Prospettive Musicali di Domenica 21 Ottobre 2007

La banda Nostrini è scesa al Chicobar (o come si chiama adesso), immagino a suonare qualche trallallero al pubblico domenicale.

La redazione è tranquilla e la colonna sonora salsa di Carlos mi tiene compagnia.

Playing or listening to Morton Feldman leads you to very unique moments, like those you feel when you look at a starry Summer sky, unable to measure its dimensions because this is beyond your understanding ha scritto il pianista belga Stephane Ginsburgh. E noi stasera esploreremo il cielo terso di questa fredda serata ascoltando una composizione del genio newyorkese. Composizione che cresce col tempo, e quindi penso di trasmetterne almeno 40 minuti, con un'introduzione parlata di una decina. Non sono tempi classicamente radiofonici, lo so, ma Prospettive Musicali è nata proprio per proporre un'altra idea di radio. Nonostante tutto, non si tratta di musica particolarmente difficile. Spero ascoltiate in tanti, anzi facciate esperienza in tanti perchè non di semplice ascolto si tratta.

La scaletta che ho in mente è proprio essenziale:

1) ANGELS OF LIGHT Black river song, da We are Him (Young God 2007)
2) MORTON FELDMAN For Bunita Marcus (Sub Rosa 2007).

Se volete, nello spazio commenti fatemi sapere cosa pensate dei suoni di Feldman. Suoni con infiniti gradi di libertà, che generano silenzio, lentezza, pace e una geometria melodica tutta loro.

Buon ascolto.

Commenti

Anonimo ha detto…
per la prima volta in vita mia ho sentito in radio un pezzo e mi sono detto "questo potrei suonarlo anch'io, con un dito solo".
Sarà che quando ho voglia di silenzio non accendo la radio....
Auro
Anonimo ha detto…
A me piace l'idea delle ultime puntate di mandare brani lunghi di questo tipo, anche se devo dire che nell'ambito musicale di Cage & company (non conoscevo Feldman, però) raramente ho ascoltato qualcosa di più che interessanti esperimenti sonori, più che musicali (ma la mia conoscenza è abbastanza limitata). p.s.: Radiotre, poco prima, mandava proprio le sonate di Cage di cui mi pare parlassi in trasmissione. Q.
Fabio ha detto…
Auro -

Io pero' non vedo nulla di male sul fatto che tutti potrebbero suonare un brano musicale. A parte il fatto che lo spirito del punk era proprio quello, e poi una delle cose che hanno reso grandi Cage e Feldman e' proprio la critica radicale di ogni autoritarismo/ gerarchia, compreso il rapporto classico compositore/ esecutore/ ascoltatore.

Anche sul fatto che la radio non possa trasmettere silenzio, non sono completamente d'accordo, come hanno dimostrato alcune delle mie ultime trasmissioni. Pensa alla musica ambientale di Eno e alla sua genesi. Eno penso' la ambient music come suoni fatti per cancellare i rumori di fondo della citta' e creare un "altro silenzio".

Posso capire le tue critiche, ma credo anche che la radio debba far riflettere sul rapporto tra rumore/ suono/ silenzio.

Dopodiche' so di prestarmi alla critica di praticare un eccesso di concettualita' in quello che sto facendo a Radio Popolare. E pero' deriva dal fatto che negli ultimi anni mi sono avvicinato molto gradualmente e naturalmente all'arte contemporanea concettuale, che a Londra e' cosi' facile da incontrare. E' un percorso interessante, e sto cercando di comunicare questo interesse a chi ascolta.

Se ci pensi, tu che ascolti i miei programmi dai profondi anni '80, quello che faccio alla radio riflette la mia vita, i miei interessi, la loro trasformazione ed evoluzione. In fondo, e' per questo che trasmetto, fotografo, scrivo: per cercare di condividere. Che e', spesso, davvero difficile, almeno per me.

Pero' le tue critiche le accetto di buon grado e ci pensero'.

Q. -

Credo che si trattasse delle Sonate per pianoforte, eseguite da John Tilbury, e potrebbero essere state trasmesse in diretta dall'auditorium.

Sono contento che ti piaccia questa mia idea di un'altra radio. Ieri pomeriggio, Eddi Berni a Radio Popolare ha trasmesso un pezzo di 10 minuti presentando la cosa come un "suicidio radiofonico". Per quanto "Camera a Sud" sia uno dei programmi che preferisco della radio di tutti i tempi, non sono molto d'accordo con lui questa volta. Io credo che ci siano spazi di sperimentazione del mezzo radiofonico. E' un mezzo che raggiunge tante persone, ad alcune delle quali piace sentire finalmente una radio "altra".

Poi bisogna vedere se sono capace di fare questa radio "altra", non e' detto ma almeno ci sto provando nel poco tempo a mia disposizione.
Anonimo ha detto…
Ciao Fabio, non mi inserisco nel dibattito musicale, ma ti dico solo che a Londra esiste un corso universitario in AURAL & Visual Cultures, con intere lezioni dedicate a Cage & C. Quanto alla proposta di far combaciare i nostri percorsi metropolitani e artistici, basta che mi mandi un'email (l'indirizzo e' sul mio blog) quando sei di nuovo in UK.
P.S.>Louise Bourgeois alla TATE M?
Anonimo ha detto…
Purtroppo riesco ad ascoltare solo raramente Camera a Sud, ma è stato proprio in una puntata di quella trasmissione che, credo almeno un anno prima del suo successo mediatico, Berni ha trasmesso in diretta un concerto di Allevi da Bollate, e anche quello secondo i canoni tradizionali avrebbe potuto essere un harakiri radiofonico. Morale: un po' di coraggio non fa male, anzi. Q.
Anonimo ha detto…
fai benissimo a tasmettere quello che ti senti al momento, come al solito. Che "l'altro silenzio" possa cancellare i rumori della città non è affatto vero, non era vero neanche per B Eno, per un semplice motivo fisiologico, il cervello si sintonizza sempre sul rumore più forte.
In realtà quello che hai trasmesso lo si può ascoltare solo in cuffia.
Il fatto però è che io trovo decisamente noiosa certa musica sperimentale, al contrario di quanto succedeva per il punk. E non è neanche indirizzata al popolo (in particolare a quello musicalmente ignorante, ma dotato di vitalità, com'era il punk), ma solo ad un'elite acculturata.
Insomma fai bene a trasmettere, consapevole che avrai poco ascolto.
Per Allevi invece il discorso è diverso, va molto di moda, la gente lo conosce o lo ha sentito nominare, è divertente da ascoltare, insomma non credo sia un suicidio radiofonico.
Evviva Tropici e Meridiani! (e Rockville!)
Auro
Fabio ha detto…
Moya -

Tornato ieri, e travolto da iper-lavoro, ma ti scrivo appena posso e andiamo certamente a vedere la mostra alla Tate Modern. Hai gia' visto l'installazione di Doris Salcedo nella Turbine Hall? Anche quella merita. Grazie per la segnalazione del corso, mi dirai di piu' quando ci vediamo. E magari mi presenti SE4, zona che conosco pochissimo. E il locale di Bloomsbury del quale parlavi qualche giorno fa. Pensa che abito abbastanza vicino e ci passo spesso a piedi, ma non l'ho mai notato...

Q -

Camera a Sud del resto e' proprio altra radio secondo me. Tra l'altro, pensa che Eddi Berni non l'ho mai incontrato in tutti questi anni, e' un caso piuttosto unico. Ho conosciuto tutti, ma proprio tutti, tranne Eddi Berni. Ed e' uno dei miei personaggi radiofonici preferiti. Fa quello che davvero gli piace, si sente, e gli riesce benissimo. Quando sono in Italia lo ascolto sempre, e molti suoi suggerimenti di lettura mi capita di seguirli.

Auro -

Ti ricordi ancora Rockville! Sono quasi commosso. E' davvero il nonno di quello che faccio adesso. Pensa che ne ho soltanto una puntata registrata, e quella cassetta (sulla quale registrai almeno 30 volte) resta uno degli oggetti ai quali sono maggiormente affezionato.

Il problema dell'elitarieta' dell'arte contemporanea l'ho affrontato molto brevemente proprio qualche giorno fa, in un servizio che credo si andato in onda ieri a Zoe. E' cosi', l'arte e la musica contemporanea parlano soprattutto a un pubblico di convertiti, che condividono una visione concettuale del mondo tipica di individui che hanno in comune un percorso di studi e stili di vita "alti". Pero' e' un peccato. Io non ho fatto studi artistici per esempio (mi sono laureato in economia politica con una tesi di sociologia sulle culture giovanili), eppure sono sempre stato attratto da quei linguaggi. Ti cito PJ Harvey, da un'intervista rilasciata a Wire: "I feel much more like an explorer. I am much more excited about laying my hands on anything that's new and I don't understand. That's what's most interesting to me at the moment. It's a life's work, exploring. I sometimes wake up in a panic, thinking I'll never get to exploreall these ideas I want to try before I die. It's a lovely but scary feeling". Ecco, se poni la questione arte/ musica contemporanea in questa prospettiva, ti rendi conto che si', sono d'accordo con te, parla specialmente ad un pubblico di "iniziati". E pero' anche a esploratori curiosi, come possiamo essere tu e io, non credi?