How brave you are
and how come I have strayed so far
and why everything came apart.
(da "Snow in the Sun")

Qualcuno di voi ricorda "Skank bloc Bologna" lo strepitoso, irripetibile singolo di esordio degli Scritti Politti, anno di grazia 1978? Era una sorta di suono liquido amniotico, sul quale galleggiava la voce mielosa di questo ragazzo soft-spoken, appassionato lettore di Wittgenstein e Derrida, che viveva in una comune di Camden.

Skank e' un ritmo reggae dance hall, bloc sta per congregazione di persone e Bologna e' proprio la citta' emiliana. A un certo punto del brano che da' il titolo a quel memorabile singolo, Green Gartside canta "Something she doesn't know - the Skank Bloc Bologna/ Keeping us all alive - something in Italy". Pare che nello squat di Camden dove vivevano, gli Scritti Politti seguissero giorno per giorno le gesta del Movimento che in quegli anni apri' Radio Alice e occupo' spazi sociali. Per Gartside, il Movimento avrebbe dovuto portare a una rivoluzione culturale che avrebbe coinvolto anche l'Inghilterra. Ancora recentemente, nel fondamentale "Rip it up and start again", Simon Reynolds equipara l'impatto culturale del Movimento bolognese alla forza d'urto del punk in Gran Bretagna.

Sono passati quasi trent'anni da allora, ci pensate? Le speranze di Gartside, che erano anche le nostre, si sono sciolte come neve al sole. Anche gli Scritti Politti non esistono piu', se non come nome dietro il quale si protegge il timido cantautore di Hackney.

"White bread black beer" e' un disco che accarezza la nostra quotidianita' come un raggio di sole. La voce di Green Gartside e' rimasta la stessa, un classico della canzone d'autore inglese quasi come quella del suo amico Robert Wyatt. E le canzoni del nuovo album comunicano una dolcezza calda e serena che intenerisce. A partire da "Boom boom bap" ("I love you still/ I always will") che definisce l'atmosfera di tutto il disco, passando per le contemporanee "The sweetest girl" che questa volta si intitolano "No fine lines" e "Windows wide open", fino alle beatlesiane e inglesissime "Snow in the Sun", "Dr. Abernathy" e "Mrs. Hughes". Quest'ultima e' una delle canzoni pop dell'anno, credetemi sulla parola (anzi no, perche? Ascoltatela per tutta l'estate con tutte le finestre aperte!).

Green Gartside non abita lontano da me, credo che un giorno vedra' entrare nel suo pub locale (dove passa molto tempo, dice) un italiano curioso in cerca di aneddoti. Che condividero' con voi, promesso.

It was an open house on Carol Street. There were a lot of people squatting there: Dutch anarchists, public schoolboys from Brighton, artists, musicians. We put our address on the first Scritti singles, so people who bought it would just turn up and hang out.
(da un intervista pubblicata su Time Out London di questa settimana).

PS: E "Songs to remember"? Con il reggae gentile di "Asylum in Jerusalem", il soul hip-hop bianco come la neve di "Lions after slumber" e poi, sul finale, tutto il miele del mondo di "The sweetest girl". E l'ape in rilievo, su quella copertina semplice, tutta bianca con una sottile riga azzurra.

Commenti

lophelia ha detto…
Non si può non condividere l'amarezza per le speranze dissolte...e come si può non aver voglia di ascoltare "un disco che accarezza la nostra quotidianita' come un raggio di sole"?
Fabio ha detto…
Il problema di questo disco e' che ti avvolge in una specie di bolla di sapone. Poi tornare all'amara realta' non e' mica facile.
sonia ha detto…
È tanto bello rifugiarsi nella musica, farsi travolgere...anche per un solo istante!!
Fabio ha detto…
Il ritorno alla realta' puo' essere spaventoso pero'. (Si capisce che oggi sento sulle mie spalle tutto il peso di 41 anni che non so dove siano andati a finire?).
lophelia ha detto…
Be', se ne senti il peso mi verrebbe da dire che sono tutti lì...a parte gli scherzi ti capisco bene. Si tratta di valutare le cose con i parametri nostri, anche se non corrispondono a quelli "convenzionali". Se abbiamo fatto (o non fatto) quello che abbiamo fatto (o no) avremo certo avuto i nostri motivi, consci o (più spesso) inconsci. E' che a volte certi giochi di prospettive ce li nascondono...
Myrea ha detto…
NOn conosco gli Scritti Politti...bene, un altro gruppo da cercare! Che genere fanno esattamente? Tipo reggae?

P.S. Ho ascoltato Os Mutantes! ;-)
sonia ha detto…
capisco che il ritorno alla realtà possa essere spaventoso, ma se non altro abbiamo cullato l'anima almeno per un'attimo...e se non altro questo ci aiuta a riaffrontarla con quel granellino in più che basta...
Fabio ha detto…
Lophelia -

Sai cosa? Forse il segreto sta nell'usare il teleobiettivo, stare concentrati sul presente, perche' col grandangolo si vedono cose che e' meglio non vedere.

Miss Piperita -

Fa (e' rimasto solo uno) una sorta di pop beatlesiano rivisitato, molto carezzevole, estivo, che comprende elementi di black music, i quali pero' restano "tra le righe", si intravvedono soltanto. Non so se si capisce molto, ma del resto non assomiglia a nessuno.

Sonia -

Non lo so se e' proprio cosi'. Venendo al lavoro passo per una stradina "segreta" e silenziosissima di fianco alla chiesa di St. Bartholomew, credo la piu' vecchia di Londra. Stamattina ero un po' in anticipo e sono entrato. Ero l'unico visitatore e c'era quel tempo cosi' sospeso, la luce che filtrava e si allungava tra le colonne, l'eco dei miei passi. Poi sono uscito, ho girato l'angolo e ho scorto il palazzo fantozziano dove devo mettere in piedi la recita quotidiana ed e' stato un ritorno alla realta' cosi' violento che devo ancora riprendermi. Non so se sia servita la mia innocentissima evasione insomma. E con gli Scritti Politti e' un po' la stessa cosa: allietano, ma in realta' c'e' poco di che allietarsi. Mi capisci?
sonia ha detto…
certo che ti capisco...
Unknown ha detto…
che dire, bello, il post e il disco...
:)