il beat del prog insomma (tutto e' meglio del prog, anche il cielo grigio di oggi, lo so).

Ecco, penso che Tony Bentley volesse dire questo. Poi ci sono anche i deficienti come me che sono stati capaci in passato di voltare le spalle a una storia d'amore quando ancora la felicita' era al suo culmine, ma insomma questa e' un'altra storia ed e' successo tanto tempo fa.
Anonimo ha detto…
scusa Fabio, ma io non riesco a crederti!
anch'io sinceramente non riesco proprio ad immaginare che qualcuno decida di chiudere una storia quando ĆØ al culmine della felicitĆ .
o c'ĆØ sotto qualcosa di diverso, come non sentirsi all'altezza di una situazione, paure, o cose del genere, qualcosa di non risolto con se stessi... oppure perchĆØ si dovrebbe? per avere dei bei ricordi?????

sei stato davvero sincero?

baci
raf
Anonimo ha detto…
No mica son pessimista io, solo pragmatica. Questi discorsi li facevo l'anno scorso con un caro amico, la tua email ha aggiunto nuovi spunti. Il post verrĆ  scritto, non so quando ma te lo prometto.
Fabio ha detto…
Raffaella -

ma io parlavo di tanti proprio tanti anni fa. Pero' ti garantisco che e' successo. Tipo quindici anni dopo, la persona in questione mi ha sentito a Radio Popolare e mi ha mandato una lunga mail. Cosi' abbiamo iniziato a scriverci e ad analizzare la situazione "da adulti", concludendo che siamo stati molto sciocchi. In ogni caso a 20 anni secondo me non sai distinguere le storie davvero importanti secondo me. Non si trattava di paure o cose irrisolte con se stessi (questo casomai accade adesso), semplicemente di superficialita', o se vuoi inesperienza con tutto cio' che riguardava la sfera sentimentale (che allora passava davvero in secondo piano, almeno per me), desiderio di sperimentare cose nuove. Comunque sono ipotesi. La persona in questione e io ne abbiamo discusso parecchio e, appunto, abbiamo concluso che siamo stati proprio dei deficienti. Comunque, per spezzare una lancia a favore di Tony Bentley, abbiamo mantenuto ricordi indelebili, e questo forse proprio perche' la storia si e' chiusa al suo culmine, senza incomprensioni, discussioni o cose del genere.

Kit -

beh pero' un po' pessimista si' se penso al titolo del post che devi ancora scrivere. O non ho capito bene? Il post comunque e' sempre piu' atteso qui.