La morte di Pinochet va salutata con gioia. Del resto ogni volta che un fascista crepa e' un'occasione per gioire. Eppure, il fatto che sia morto nel proprio letto invece che sulla branda di una cella, lascia l'amaro in bocca.

Ma non di questo volevo parlare oggi.

Sono a Madrid, e ieri sera mentre nella mia camera d'albergo facevo un giro dei canali satellitari sono incappato nel faccione mostruoso di Vespa e ho avuto il coraggio di fermarmi a guardare. Ora, premetto che della politica italiana so ormai molto poco, molto meno di chiunque di voi che leggete, e della finanziari della quale si dibatteva so ancora meno, ma vorrei commentare brevemente quello che ho visto.

Il mio commento non e' politico, badate. Se avessero anche parlato di ricette o di rimedi per il raffreddore, le mie riflessioni non sarebbero state diverse. Ma ditemi, vi prego, chi ha avuto il coraggio di votare, e poi inserire nel governo uno come il ministro Bersani. Mi e' bastato sentirlo parlare per 5 minuti per mettere in seria discussione il mio voto a questa patetica coalizione.

Se quello che l'Unione sa esprimere e' uno come Bersani, una specie di analfabeta che non ha saputo enunciare un dato, un numero, un'evidenza, una prova, allora, davvero, meglio che l'Unione stia all'opposizione per sempre.

In ormai piu' di 6 mesi che questi incapaci hanno governato ditemi, dov'e' la tassa sui SUV, dov'e' la riforma del mercato del lavoro, dov'e' la riforma del sistema televisivo, perche' Vespa ha ancora diritto di parola credo cinque sere alla settimana sul primo canale della televisione pubblica, dove sono le tasse che squassano il padronato mandandolo a gambe all'aria e finalmente ridistribuiscono un po' di ricchezza alle classi piu' povere? Sono queste le ragioni per le quali io, e immagino voi lettori di questo blog, li abbiamo votati.

Dopo 6 mesi, mi rendo conto che potevamo farne a meno, e risparmiare il nostro entusiasmo per la vittoria di questi idioti.

Devo dimenticare quello che ho visto e sentito. Domani torno a Londra, dove per fortuna una televisione non l'ho, e posso addormentarmi senza incubi.

Commenti

Anonimo ha detto…
Bersani ha accolto molte proposte arrivate dalle associazioni dei consumatori, andando a ledere gli interessi (grossi) di categorie prima intoccabili come farmacisti, notai, avvocati ecc. Proposte impopolari, che fanno perdere voti, come quella sui taxi. Non so come si presenti in TV, ma le proposte che ha fatto mi piacciono.
Che poi tutto venda ridiscusso, mediato, trattato prima di essere approvato in legge deriva dal fatto che in Italia non ha vinto Zapatero nè Lula, non abbiamo un govenro di sinistra. Casomai, ed è la prima volta, abbiamo un pò di sinistra al governo. Prima era peggio.
Se poi hai gl'incubi dopo aver guardato Vespa, colpa tua: con la vita notturna che c'è a Madrid...
ciao
Auro
Anonimo ha detto…
Sono d'accordo con Auro. Per quanto possa apparire strano se visto attraverso la lente deformante di Vespa, Bersani ha, almeno nelle intezioni, dimostrato di provarci a fare "qualcosa di sinistra". Il punto e' la fragilita' di tutto: della coalizione, dei singoli, di una sinistra-non-sinistra-senza-palle che non e' in grado -quello si'!- di imporre una qualsivoglia posizione al paese.

Per il resto, ricordiamoci che da noi "not in my backyard" e' scritto sullo zerbino di ogni casa, al posto di "welcome". E che la morte di un qualunque personaggio dello spettacolo ha piu' ridondante visibilità del ricordo di Piazza Fontana.
PiB ha detto…
mi unisco al coro....siamo di fronte ad un problema che non e il singolo (Bersani nello specifico)ma il collettivo....una sinistra non sinistra, gruppo che di fatto non lo è....e temo ogni giorno
CICCILLO ha detto…
benvenuto nel nostro incubo quotidiano, Fabio.
io la televisione neanche la vedo stando in italia, ma mi bastano i giornali per essere d'accordo pienamente con te.
il problema comunque secondo me non è neppure chi sta al governo e chi no.
la questione è oltre, è antropologica, esistenziale, pasoliniana direi.
investe tutto e tutti, la televisione non è che lo specchio di questo vuoto e chi non vi appare non esiste.
la vita e la politica, nel loro significato più autentico, stanno altrove, in qualche piega o crepa o anfratto nascosto.
continuano a pulsare ma sempre più flebili, sempre più nascoste, praticamente non esistono se non scomparendo, disertando.

ciao, francesco
Viola ha detto…
E questo tuo post si rifà al mio ultimo post: La "sinistra" al potere è codarda..ha paura..o forse (anche lei come tutti) fa solo gli interessi dei singoli politici...Hanno promesso...ci hanno fatto credere...ma cosa ci si aspetta da Prodi (democristiano per eccellenza)??Vengo a Londra anch'io.
Anonimo ha detto…
Quando NN dice che la politica nel suo significato piu'autentico sta altrove, mi porta ad azzardare il passo successivo: la politica cosi' come la intendiamo (mi pare) noi che qui leggiamo e commentiamo, non esiste piu'. E' un simulacro storico che non ha piu' legami col reale odierno.
Anonimo ha detto…
dopo il commento di Viola mi sorge un dubbio: ma Londra è meglio? Riducendo ai minimi termini, Blair è meglio di Prodi? Livingston certamente sarà meglio della Moratti, qui il confronto è troppo facile.
Non è che la differenza principale è il fatto che a Londra NON HAI LA TV, e che quindi LA TUA Londra è fatta di Barbican e centro culturale francese? Sarebbe come dire che Milano è solo Anteo, RP e Leonka.
Insomma, non sei semplicemente stato vittima di quell'elettrodomestico?
Auro
Fabio ha detto…
Auro -

Sinceramente non riesco a credere che liberalizzare le licenze dei taxi fosse la cosa piu´urgente da fare in Italia. Nell´Italia lasciata da 5 anni di riforme della destra intendo. Riforme di tutto: la sanita´, la scuola, il mercato del lavoro, il sistema radiotelevisivo. E questi arrivano e cosa fanno? Riformano le licenze dei taxi. Ma stiamo scherzando? Ci sono da cancellare 5 anni di liberalizzazioni, e invece ne introducono altre. Se queste sono le proposte delle associazioni dei consumatori, allora queste associazioni sono un danno per tutti. Chi ha votato per il cambiamento, il cambiamento lo vuole, lo esige. Il problema che vedo quando torno in Italia non e´ quello dei taxi, ma quello delle persone con contratti di tre mesi, quello di una televisione che a poco a poco ha introdotto nella mente collettiva di questo paese abomini come l´Isola dei Famosi e il Grande Fratello. Il problema sono i SUV rombanti contrapposti a chi non ha da mangiare. Il problema e´ dare accoglienza e speranza ai nostri fratelli immigrati chiudendo i CPT. I taxi di Bersani? Ma si´, magari come ultimo provvedimento di questo governo, tra 5 anni. La poca sinistra al governo deve fare proposte che siano al contempo economiche e culturali. Una supertassa sui SUV - come le 25 sterline giornaliere che Livingston sta approvando in questi giorni - va in questa direzione. Le tasse che ci vogliono sono quelle sui beni di lusso, perche´ questo e´ il problema, prima di tutto culturale, dell´Italia. Perche´, per esempio, non introdurre una super-super tassa sui trattamenti abbronzanti? Sarebbe un incentivo a pensare e magari, invece della lampada, la vittima di questo sistema marcio televisivo comprerebbe un libro. Super super tassa sui SUV, sugli abiti firmati e sui trattamenti abbronzanti, per finanziare libri per tutti: che ne pensate? Non e´ meglio della liberalizzazione dei taxi?

Wiseacre -

Centri il problema, ma proprio perche´ ne mostri la gravita´ non ti puo´ sfuggire il fatto che sono necessarie cure da cavallo. Per governare come ostaggi di Mastella e Rutelli, quest´ultimo uno che diede il culo a Pannella per entrare in politica e ora fa tanto il papalino, allora meglio non governare. Chi li ha votati, guarda ne sono convinto, non l´ha fatto per la liberalizzazione dei taxi, l´ha fatto per avere un mercato del lavoro che dia qualche garanzia di sicurezza, un ambiente piu´ vivibile, un po´ di giustizia sociale. Quelli del "Not in my backyard" non li hanno votati. E guarda, sono sicuro che se vivessero in una societa´ piu´ giusta, anche quelli del "Not in my backyard" passerebbero al "Welcome". Ma ci vogliono politiche di giustizia, che rendano, prima ancora che piu´ giusta, la societa´ italiana piu´ bella ed armoniosa. "La politica come la intendiamo non esiste piu´"? Forse, ma non ce n´e´mai stato piu´ bisogno di ora.

Pib -

Sono d´accordo, il problema non e´ certo il singolo. Indagando alle radici, il problema e´ il sistema maggioritario proposto da quel genio di Mariotto Segni poi fortunatamente caduto nell'oblio. Io mi riconosco in una parte estremamente minoritaria di questa coalizione, che infatti viene facilmente ridotta al silenzio, col ricatto della fiducia. Pero´ Pib, se a Natale torni in Italia, fatti del male e guarda una puntata di Vespa. E pensa che i nostri connazionali a quello strazio sono esposti tutte le sere. Ma perche´ un uomo deve avere tanto potere? Chi e´ Vespa?

NN -

Proprio come dici, si tratta di una questione culturale. E pero´ la mia percezione di osservatore esterno pur se molto coinvolto emotivamente, e´ che esistono due Italie, una delle quali e´ quella delle quali voi e io facciamo parte. Un´Italia che vuole un cambiamento di rotta. Il problema secondo me e´ duplice. Da un lato, come dici tu, antropologico, e pero´ lo ricondurrei all`Italietta berlusconiana che, non dimentichiamolo, le elezioni le ha perse, e nonostante i brogli ben dimostrati da Enrico Deaglio. Ma dall´altro c´e´ un problema politico: questa classe politica e´ assai meno evoluta dei milioni di persone che l'hanno votata. Sto scrivendo dalla citta´ di Zapatero. Oppure pensate a Segolene. Ecco, l´Italia migliore che vedo meriterebbe un leader di questa portata, Bersani andrebbe bene come sindaco di Cinisello.

Viola -

Ti aspetto allora. Sulla situazione inglese rispondo sia a te che a Auro. E´ come dice Auro. Non parlerei di Londra, che per la mia percezione e´ una citta´ mondiale, forse l´unica "citta´ del mondo" insieme a New York. E come dice Auro, ha un signor sindaco, Ken the red, che non perde occasione per prendere posizione a favore dell'ambiente e delle classi povere. L´Inghilterra e´ messa significativamente peggio dell´Italia. Il mercato del lavoro, quello della casa, la sanita´, tutto e´ stato completamente lberalizzato. Non esiste una classe media: sei ricco, e sono pochi, oppure ti nutri di tabloid e cibo schifoso della Tesco, e sono tantissimi. L´uomo medio inglese e` un ubriacone che aspetta il Venerdi´ per devastarsi al pub. La differenza con l´uomo medio italiano e´ di forma, ma non di sostanza. Anche per l´uomo medio inglese il motto e´ lo stesso: "Not in my backyard", forse con l´aggiunta di "Not in my pub". Il paradiso in terra non esiste. A Londra si sta bene perche´ e´ una citta´ di immigrati, quindi di viaggiatori, di persone curiose in cerca di conoscenza. Ma l´Inghilterra non e´ Londra purtroppo.
artemisia ha detto…
Ma scusa Fabio, questo è masochismo puro. Guardi Vespa? Voglio dire, una delle belle cose del vivere all'estero è proprio sfuggire al bombardamento della tv italiana e tu guardi Vespa! A Madrid poi!!
Concordo con Auro anche sul fatto che sei stato vittima del malefico elettrodomestico.

Sulla situazione politica io, da persona poco inteligente e poco al corrente dei fatti, ma che ha votato a sinistra, dico questo: una coalizione talmente debole, in un paese così economicamente sconquassato da secoli di malgoverno cone l'Italia, fa anche troppo.
La questione è proprio esistenziale. Che rapporto ha la gente con la politica? Esiste la politica, o esiste solo il tornaconto, la critica ad oltranza, il disfattismo supino del "tanto non si può fare nulla"? (scusate la parola disfattismo, sembro Mussolini).
La politica non esiste più. Bene. Cosa c'è al suo posto? Perchè allora si continua ancora a parlare di Prodi come di un democristiano, di sinistra, di destra...cosa vogliono dire veramente queste parole? In cosa si riconoscono gli italiani?
L'argomento mi interessa molto, non so se si era capito.
Anonimo ha detto…
Nel momento in cui le dinamiche macroeconomiche globali condizionano cosi' pesantemente le decisioni interne di una nazione, la politica subisce uno svilimento progressivo, fino a svuotarsi e restare guscio. Ed in quel guscio non c'e' destra, non c'e' sinistra, non c'e' elettorato dell'una o dell'altra parte (su grande scala, ovvio che esistono eccezioni di resistenza isolata e semi-individuale).

C'e' un marketing applicato alla dinamica elettorale, ed ha bisogno di loghi, brand e compagnia cantante, ma non e' (piu') politica.

Esiste un modello di riferimento "delle masse" che sia *realmente* proponibile come alternativa?
Anonimo ha detto…
Ciao...hai riassunto perfettamente il miuo pensiero su Bersani e Co. anch'io ho votato questa coalizione, pensando a quale potesse essere il male minore...ma fa male4 e come vedere spiattaellata da Vespa la loro incapacità ed è davvero desolanete realizzare che alla fine non cambia mai niente e che li si trasformano in un'allegra brigata pronta a darsi battaglia davanti alle telecamere (ma perchè non li mandiamo all'isola dei pietosi?)per poi spartirsi la torta alle nostre spalle e sulla nostra pelle....bastaaa!
artemisia ha detto…
Wiseacre: hai espresso perfettamente proprio quello che io confusamente tentavo di esprimere.
Andrea ha detto…
c'e' un bel libro di Coe che propone una metafora interessante, il "cerchio che si chiude". A destra si recupera un po' di interesse per le tematiche sociali, a sinistra si apre verso la competitivita', si cercano i voti dei piu' abbienti, finendo in un abbraccio politico che non distingue quasi nulla.

Poi, in quest'epoca di superficialita', i programmi politici della peggiore destra fascista e della piu' deragliante sinistra rivoluzionaria si fondano su concetti ampiamente condivisibili (poi se uno ha voglia, va a sgattare, e ci trova le differenze)

Ma chi ci ha ancora voglia di sgattare? :-(
Fabio ha detto…
Artemisia -

Hai pienamente ragione. Sinistra e destra sono etichette di comodo, sempre meno adatte a rappresentare la realta' complessa che viviamo. Dove non ti seguo piu' pero' e' quando dici "la politica non esiste piu'". Piuttosto e' in atto una trasformazione dei riferimenti politici che segue le trasformazioni reali che stiamo vivendo. Cambia il quadro di riferimento, e quindi cambiano i concetti che usiamo per rappresentarlo e interpretarlo. Il mio post e' stato scritto in fretta, per esprimere un fastidio che ho provato, e non voleva essere strettamente politico. Ma se vogliamo parlare di politica contemporanea, allora suggerisco di partire da un volume scritto una decina di anni fa da due sindacalisti americani, Jeremy Brecher e Tim Costello, e tradotto in Italia da Feltrinelli. Si intitola "Contro il capitale globale" e racconta di come il mondo del business, e nello specifico la corporate culture di matrice americana, ha preso il sopravvento sul potere politico. e oggi lo tiene in scacco. Se condividiamo le tesi di quel volume, allora e' assolutamente necessario rivedere i concetti di fondo che usiamo per interpretare gli effetti della politica sulle nostre vite. Pero', e qui salto un po' alle conclusioni, io sono convinto che proprio perche' il potere economico del capitale ha preso oggi il sopravvento sulla partecipazione collettiva, sia necessario riportare al centro del dibattito la politica. Politica che, e questo direi che e' il punto centrale, deve usare linguaggi e metodi nuovi. Su questo, anzi, faccio un'autocritica. Politica, io credo, e' rifiutare di bere la Coca-Cola, comprare le tazzine di porcellana per il proprio posto di lavoro per ridurre il consumo di plastica, come ci ha insegnato a fare Wiseacre, usare borse di juta, i mezzi pubblici, camminare di piu', restare in contatto con le nostre comunita' locali, fare guerrilla gardening, e potremmo continuare. Pero' non direi che la politica non esiste piu'. E' solo cambiata. "People have the power" come Patti Smith non si stanca di ricordarci. "Sii il cambiamento che vuoi vedere nella societa'" come ci ha insegnato Gandhi. Questa e' politica costruttiva, il resto sono chiacchiere in fondo inutili. Forse pero' stiamo dicendo la stessa cosa. Ho l'impressione che su queste cose tutti noi siamo d'accordo. E' un terreno su cui costruire ogni giorno.

Wiseacre -

Hai gia' detto tutto tu. Credo che quel modello di riferimento esista, ed e' quello che accennavo nella risposta ad Artemisia. Non e' un modello semplice, comporta rinunce e cambiamenti. Si adatta a certe personalita' e non ad altre. E presuppone la consapevolezza delle dinamiche macroeconomiche alle quali fai riferimento. e un'altra cosa: fa paura. Certamente fa piu' paura ai sostenitori dello status quo rispetto ai movimenti sindacali tradizionali, ormai ingabbiati in un ruolo istituzionale e nelle sue regole. Lo spettro dei cosiddetti "no global" viene agitato di continuo e a sproposito. E questo perche' se esiste una minaccia allo status quo, e secondo me per altro e' ancora una minaccia molto limitata, questa proviene dalla consapevolezza dei poteri economici ai quali fai riferimento, e dalla conseguente consapevolezza della necessita' di controbilanciarli riportando al centro la partecipazione politica.

Majax -

Hai usato un termine che esprime benissimo le mie emozioni dopo aver visto quel programma e quell'incapacita' cosi' manifesta: desolante. Proprio cosi'.

Andrea -

Sono d'accordo sulla prima parte di quello che dici, la convergenza al centro, mentre sulla seconda ho parecchi dubbi. Che i due progetti politici "estremi" ai quali fai riferimento condividano punti di partenza e/ o di arrivo e' ancora da dimostrare, e di solito e' una tesi sostenuta proprio da chi si oppone a ogni idea di cambiamento.

C'e' molto piu' desiderio di sgattare tra la folla di Oxford Street these days, questo e' assolutamente vero.
lucia ha detto…
Non rovinarti le serate madrilene con trasmissioni di quel tipo. Il satellite può creare danni alla salute.
;-)
CICCILLO ha detto…
Fabio, sei un grande, vivere "in the heart of the beast" ti fa proprio bene!

Mi permetto di ritornare a Pinochet e di copiare qui le le ultime parole, che mi hanno davvero colpito e commosso, di un articolo scritto da Irene Geis, corrispondente dal Cile del Manifesto:

"Adesso che è arrivato il giorno della sua scomparsa definitiva da questa terra non c'è molto da festeggiare. E' passato troppo tempo. Personalmente, come cilena, e dopo trent'anni in cui ho dovuto scrivere di lui, spero che questa sia l'ultima volta. In definitiva non è stato il primo né l'ultimo codardo, traditore e sadico che ha disonorato l'essere umano e che, finalmente, è crepato."

a presto, francesco
PiB ha detto…
ma chi è Vespa? DAvvero me lo chiedo di tanto in tanto quando vedo l'ennesimo libro pubblicato...com'è l'ultimo

ah si... L'Italia spezzata. Un paese a metà tra Prodi e Berlusconi non commento
lophelia ha detto…
Discussione molto interessante. Vorrei aggiungere una considerazione a margine su un altra schizofrenia. Non essendoci più le coordinate di prima è impossibile far funzionare cambiamenti immediati. Certe buone intenzioni si vedono, ma manca ancora la mentalità e quindi il terreno per metterle a frutto. Si demonizza il lavoro flessibile ma il problema è un altro: è la possibilità di trovarlo sempre, che non è garantita. E' stato introdotto il lavoro flessibile e si spendono effettivamente tantissimi soldi per la formazione che dovrebbe garantire alle persone competenze sempre nuove e spendibili: ma le aziende continuano a cercare l'apprendista o il giovane. E la formazione è diventata una grande torta spartita tra chi ha saputo approfittarne. Quello delle Agenzie formative accreditate (=che prendono soldi dalle istituzioni) è un grande business, che dà lavoro solo a chi lavora per loro. Sono andata fuori tema ma è solo per mostrare uno dei tanti aspetti dello sfasamento attuale, non riconducibile solo all'inettitudine dei governanti.
Alcuni miei amici (quelli che guardano solo il blog di Grillo) dicono: "la prossima volta voto a destra per protesta!". Io non ci penso nemmeno.
artemisia ha detto…
Fabio, io su certi temi manco proprio gli strumenti dialettici, ma quando dico "la politica non esiste più" dico esattamente quello che dici tu: i partiti, le etichette hanno perso la loro funzione: le idee ci sono ancora, per fortuna. Molti hanno voglia di impegnarsi in politica, ma non trovano la forma e il modo giusto. È proprio come dici tu, la politica inizia nel quotidiano, nelle nostre piccole scelte che hanno un significato. Però secondo me per molti la scelta si limita alla borsa di juta invece che di plastica, cioè dventa image e trend, quando si tratta di impegnarsi per qualche progetto politico subentra questo atteggiamento di disillusione, di "tanto non serve, tutti i politici sono ladri, la politica è una cosa sporca". Non sai le discussioni con una mia amica italiana su questo. Si torna a Gaber, "libertà è partecipazione", senza partecipazione nel quotidiano non c'è libertà vera.
Mi piace poi quando dici "il potere economico del capitale". Molta gente parla a sproposito dell'economia come in sè negativa, degli economisti come responsabili del male della terra. L'economia di per sè dovrebbe essere solo uno strumento per distribuire risorse comuni in modo giusto. Il premio Nobel per la pace è stato appena conferito qui a Oslo ad un economista. È l'economia di mercato senza scrupoli etici a rovinare il mondo.
La politica non esiste più, scrivo io. La politica è cambiata, dici tu. Stiamo dicendo la stessa cosa. Don Milani insegnava ai suoi ragazzi a vivere secondo un motto molto semplice: "I care". Potrebbe essere l'inizio di una risposta?
Ciao.
Lateo ha detto…
La politica è fatta dagli uomini, sono ogni giorno più convinto che guardare ad un altra nazione o cambiare partito politico non faccia poi questa differenza.
Finché non cambiano gli uomini, che fanno politica, non trovo molto da festeggiare ne a destra ne a sinistra ne al centro....
Fabio ha detto…
Lucia -

Adesso pero' non vorrei che pensaste che ho passato la serata davanti alla TV. E' solo che appena prima di addormentarmi, in mancanza del mio stereo domestico, ho fatto un giro dei canali. Ero comunque appena tornato dal centro, dove avevo provato un eccellente tapas bar che consiglio se siete da quelle parti. Si chiama Canas y Tapas, ed e' a un passo dalla Plaza Mayor, in una vietta un po' nascosta. Mi e' stato suggerito da una persona locale, cosi' come anche Lateral, altro eccellente tapas bar per locali, sulla Calle Velzquez non lontano dal Parco del Retiro. E poi non fatevi mancare una bella passeggiata nel parco, uno dei piu' bei parchi cittadini che abbia mai visitato. Per il resto ero da quelle parti per lavoro e ho visitato per lo piu' sale riunioni. Una delle quali pero' al trentunesimo piano della Torre Picasso, l'edificio piu' alto di Madrid, con una vista super. Appena scarico le foto, se sono venute bene ne posto una.

NN -

Dici che vivere nel cuore della bestia fa bene? Forse hai ragione. Non hai modelli di riferimento positivi, ma ne hai cosi' tanti di negativi che ti senti costantemente messo in guardia. Non e' facile pero'. Grazie per la citazione del Manifesto. Ti rispondo con una cosa un po' lunga, il monologo finale di "Il grande dittatore" di Chaplin:

"Mi dispiace ma io non voglio fare l'Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare e conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi dovremo aiutarci sempre, dovremo soltanto godere della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.

In questo mondo c' è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.

L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca a fare le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.

La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cimici, l'avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco.

Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza; senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.

L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità.

Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.

A coloro che mi odono, io dico: non disperate!

L'avidità che ci comanda è solo un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.

L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie.

Non vi consegnate a questa gente senza un’anima, uomini-macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore.

Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!

Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate; coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui.

Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà!

Ricordate nel Vangelo di San Luca è scritto: “Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo”: non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini.

Voi, il popolo, avete la forza di creare la macchina, la forza di creare la felicità, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura.

Quindi in nome della democrazia uniamo questa forza, uniamoci tutti!

Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.

Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno!

I dittatori forse sono liberi? Perché rendono schiavi il popolo.

Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza.

Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.

Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!

Anna, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia, guarda in alto
Anna: le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole, prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità.

Guarda in alto Anna: l'animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno, verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.

Guarda in alto Anna, lassù!".

Pib -

Esatto, chi e', chi l'ha messo li', chi lo protegge da tutti questi anni. E soprattutto, davvero, ma chi lo guarda, e perche'?

Lophelia -

No beh, votare a destra mai, questo e' fuori discussione. Sulla questione del lavoro flessibile: il lavoro e' sempre stato flessibile per i lavoratori, nel senso che io lavoratore posso cessare il mio rapporto di lavoro ogni volta che lo ritengo opportuno. Ed e' giusto che sia cosi'. Invece, la flessibilita' della quale parlano i padroni e' nient'altro che un ricatto, una spada di Damocle sul lavoratore. E' chiaro che se il tuo contratto e' di tre mesi rinnovabile, ci pensi due volte prima di esercitare i tuoi diritti. Non sto parlando solo di sciopero, ma anche di assenze di malattia, di straordinari pagati, di un orario decente. Diritti per i quali, lo sappiamo, molti lavoratori prima di noi hanno lottato, rischiando e pagando in prima persona. Sono d'accordo con te sui paradossi della formazione dei quali parli. Ma credo che il problema sia molto a monte, in una progressiva erosione da parte del padronato dei diritti faticosamente conquistati dalle generazioni precedenti. E' troppo tardi per agire ora da parte di una classe lavoratrice spezzata, non sindacalizzata, senza alcuna identita' di classe. Serve l'intervento della politica, per questo la politica e' importante e deve giocare un ruolo centrale nel riportare equilibrio.

Artemisia -

Sai pero' cosa penso? Benvengano i trend e le mode se sono funzionali alla salvaguardia dell'ambiente. Cioe' speriamo che la borsa di juta diventi di moda piu' di quanto lo e' adesso. A parte il fatto che, non so se hai notato, e' molto piu' bello andare a fare la spesa con una borsa di juta, e' un simbolo di riconoscimento. Come quando dico che la mia spesa di vegetariano e' esteticamente piu' bella di quella di un carnivoro. E poi se potessi porterei con me anche bottiglie di vetro da farmi riempire di succo di frutta, latte e acqua. A me l'usa e getta da' proprio un fastidio "di pelle". Se tutto questo diventasse di moda, sarebbe una gran cosa, non trovi?

Quello che dici sull'economia mi trova del tutto d'accordo: dovrebbe seguire per studiare una forma distributiva che massimizzi il benessere condiviso, anziche' quello dei singoli. Il benessere individuale e' semplicemente egoismo, e una societa' dove e' bello vivere le persone egoiste le dovrebbe educare all'interesse comune, usando anche l'esproprio se necessario.

Lateo -

Cancellerei "che fanno politica", lasciando "finche' non cambiano gli uomini", sei d'accordo?