Nulla ferisce piu' duramente della banalita' della passione amorosa in una donna che abbiamo idealizzato.

- Andrei Makine

Commenti

Anonimo ha detto…
bellissimo... bellissimo...

posso invece aggiungere "nulla guarisce quelle ferite che la banalita' della persona che abbiamo idealizzato"?

andrea
lophelia ha detto…
...colpisce ma allo stesso tempo risana...bella foto...passo al volo,a presto!
Fabio ha detto…
Andrea e Lophelia -

Avete detto proprio quello che mi aspettavo che qualcuno dicesse, e l'unica ragione per la quale ho riportato quella frase. Quando si dice che il tempo guarisce le ferite amorose, forse ci si riferisce proprio a quello che dite voi. (Lophelia pero' tu eri avvantaggiata perche' ne abbiamo parlato Domenica, non vale! :-)
lophelia ha detto…
...è vero...però come ti dicevo era un pensiero che avevo a mia volta maturato su cose mie, spero che questo mi riscatti;-)!
Anonimo ha detto…
tutto vero ma è un bene o un male idealizzare qualcuno? E poi, siamo innamorati di lui/lei o dell'immagine che la nostra mente ispirata dal desiderio del cuore si è fatta di tal individuo? La realtà delle cose quando è come ci aspettavamo in fondo non ci delude un po' così come ci sorprende qualcosa di inaspettato? Forse il segreto è nel non pretendere e nel lasciare essere...e poi anche le ferite sono importanti, certo non quanto la banalità!
Mi piace molto la foto.
lophelia ha detto…
Come dice Cc, senz'altro ci si innamora dell'immagine che ci formiamo dell'altro in base agli elementi che ci colpiscono all'inizio. Creiamo una forma, una "gestalt", composta dalle cose che più ci sono piaciute e da altre aggiunte intorno a nostro gusto. Poi questa immagine viene via via adattata, e in alcuni casi frantumata, dai successivi elementi...però ce ne vuole, la prima forma è dura a morire.
sonia ha detto…
Un'altra fotografi che mi piace molto! Il contrasto delle figure in bianco e nero"marmorizzate" e con la tua centrale in carne ed ossa, mi da un senso di non so che di contrasto!
Movimento e staticità! Interessante!

Mentre per la frase della Makine, mi viene da pensare: "Ma se non si idealizza si smette di sognare" Almeno, a me da 30enne mi piace vederla ancora così!
CICCILLO ha detto…
Quando ho letto questo post mi sono venute in mente queste parole scritte da Erich Maria Remarque in una lettera ad Alma Mahler-Werfel del 1944:
"Conosci quella situazione per cui ti vergogni di aver preso sul serio una che altro non era se non una bella fraschetta e non ti risolvi a dirglielo e invece continui a essere ancor sempre un po' troppo gentile con lei, ancorché ciò ti ripugni?"

La cosa impressionante è che parlava di Marlene Dietrich!

ciao, a presto, Francesco
Fabio ha detto…
Lophelia -

Come dici tu, la gestalt che abbiamo costruito è molto resistente. Ci affezioniamo al punto di non volere credere di averla inventata noi. Ho come l'impressione che ci sia una perversa volontà dietro tutto questo. Quella di non sentirci soli: se l'uomo/ donna ideale per noi non esiste, lo creiamo, proprio come desideriamo.

CC -

Non ho una risposta, mi verrebbe da dire naturalmente. Sono comunque, credo, processi inconsci e anche se dicessimo "è sbagliato idealizzare" finiremmo per cascarci comunque, non credi? Il segreto è, come dici tu, nel non pretendere, inteso in senso inglese, dove "to pretend" significa fingere. Con noi stessi soprattutto.

Sonia -

Grazie per i complimenti, sei sempre troppo gentile tu. L'idealizzazione è un "sogno a doppio taglio" però, non credi? Poi bisogna saper scegliere bene chi idealizzare. Io di solito mi aggrappo a segni davvero fragili.

NN -

Un po' estremo, in genere l'idealizzazione qualche base l'ha, però vero che si finisce per restare in parte affezionati a chi abbiamo idealizzato. In quel senso interpreterei la gentilezza. E magari sotto sotto non gli ripugnava affatto.