Io, lo sapete, sono quello che molti di voi potrebbero definire tranquillamente un asociale. Invitarmi fuori "a bere qualcosa" e' piu' o meno la stessa cosa che suggerirmi di sottopormi a una tortura. Sono astemio al 100% e gli schiamazzi, il fumo, la musica diversa da quella che ho deciso di ascoltare sono tutti fattori che agiscono in modo logoro-deprimente sul mio sistema nervoso gia' provato da una settimana di lavoro.

Concepisco l'idea di uscire di casa solo con una precisa finalita': andare al cinema, a una mostra, a un concerto, a passeggiare nel verde, in giro per negozi e mercati che mi piacciono. Le feste, i pub, le aggregazioni di persone che si incontrano senza avere nulla da dirsi sono tutte cose che da anni rifuggo con precisione maniacale.

Qualche giorno fa mi ha chiamato il mio caro amico Andrea, che vive da poco a Londra, e cosi' l'ho coinvolto in una visita serale a una delle mie gallerie preferite - della quale ho parlato diverse volte nella versione radiofonica di questo blog, per chi e' cosi' paziente da ascoltarla.

L'appuntamento era all'interno della galleria, dove in questo periodo vengono proiettati corti di una giovane video-artista newyorkese.

Entro nella galleria, vuota, inizio a leggere le note sull'artista, e improvvisamente e silenziosamente si materializzano attorno a me una trentina persone, molte delle quali con in mano un calice di vino rosso.

Il primo lavoro in mostra e' un trittico ispirato alle Madonne con Bambino della tradizione rinascimentale italiana - ma declinato al presente, con tenere immagini di giovani madri che cantano ninne nanne italiane.

Al termine, mentre i video riprendono in loop, una bella ragazza prende la parola e racconta la genesi dell'opera. Parla in modo competente, senza particolari inutili, con grande spontaneita'. Decido di seguire il gruppo nella sala successiva.

Il secondo video racconta per immagini la vita di una donna anziana sola. Anche in questo caso a prevalere sono tenerezza e poesia. Immagini nelle quali tutti noi ci stiamo proiettando, vedendoci tra qualche anno, con meno energie di adesso.

Mentre si apre la porta e compare il mio amico Andrea, la bella ragazza riprende la parola, dimostrando ancora una volta senso della misura, semplicita', preparazione.

Dopo la terza ed ultima proiezione, Andrea e io decidiamo di seguire il gruppo e ci ritroviamo in una saletta al piano superiore, dove un ragazzo gentile offre bicchieri di vino.

Molte persone si conoscono, si salutano, sorridono. Vedo vicino al tavolo una ragazza che compila un modulo. Su un altro tavolo vedo dei cataloghi della Whitechapel. Ne prendo uno, e quando torno da Andrea lo trovo che sta parlando con la ragazza che stava compilando il modulo, la quale gli sta dando informazioni sulla serata.

Scopro cosi' che si tratta di un gruppo di appassionati d'arte, che si incontrano periodicamente in varie gallerie, per conoscere, conoscersi, discutere i loro comuni interessi. Le serate comprendono un elemento di cultura e uno di intrattenimento, nonche' la distribuzione di cataloghi e libri sull'arte contemporanea.

Le persone parlano con tono di voce basso, non c'e' musica plasticosa disturbante, non c'e' fumo. Lo spazio non e' dispersivo, ma ci si muove con facilita' da un estremo all'altro senza urtare nessuno ne' dover chiedere permesso. Gli appassionati discutono di qualcosa: l'ultima mostra vista, un particolare della mostra di questa sera, si scambiano informazioni, si invitano ad altri eventi simili.

Quando le persone iniziano a uscire, Andrea e io invitiamo la ragazza che compilava il modulo, e che si rivela davvero simpatica, a cena con noi. Lei accetta e tutti e tre ci avviamo verso Brick Lane per gustare un buon curry. Andrea non e' molto avvezzo al cibo indiano, cosi' Victoria e io gli diamo consigli.

La serata prosegue tra chiacchiere e scambi di idee, mai banali. Scopriamo che Victoria e' un'artista, e ci invita alla vernice della sua prossima mostra.

Ci salutiamo, e il giorno dopo nella posta troviamo una sua mail gentile di ringraziamento per averla invitata a cena con noi.

Vi ho raccontato questa cosa unicamente per darvi un'idea di una serata che considero molto bella, non sprecata, che anche un asociale come me e' in grado di apprezzare.

Commenti

Myrea ha detto…
Beh, io sono una tipa schiva e riservata, ma mi piace uscire con la mia compagnia. Mi piace andare a feste o in altri posti purché ci siano persone che conosco con la quale mi trovo.
Invece una mia amica molto estroversa dice di odiare feste e affini perché non riesce a divertirsi e le trova inutili.
Sono io la schiva anomala o è lei? :-)

Comunque a Londra hai molte opportunità di vedere mostre, rassegne cinematografiche...
Nella mia città devo tenermi costantemente aggiornata per non lasciarmele sfuggire. Anzi, da qualche anno a questa parte almeno si organizzano più cose.
Mai sentito parlare del "Centro Zo"?
Fabio ha detto…
Io sono un po' come la tua amica: un estroverso asociale. Forse nella categoria ci siamo solo la tua amica e io su tutto il pianeta a pensarci.

Del Centro Zo non avevo mai sentito parlare, sono andato a cercarlo in Internet e mi piace gia'.
Anonimo ha detto…
io sto avendo ora un periodo di rigetto, ma finora le feste mi sono sempre piaciute.
Certo le alternative qui come si è già detto scarseggiano, e leggendo il tuo racconto ho avuto (scusa la poca finezza) le classiche "bave"...
lophelia
Anonimo ha detto…
Ma le belle ragazze intelligenti, simpatiche, colte e disponibili le trovi tutte tu???

lophelia, mi associo

Artemisia Bavosa
Anonimo ha detto…
Bravo, con la Victoroia sei già un pò più avanti del solito (hai un prossimo appuntamento) visto che ti sei dichiarato bravo ad ottenere mail e telefoni di ragazze che poi non contatterai mai.
Non è che il tutto si deve al tuo amico Andrea?
ciao
Auro
Fabio ha detto…
Lophelia -

Il mio problema con le feste affonda le radici molto lontano. Fin da ragazzino mi davano inquietudine. Il che non vuol dire che qualche volta non mi sia divertito, ma saranno state al massimo 10, e l'ultima nemmeno la ricordo piu' - deve risalire a una decina di anni fa almeno.

Artemisia -

Mi fermerei, in genere, a intelligenti simpatiche e colte :-)

Auro -

Posso pero' dire un paio di cose, non soltanto a te naturalmente?

1) Il blog e' pubblico. Da ogni computer del mondo andando in google.it e digitando il mio nome e cognome, i primi due risultati rimandano a London Calling. I commenti che fate rispetto a me vanno bene, ma pregherei tutti quanti di non coinvolgere altre persone. Ho avuto problemi piuttosto seri in un passato piuttosto prossimo e vorrei evitare di ripeterli.

2) In nessuno dei post che ho scritto mi sembra di aver detto o lasciato intuire di essere scontento della mia situazione di single, o di essere particolarmente "a caccia". Non contatto tutte le persone che conosco occasionalmente semplicemente perche' sono una persona piuttosto impegnata, con molti interessi, e con parecchie relazioni di amicizia che mi piace coltivare. Peraltro, tu che mi conosci personalmente, immagino non abbia sviluppato un'immagine di me come di una persona particolarmente inibita con l'altro sesso. "Asociale" nel post si riferisce a "persona che non apprezza occasioni sociali quando sono insignificanti e lasciano un senso di perdita di tempo". In questo, per come ti conosco, tu e io siamo assolutamente simili, quindi so che mi puoi capire. Ma nessuno di noi mi sembra inibito o timido, ecc. Ho tanti difetti, troppi, pero' emotivamente sono abbastanza maturo, capace di esprimere le mie emozioni.

Quello che faccio fatica a capire e' la frase "Bravo con la Victoria sei gia' un po' piu' avanti del solito". Intanto perche' trovo la frase un pochino "patronizing" come dicono qui. E poi, chi ha detto o sottinteso che desidero "un prossimo appuntamento"?

Forse ho solo preso la frase un po' male. Ma non e' la prima volta che - non da te - un mio post viene frainteso. Si estrapola una frase e ci si costruisce attorno una mia intenzione che non esiste. E' successo nel post su Bonnie Prince Billy, che era, appunto, un post su Bonnie Prince Billy. Succede su questo post del quale, quindi, spiego il significato perche' evidentemente non e' chiarissimo.

Sono partito dal fatto che trovo inutili molte occasioni sociali: le persone che si incontrano hanno a volte interessi cosi' diversi dai nostri che si passa prezioso tempo a parlare di nulla. Ho voluto quindi fare un esempio di un'occasione sociale per me interessante: un gruppo di persone che hanno un interesse comune, si incontrano occasionalmente per discutere e conoscersi, scambiarsi opinioni e indicazioni. Ho poi voluto aggiungere che non si tratta di occasioni barbose ed eccessivamente impegnate, affatto. C'e' la lecture, certo, ma c'e' anche un bicchiere di vino, e un'ambiente accogliente che permette di conoscere persone nuove e in genere simili.

Questo e solo questo volevo dire.

Spero che il mio commento non ti abbia disturbato. Ho cercato di fare chiarezza a partire da una tua frase, che riprende altri commenti simili ricevuti in passato da altri lettori. Niente di personale, assolutamente, anzi ti ringrazio per avermi dato un'occasione per spiegarmi meglio: e' probabile che non fossi stato troppo chiaro nel post.
Andrea ha detto…
Provo a muovere un po' la discussione: dicendo quello che dici, in un certo senso vuoi che commentiamo sul tuo concetto di divertimento.

Io non credo che tu ci stia chiedendo se crediamo che andare alle feste sia un fatto socialmente aberrante o no. O se "andare a bere una cosa" sia il primo dei passi che portano alla perdizione.

I nostri commenti dovrebbero essere secondo me qualcosa del genere: (a parte andare a "bere qualcosa"), per me una serata bella e non sprecata e' invitare qualcuno a casa, cucinare insieme e magari guardarsi un film coi ciabattoni sul tavolo. Anche senza andare da nessuna parte.

E' una delle chiavi di lettura che cerchi, o Fabio?
Fabio ha detto…
Forse ho un po' over-reacted stamattina, e chiedo scusa se fosse cosi'. Se puo' aiutare una nota climatica, c'e' il cielo grigio, e' Martedi', ho troppo lavoro da fare e gia' voglia di fine settimana. Per cui puo' darsi che non abbia colto l'elemento ironico.

Tu Andrea mi hai visto in profonda crisi a feste ed occasioni sociali, quindi sai di cosa sto parlando immagino, giusto? :-)

Ed essendo stato tuo ospite - ed avendo contraccambiato sul pavimento di casa - capisco perfettamente quello che dici. E aggiungo che conosco poche persone ospitali come te e Ila - anche bere una tazza di te' da voi e' un dono che si ricorda con piacere.

[Ho divorato cubetti di zucchero a pranzo, ora va meglio].
lophelia ha detto…
Questa Margaret Salmon è una grande!! ed è "supported" (qual è la traduzione esatta?) da Max Mara, il colmo, una ditta italiana...che ovviamente ben si guarda dal prodigarsi in simili modi in Italia, probabilmente ben sapendo che non avrebbe riscontro...non per rigirare il coltello nella piaga: è che girano le scatole a pensarci.
Anonimo ha detto…
chiedo scusa per la battuta, si riferiva ad un vecchio post su Irina l'imbianchina e sul concetto generale di conoscere persone sia alle feste che in altre occasioni, anche "strane", non volevo farti passare per un allupato nè per un imbranato-con-le-donne.
Peraltro anch'io ho sempre apprezzato poco le feste, di solito me ne stavo lì a guardare gli altri. Si possono fare osservazioni interessanti dal punto di vista sociologico, ma dopo un pò ci si smarrona. Ovviamente si può passare per "asociali", anche se -raramente- si passa per "misterioso ed interessante" (almeno nei miei ricodi di gioventù). Particolare importante: non mi piace bere, il che in genere fa parte integrante della festa (specie quelle british, o sbaglio?).
ciao
Auro
Fabio ha detto…
Lophelia -

Contento che anche a te piaccia, non avevo dubbi.

I suoi lavori dimostrano una grazia e una tenerezza straordinari, che entrano sotto pelle a poco a poco.

Il premio le e' stato conferito per un lavoro che si chiama Peggy, lo studio della vita quotidiana di una donna anziana che vive da sola facendosi bastare energie e soldi, circondata dai ricordi dei momenti belli della sua vita che si sta concludendo serenamente. Come ringraziamento alla ditta italiana, Margaret ha deciso di spendere la somma vinta per produrre un trittico che riprende l'arte del nostro Paese: dalle Madonne con Bambino al neorealismo.

Sono d'accordo con te, forse una ditta italiana pur molto popolare all'estero dovrebbe concentrarsi sui talenti del nostro Paese. Detto questo pero' credo che il premio sia stato ampiamente meritato - non mi viene in mente il nome di una giovane artista italiana capace di usare un medium nuovo per recuperare il passato.

Auro -

Grazie per non aver preso male le mie parole. Ero sveglio stanotte e mi sono rigirato nel letto varie volte con la preoccupazione di aver danneggiato un'amicizia che dura da anni con il mio commento. Sei stato il mio primo ascoltatore, uno dei primi lettori del mio blog e alla nostra amicizia tengo tantissimo. Ti stimo anche per aver messo in prospettiva le mie parole ed averle comprese.

Come dici, il fatto di non bere e' un po' uno screener qui a Londra purtroppo. Con gli Inglesi, almeno. Poi fortunatamente ci sono tutti gli altri, come ho gia' scritto altre volte. Non sento di non divertirmi qui, affatto - a pensarci non mi sono mai divertito tanto come in questi anni.
Unknown ha detto…
puoi sempre bere un succo d'arancia e andare a bere con i tuoi colleghi di tanto in tanto, vedila come uno studio sociale...molte volte ci si diverte un mondo ad osservare persone diverse da noi ..poi tra poco nei pub di Londra non si potra' piu' fumare..

Mi fai sapere quando vai alla prossima mostra del tuo nuovo gruppo di amici? Ciao, Myriam
Anonimo ha detto…
don't worry, colpa mia che ho fatto una battuta su un post serio.

Sarebbe a dire che in UK si fuma nei locali?!! cioè si esce con gli occhi che lacrimano e la puzza di fumo sui vestiti come da noi molti anni fa? e magari si buttano le icche per terra come usa in Spagna?
Per me era uno screener (per dirla all'inglese), stavo lontano dai locali più inquinanti. Credevo che foste in una nazione progredita, a parte Blair..
Auro
Fabio ha detto…
Myriam -

Hai assaggiato il "succo d'arancia" che trovi nei pub inglesi? La Fanta e' piu' sana e naturale. La teoria dello studio sociale funziona per un po', ma di fatto c'e' poco da studiare e molta noia. Il fatto che debbano devastarsi di alcol dice molto sulla possibilita' di divertirsi in quegli ambienti restando sobri, non trovi?

Il prossimo evento non compare ancora nel website: http://www.bloodarts.org.

Auro -

Sembra strano, ma fumo e guerra sono intimamente legati nella politica inglese. Blair e' ormai al di fuori di qualsiasi legalita', sta li' sapendo che nessuno lo voterebbe piu'. E' un uomo della peggiore destra, secondo me peggiore della peggiore Thatcher. Aderendo all'invasione capitalista imperialista dell'Iraq, ha perso ogni consenso interno. Da quel momento la sua strada e' stata in perenne salita. Anni fa, quando si discusse di proibire il fumo in Inghilterra, un pagliaccio del suo governo dichiaro' che si sarebbe trattato di un'iniziativa impopolare: a fumare, disse, sono le classi subalterne, e noi laburisti non possiamo alienarci una parte del nostro elettorato. Pensa te. Una cavolata come solo questo governo che, lo ripeto ancora una volta, rappresenta la peggiore destra populista, sa dire. Quindi non se ne fece niente, se non una leggina che avrebbe proibito il fumo solo nei locali dove veniva servito cibo - quindi solo i ristoranti - a partire dal I Luglio 2007. Poi e' successo qualcosa che non ti so dire esattamente, e all'inizio di quest'anno i giornali hanno pubblicato la notizia che dal I Luglio non si potra' piu' fumare in alcun luogo chiuso. Buoni ultimi in Europa. L'Inghilterra di oggi, grazie a questo governo vergognoso e sgangherato, rappresenta ancora una volta la retroguardia socio-culturale d'Europa.
lophelia ha detto…
Certo, volevo dire solo che fa un po' rabbia vedere che in Italia investono molto meno in queste iniziative.
Unknown ha detto…
si...non vado piu' nei pub eccetto quelli di campagna..ritrovo i miei colleghi o altri inglesi a cena..dobbiamo mangiare tutti, quindi trovo la cena un punto comune d'incontro