La penna (la macchina, la lavatrice, la televisione...)




Da quando Domenica scorsa qui in Inghilterra e' entrato in vigore il decreto che proibisce di fumare in tutti i locali pubblici, posso finalmente iniziare a frequentare il bel caffe' vicino a casa mia. Che e' proprio originale, ricavato in una warehouse, con sedie e ripiani messi davanti alle grandi vetrate, e alcuni comodi divani. E ben frequentato, da una clientela di venti e trenta-qualcosa: vestiti indie e buone letture. Anche la musica non e' male, indie pure quella ma non troppo banale, spesso scelta con gusto. Stamattina, per dire, mentre facevo colazione passavano per intero il disco di the Good, the Bad and the Queen. E si puo' entrare con la bici. E ci sono pure i biscotti per cani, da prendere gratuitamente per chi e' cosi' fortunato da avere un amico a quattro zampe.

Mentre sorseggiavo il mio te' e piluccavo un delizioso croissant di mandorle, immerso nel mio libro, un ragazzo con i capelli lunghi mi si avvicina e mi dice: "Hai mica una penna?". "Certo", rispondo, e mentre tiro fuori una penna dalla borsa gli dico: "Tienila pure, e' tua, quando passo in ufficio ne prendo un'altra".

Lui guarda un secondo nel vuoto, e poi mi fissa e dice: "Sai che facciamo? Dopo che l'ho usata la lascio qui, cosi' se qualcuno ne ha bisogno la puo' usare".

Non e' una cosa semplice e meravigliosa per iniziare la giornata? Ho provato a immergermi di nuovo nel mio libro, ma non ci sono piu' riuscito. La mia mente ha iniziato a vagare. Per quale ragione dobbiamo possedere una penna (una macchina, una lavatrice, una televisione...)? Non sarebbe immensamente piu' bello che queste cose esistessero senza essere di nessuno? Mi serve una penna per scrivere? Ebbene, mi guardo attorno, trovo una penna che qualcuno prima di me ha usato e ha lasciato (sul tavolino di un caffe', sul sedile dell'autobus, nella sala d'aspetto del dentista...), e la uso. Poi la lascio dove l'ho trovata, per qualcuno che ne avra' bisogno dopo di me.

Perche' possedere, perche' tutto questo mio, tuo, loro, di quell'altro? Perche' non condividere, usando rispettosamente cio' che e' di tutti?

Perche' il padronato? Perche' il lavoro salariato? Perche' la proprieta' privata?

Morte al capitalismo, finalmente, una volta per tutte. Evviva la condivisione. Evviva la vita.

Commenti

Anonimo ha detto…
The people recognize themselves in their commodities ;they find their soul in their automobile, hi-fi set , split level home , kitchen equipment
Herbert Marcuse
Fabio ha detto…
Se non ricordo male, dai miei studi universitari non proprio recentissimi, Marcuse diceva che l'uomo trova la propria anima nel consumo per dimostrare il concetto di alienazione, e quanto distante questo appagamento superficiale e' dal concetto di felicita'. Tutto torna. Grazie Prema per aver citato il vecchio zio Herbert.
Anonimo ha detto…
Un segno dei tempi, Fabio, il fatto che ti abbia cosƬ colpito e che sulla tua riflessione e sul tuo accorato appello ci si riconosca in modo cosƬ viscerale e assoluto. Un segno meraviglioso e terribile. Come a dire, forse il consumismo, portato all'estremo come siamo riusciti a fare in un terzo del mondo, sta omeopaticamente "curando" queste societĆ  malate e si autoeliminerĆ , travolto dalla voglia di vivere e condividere che giĆ  serpeggia e ci anima. Un segno terribile, perchĆØ se questo piccoli gesti ci possono cambiare la giornata vuol dire che "il resto", grand parte del resto, sta in un altro film ed ĆØ quello che stanno proiettando in questo momento. A Parigi, una settimana fa, a zonzo per festeggiare il mio compleanno, ho visto in una piazza due ragazzi sorridenti che, sotto un cartello traballante "free hugs", abbracciavano chiunque volesse farlo. Abbracci calorosi, veri, coinvolti. Un segno terribile e meraviglioso, pure questo. Della voglia di esserci insieme. Nel deserto della solitudine.
Fabio ha detto…
E' bello che ci siano persone che il film che stanno proiettando in questo momento non lo vogliono vedere. E che ne fanno uno proprio. Mi viene in mente che anni fa, a Milano, un'amica e io ci sedemmo sedetti in piazza San Fedele su due specie di scatole di cartone a parlare. "Che bell'idea quella di piazzare qui delle scatole di un materiale cosi' povero e contemporaneamente cosi' resistente" dissi a un certo punto. Quando ci stavamo alzando, un ragazzo si avvicino' e mi disse di aver sentito il mio commento. "Se ti piace la tua scatola, prendila e portala via con te" mi disse con modi gentili. E poi mi spiego' che si trattava di un piccolo esperimento che stavano facendo lui e dei suoi amici per far capire alle persone quanto e' bello fare qualcosa con le proprie mani e regalarlo.

Un'altra volta mi capito' qui a Londra. Era il No Buy Day, quello promosso da Adbusters, e un gruppo di studenti della School of Oriental and African Studies aveva messo un banchetto proprio davanti all'orrendo Brunswick Centre di Bloomsbury, tempio consumista che con lal sua sola presenza infanga la mia zona preferita di questa citta'. Regalavano dolcetti fatti da loro, rigorosamente vegani. Mi fermai a parlare con loro. Altre parole, altra musica. Un film completamente diverso, buono come il gusto indimenticabile di quei biscotti fatti in casa con miele e farina di soia.

Resistere al sistema capitalista di merda non e' solo giusto, e' anche bellissimo e generatore di entusiasmo e vita.
Anonimo ha detto…
lo sai cosa mi preoccupa ?
la pubblicitĆ  abnorme del credito al consuno , ĆØ allucinante !
agenzie di prestiti ,cessione del V dello stipendio ,carte di crediro con pagamenti rateizzati
(o fidelizzanti?)gente che x andare in vacanza alla Mauritius parti oggi e paghi tra 3 mesi si indebita x fare cose che la fanno sentire membri di qualcosa
ĆØ difficile mantenere la propria identita interiore ... viviamo in un mondo di wannabe !
Fabio ha detto…
Un modo per comprarsi un'anima. Qui a Londra dove le carte di credito non si pagano, ho letto di persone che ne hanno cinque o sei tutte in scoperto. I mutui li danno anche ai bambini di cinque anni probabilmente, per il 98% della casa. Inizi a indebitarti per pagare le tasse universitarie. L'ossessione per il lifestyle e' ovunque. Madonna e Kate Moss hanno infinitamente piu' potere di Gordon Brown. E' un delirio caro Prema.
Vale ha detto…
La vita ĆØ fatta di piccole cose.
Si sopravvive grazie alle piccole cose..
Fabio ha detto…
Vero, lo capisci quando ti volti indietro quanto le piccole cose della vita possono lasciare ricordi indelebili e insegnare tante cose.
Anonimo ha detto…
Evvivaaa Fabiooo! :-)
kissss
Fabio ha detto…
Da un po' non venivo a visitare le tue foto, sono sempre piu' emozionanti. Hugs!
Anonimo ha detto…
questa ĆØ un po' la filosofia del bookcrossing, e anche l'emozione che dĆ . purtroppo accade che gli altri non fidandosi pensino: se mi dĆ  qualcosa ĆØ perchĆØ vorrĆ  in cambio qualcosa'altro, ci sarĆ  sotto la fregatura ... e invece una volta tanto NO! non ĆØ cosƬ! ma in questo mondo come dare torto a chi non si fida? solo che qualcuno dovrĆ  pur iniziare, no?

bel gesto il tuo :)

saluti
Fabio ha detto…
Nel post si nasconde anche un po' di speranza che davvero le cose vadano cosi'. Qualche giorno fa stavo aspettando un treno alla stazione di Camogli, con un amico. Vista una panchina, abbiamo deciso di raggiungerla per sederci. Sotto alla panchina c'era di tutto: fazzoletti usati, involucri di gelati e merendine, bottigliette di plastica... Il mio amico ha citato proprio questo post, facendomi notare che non tutti forse considerano cio' che e' collettivo come qualcosa da rispettare e valorizzare. Forse, in qualche modo, ha ragione anche lui no? Il dibattito e' aperto, sono solo spunti, forse una soluzione non la troveremo mai e dovremo rassegnarci a essere ancora per molto una minoranza, chissa'.