An added touch

[Clerkenwell, Luglio 2008]



Finalmente ieri sono riuscito a trovare il tempo per vedere con calma Standard operating procedure di Errol Morris. Molto piu' difficile scriverne, ma desidero almeno provare.

Presentato al festival di Edinburgo di quest'anno, Standard operating procedure racconta ancora una volta le torture e gli abusi perpetrati nel carcere di Abu Ghraib, questa volta andando a intervistare i militari americani responsabili degli abusi.

Morris non giudica. Piuttosto sembra dare cosi' tanta corda ai militari carcerieri, che alla fine non possono che strangolarsi da soli, nei loro vani tentativi di difesa contraddetti da quelle impietose foto ricordo proposte e riproposte in continuazione. Prigionieri denudati, torturati, ammucchiati, incappucciati, costretti a masturbarsi, e carcerieri che sorridono come se fossero in vacanza e si trattasse di un gioco.

La forza del film credo che stia nella rappresentazione dei militari americani coinvolti, molti all'epoca dei fatti solo ventenni, come vittime di un gioco molto piu' grande di loro. E pero' anche gli unici a pagare: nessuno sopra il grado di sergente e' mai stato processato. Viene in mente Masters of war: You that build the big guns/ You that build the death planes/ You that build all the bombs/ You that hide behind walls/ You that hide behind desks.

Ad Abu Ghraib si e' verificata esattamente la dinamica descritta nel celebre esperimento di Philip Zimbardo a Stanford, 1971, che e' poi quella stessa dinamica che si e' generata a Bolzaneto in occasione del G8. Per citare le parole di Zimbardo, our planned two-week investigation into the psychology of prison life had to be ended prematurely after only six days because of what the situation was doing to the college students who participated. In only a few days, our guards became sadistic and our prisoners became depressed and showed signs of extreme stress. Qui sotto trovate un link al sito di Zimbardo, se siete interessati ad approfondire.

Ad Abu Ghraib e a Bolzaneto, invece, l'esperimento non e' stato sospeso da nessuno. In entrambi i casi, il giudizio e' stato incredibilmente clemente, e molte delle pratiche che considereremmo torture, sono state invece incluse nell'ambito della cosiddetta procedura operativa standard. Ricorderete sicuramente la famosa fotografia del prigioniero incappucciato, tenuto per molte ore in piedi con le dita collegate a fili elettrici e la convinzione che se si fosse mosso anche di pochissimo avrebbe ricevuto una scossa elettrica letale. Una moderna, crudele crocifissione.

Ebbene, pensate che per quell'atto nessuno ha mai dovuto rispondere: i giudici del tribunale militare che ha emesso la sentenza lo hanno considerato, appunto, una procedura operativa standard, volta a facilitare l'interrogatorio che avrebbe fatto seguito. Il tormento, si legge nella sentenza, fu solo psicologico, e il cappuccio an added touch.

Un peccato, ma molto indicativo, che a Morris le autorita' militari non abbiano concesso di intervistare Charles Graner, il baffo col basco che si vede in tante foto, piu' vecchio di tutti gli altri e regista dell'intera operazione Abu Ghraib.

Straordinaria, e posta strategicamente all'inizio del film, la sequenza nella quale si vede Donald Rumsfeld che anziche' visitare il carcere come nei piani, decide di dedicare il suo tempo a farsi fotografare con i militari della base. Anche in quelle foto tutti sorridono felici.

[Standard operating procedure]

[Masters of war]

[Stanford Prison Experiment]


Michele Serra in stato di particolare grazia su Repubblica di ieri, in caso a qualcuno di voi fosse sfuggito.

Sul linguaggio dei bambini di oggi:

Peraltro la sera prima su Italia 1 avevo seguito, di scorcio e per pura documentazione antropologica, un film d'azione americano, in prime-time, nel quale gli organi maschile e femminile, ivi compresi i loro modi d'uso, le loro possibili collocazioni anatomiche, il loro stato di servizio, venivano evocati ogni cinque secondi da una sceneggiatura fatta al massimo di una decina di parole, la piu' elegante delle quali era culo. E dunque, perche' mai gli imberbi urlatori dovrebbero ricorrere a petrarchismi, o rivolgersi al compagno di giochi come in un romanzo di Calvino o anche solo come in una conduzione di Baudo (un gentiluomo, avercene...) quando la fonte alla quale si abbeverano non prevede variante alcuna?

Sull'iniziativa soldati nelle strade:

Vedere qualche uniforme in piĆ¹ in giro per le strade, se non si ĆØ nei paraggi di Bolzaneto, puĆ² servire a dare qualche vaga certezza in piĆ¹ sulla permanenza di qualche comfort di carattere pubblico in un'epoca storica nella quale l'occupazione principale (di tutti) ĆØ consumare cose e denari, e la preoccupazione principale ĆØ il suo contrario: non avere abbastanza cose e denari da consumare. Il resto in fondo, Stato compreso, ĆØ diventato un optional.

Le forze di polizia, per bocca dei loro sindacati, hanno giĆ  fatto sapere che avrebbero gradito, piuttosto che aggiungere ai loro tanti doveri quello di dover scortare i giovani militari, inesperti di ordine pubblico, qualche taglio in meno ai loro bilanci dissestati. Un pieno di benzina in piĆ¹, quando la guardie devono inseguire i ladri, farebbe piĆ¹ comodo di un bersagliere a piedi, per quanto forte corra e suoni la tromba.

Domanda: ma voi vi sareste mai immaginati di provare, un giorno, nostalgia per Pippo Baudo, Amintore Fanfani e tutta la DC?

[Se il soldato torna in strada]


Stamattina mi sono alzato presto e mi sono concesso una buona colazione a Borough con quello che considero il miglior caffelatte di tutta Londra. (Barbieri inusualmente in a twitter stylee today).

[Monmouth coffee]

Commenti

Anonimo ha detto…
Senza contare l'"added advantage" che, quando andrĆ² a Milano mercoledi prossimo per la mostra di Bacon, mi sembrerĆ  di essere a Buenos Aires o Santiago del Cile nei piĆ¹ fondi, disperati e melmosi anni '70.

There's a riot going on...

JC
Fabio ha detto…
L'Europa e' sempre piu' lontana. Non riesco a capire quale sarebbe l'emergenza, da dove dovrebbe provenire questo imminente attacco.
Anonimo ha detto…
ohibo' - cos'e' un "twitter style"?

una considerazione: se ci pensi,una buona fetta dei politici della "prima repubblica" erano, ovviamente, direttamente od indirettamente legati alla costituente... quelli di oggi hanno una formazione di riferimento legato ad a) totalitarismi guerrafondai oppure b) paesi del terzo mondo (e pertanto ritenuti inutili e privi di storia e capacita' politica).

ciao caro italiano all'estero, auro
Fabio ha detto…
Auro -

Ma come, non sei mai stato tentato, nemmeno lontanamente tentato, di aprire un Twitter? E' una specie di blog in pilloline, nel quale informi le persone che ti conoscono di quello che hai appena fatto o stai per fare, frasette tipo quelle che molti insistono a mettere in Facebook di fianco al proprio nome, semplici impressioni, idee, ecc.

Allora, quello che tu dici e' quello che spesso mi capita di pensare in ambito musicale. Assumendo che esistano eta' dell'oro, la Costituente, gli anni '65 - '80, tali eta' dell'oro generano un'onda lunga ma non troppo.

Cioe', i politici che ricordano con nostalgia la Costituente, sono esattamente come le band che ricordano con nostalgia il periodo d'oro '65 - '80: cercano in ogni modo di riproporre quell'energia.

Il problema sono le generazioni successive: nella politica, nella musica, nel cinema, nella letteratura, ecc.

Che filosofi che siamo, ed e' solo Lunedi' mattina...
Anonimo ha detto…
Twitter so cos'e', ma che esistesse un "twitter style"... ohibo'!

Amen

Quanto a ricorsi storici, mode che ritornano, etc. - che tristezza pensare che anche il totalitarismo potrebbe tornare, no?

Che poi significa riconoscerne le tratte caratteristiche, tipo tentativi di schedatura della popolazione, monopolio di fatto dei mezzi di comunicazione, sottomissione della magistratura al volere politico, etc.

a.

P.S.: ogni riferimento a persone od avvenimenti della recente storia repubblicana e' intenzionale
Fabio ha detto…
Totalitarismo sottile, con i guanti di velluto, quasi invisibile. Capace di generare un generale consenso attraverso la riduzione delle imposte, unico tema che sembra interessare larghi settori dell'elettorato. Ambiente, poverta', integrazione, stato trasformate in parole impronunciabili, vecchie, noiose.

Hanno fatto un lavoro di manipolazione davvero pregevole, in questo aiutati dai vari gadgettari Apple, Facebook, ecc., anch'essi tutti impegnati ad addormentare l;e coscienze.

Prosit.