Movin' on up motherfuckers


[William Du Vall, Bobby Gillespie, Wayne Kramer, John Sinclair, Don Letts - Royal Festival Hall, Giugno 2008]


Ma si'. Prevedibile, ma mica troppo male. MC5 piu' Primal Scream, ultima serata del Meltdown organizzato dai Massive Attack al Southbank. Prima i Primal Scream per un'ora, poi gli MC5 per un'altra ora e poi una mezz'oretta all together.

I Primal Scream partono bene con Accelerator, che l'avevano scritta pensando a una sera come questa. Al primo c'mon una fiumana che comprende lo scrivente lascia le proprie confortevoli poltroncine e finisce a danzare proprio sotto il palco come fossimo in una Brixton Academy qualsiasi.

Gillespie e i suoi fannno un po' di avanti e indietro nell'archivio, classici come Kowalski e Rocks si alternano ai brani dell'album che uscira' quest'autunno. Il guardiano stamattina scriveva che le cose migliori le fanno quando si staccano un po' dai cliche' imparati a memoria nella loro collezione di dischi e dicono qualcosa di loro. Ma succede pochissimo. Forse Swastika eyes, forse. Pero' sono bravi e mischiano bene, e quando sei li' sotto non ci pensi e ti diverti un sacco.

Tutto studiato a tavolino certo, compresa la giacchina nera sfilata con eleganza e la camicina di lame' sul fisico ossuto. Ma finisce sempre cosi', uno comincia dicendo il punk e poi.

Poi arrivano gli MC5. Uno lo deve spiegare a Wayne Kramer che con la sua musica un completo giacca pantalone candido non c'entra un cazzo. Forse voleva che risaltasse la Stratocaster con la bandiera americana, e le scarpe blu e rosse, ma tutto cio' non sarebbe sfuggito a nessuno lo stesso.

Rob Tyner lo sapete che non c'e' piu', e allora hanno preso il cantante degli Alice in Chains, un nero ben piantato. Che, bisogna ammetterlo, ha una presenza sul palco piuttosto carismatica e Detroit 1970. Ce l'ho avuto addosso tutto il tempo e dovevo fotografarlo col grandangolo se no gli prendevo un incisivo per volta.

Aprono con Ramblin'rose, Kick out the jams l'hanno fatta per seconda, poi via con tutti i classici pure loro, Call me animal, Looking at you, cose del genere. Fino a The American ruse che chiude la loro porzione di tempo.

Bravi a riproporre una roba che sentita quarant'anni fa nella Detroit operaia doveva incendiare gli animi. Adesso e' revival, ma va bene cosi', sei li' sotto e ti diverti e non pensi come scrivevo un minuto fa, non fatemi dire sempre le stesse cose.

Poi tutti insieme. Che vuol dire due di tutto. Due batterie, due bassi, insomma un frastuono d'inferno che, per usare le parole del mio amico Marco, i Motorhead sembrano un gruppo folk-rock. I can only give you everything viene strabene. Gillespie fa un po' per conto suo e Du Vall non sa bene da che parte andare e guardare, ma poi si riprende.

Piu' strano vedere Wayne Kramer ancheggiare una Movin' on up che senza i coretti perde sempre un qualcosa del suo che. Ballano tutti, anche i tecnici e quelli della security.

Rocket Reducer la tirano per le lunghissime, con la solita pantomima dei cori, voi a sinistra dite questo, voi a destra cantate quest'altro. Un po' piu' di fantasia la prossima volta Wayne please.

Alla fine annunciano John Sinclair, quel John Sinclair, il fondatore delle Pantere Bianche, che adesso sembra di brutto padre Mariano, il frate della tele. Dice delle cose che nessuno capisce, su una Black to comm con violinista, saxofonista e Gillespie che gioca con i piatti, quelli della batteria non del giradischi.

A giocare con dischetti e lettori invece, appena fuori, troviamo il vecchio Don Letts, che fa girare per la billionesima volta nella sua vita Armageddon time. Tutti a danzare the night away nel foyer, ninfette ventenni e carampane cinquanta something ghepardate che dovevano essere ancora li' dal concerto di Grace Jones di settimana scorsa.

Fine del Meltdown. Mentre aspetto l'autobus sul ponte di Waterloo mi domando se Jason Pierce e' gia' al telefono con Iggy.

[Kick Out the Jams - MC5]

Commenti

Anonimo ha detto…
insomma una bella serata, direi. Certo che non si puĆ² far finta di essere 40 anni indietro, ma che due gruppi cosƬ riescano ancora a far divertire il pubblico, suonando anche insieme, che vuoi di piĆ¹.
E c'era pure l'autobus, mica come capita qui...
buon weekend
Auro
Fabio ha detto…
Si' pero' pensavo che non si puo' vivere e morire per la musica rock. Per il cinema francese, la musica brasiliana, la fotografia, la letteratura, ma non per il rock. E' un pensiero triste, ma e' la cosa principale che il concerto mi ha lasciato.

Volevo farci un post poi ho lasciato perdere.

Michael Stipe per dire adesso ho letto che vuole fare lo scultore.

Scusa, e' che sta piovendo e io di pioggia comincio a non poterne piu'.

Buon week-end, speriamo li' il caldo ceda un po' e qui smetta di piovere.
Anonimo ha detto…
Armagideon Time ĆØ un must di Don! Spero di poterla ascoltare nuovamente anche io (messa su da lui s'intende!)

un saluto

Ornella

http://westwaytotheworld.ilcannocchiale.it
Fabio ha detto…
Tra l'altro questa era una versione iper dub che nemmeno avevo mai sentito e che non finiva mai, bellissima.