Movement and the experience of scents are important, but so is contemplation: just looking and breathing

[Hayward Gallery, Luglio 2008]

Poi prometto che per un po' evitero' di tediarvi con altre foto della Hayward gallery, ma permettetemi di celebrare come si deve il quarantennale di questa gloriosa istituzione londinese.

Bella non e' vista da fuori la Hayward, cosi' come belli non sono la Queen Elizabeth Hall, il National Theatre, il Barbican, massimi esempi di quell'architettura brutalista, che prende il nome dal beton brut che tanto piaceva al maestro Le Corbusier e che ha ispirato la costruzione degli spazi pubblici qui a Londra nei decenni '60 e '70. Pero' trovo che il Southbank, del quale la Hayward e' parte, e quel canyon urbano che e' il Barbican abbiano una loro notevole personalita'. Fossero delle persone, sarebbero dei tipi interessanti.

La galleria fu pensata per ospitare 2 o 3 mostre contemporaneamente, con il suo percorso che e' tutto un sali-scendi: rampe e scale che permettono prospettive interessanti sull'arte in mostra. Gli architetti che la progettarono pensarono anche a tre spazi esterni, grandi terrazzi affacciati sul fiume, ideati per ospitare sculture di notevoli dimensioni.

La galleria apri' nel Luglio 1968 con una mostra dedicata a Matisse. Io ricordo ancora bene la prima volta che ci andai, non tanto tempo fa. Era il 2002, e l'occasione fu una mostra su Paul Klee. Mi colpi' molto l'incontro scontro tra geometrie. Pensai che a Klee vedere le sue opere disposte in quello spazio avrebbe fatto piacere: concetti spaziali che dialogavano tra di loro in armonia, scambiandosi idee.

Da allora mi capita spesso di tornarci. Ricordo ad esempio in questi anni una mostra di fotografie e video di Sam Taylor-Wood, un'altra dedicata all'arte africana contemporanea, una retrospettiva sul lavoro di Dan Flavin, a proposito di dialogo tra concetti spaziali, una grande mostra dedicata a Roy Lichtenstein.

Il venerdi' sera la galleria resta aperta fino alle 10, e spesso diventa un luogo di grande tranquillita', con i custodi cosi' concentrati sulla lancetta dei secondi dei loro orologi da polso che se fotografate nessuno si preoccupa di dirvi nulla.

Il quarantesimo compleanno e' un momento delicato e alla Hayward hanno pensato di festeggiare davvero in grande stile, con una mostra che fa parlare tra di loro artisti visuali e architetti. Francamente, non mi aspettavo nulla di cosi' emozionante.

I vari livelli interni ed esterni della galleria sono stati divisi in undici installazioni, selezionate davvero molto bene. Capita raramente di imbattersi in una mostra collettiva di qualita' costantemente cosi' elevata.

Subito entrando, la prima sala e' occupata da una scultura walk-in, o life experience come definisce i suoi lavopri il brasiliano Ernesto Neto. Si tratta di una struttura in tessuto, un grande fragilissimo teepee trasparente, nella quale sono sospesi sacchetti di chiodi di garofano. Movement and the experience of scents are important, but so is contemplation: just looking and breathing sostiene Ernesto Neto. Un lavoro magico, che invita a sospendere il tempo e a fare quieta esperienza di contemplazione.

Alcune delle installazioni in mostra sono cataclismatiche, come la stella cadente di Do Ho Su, che esplora la distanza culturale della sua infanzia in Corea e della sua vita adulta negli Stati Uniti rappresentandola con la collisione di due edifici: la semplice e fragile casetta nella quale e' cresciuto, piombata come un meteorite su un apartments block newyorkese. Efficace teatro della memoria, che non lascera' indifferente chi vive in un contesto culturale diverso rispetto a quello nel quale ha trascorso la prima parte della propria vita.

Altrettanto cataclismatica l'installazione dei cubani Carpinteros: una casa che esplode, con mobili e suppellettili che volano dappertutto. Ferma il tempo come fosse una fotografia in tre dimensioni scattata in una delle tante zone del pianeta travagliate da guerre che sembrano non dovere finire mai.

E poi, subito dopo siamo invece accolti da un paesaggio di indefinibile pace. Uno spazio buio nel quale Rachel Whiteread ha disposto duecento case di bambola di costruzione artigianale, illuminate dall'interno con piccole luci. L'effetto e' quello di muoversi all'interno di un presepe di grandi dimensioni. Dopo cataclismi ed esplosioni torna a farsi strada dentro di noi un piacevole sereno silenzio.

Il piano superiore della galleria e' davvero indescrivibile. E' come provare a descrivere gli scivoli pensati da Carsten Holler per la Tate qualche anno fa: sono ideati per farne esperienza. Almeno due delle installazioni sono a quello stesso livello di genialita'.

La prima che si incontra e' quella di un collettivo austriaco chiamato Gelitin. Come ingentilire l'architettura brutalista della Hayward, si devono essere domandati. La risposta e' stata: con il simbolo femminile per eccellenza, l'acqua. Cosi', hanno fatto riempire d'acqua uno dei terrazzi della galleria, trasformandolo in un piccolo lago, con piattaforme mobili costruite con oggetti di scarto, sul quale puoi gironzolare a bordo di piccole barche fatte di leggero legno compensato. Con un po' di vento, come quando ci sono stato io, l'esperienza e' fantastica. Le barchette ondeggiano, e non mancano spruzzi d'acqua rinfrescanti. Attorno a noi alcuni dei landmarks di questa citta', dal palazzo del parlamento al London Eye. Da tempo non mi sentivo cosi' turista nella mia citta'.

E l'altra installazione irresistibile e' l'osservatorio installato su un'altra terrazza da un giovane artista argentino del quale si fa un gran parlare sulle riviste d'arte contemporanea di questi tempi, Tomas Saraceno. L'idea e' quella di costruire uno spazio nel quale volare, come sospesi su una nuvola. Sopra di noi una cupola trasparente, sotto uno spazio riflettente, con osservatori comodamente sdraiati. Solo due persone possono volare contemporaneamente, con parecchio spazio di volo a disposizione. Non voglio aggiungere altro per non rovinare magia e sorpresa: le foto di questa installazione le ho pubblicate come accompagnamento dei post di settimana scorsa.

La mostra Psychobuildings resta aperta alla Hayward fino al 25 Agosto, e io mi sento come se avessi appena preparato un pezzo per Zoe. A proposito, qualche tempo fa mi ha scritto Marina per chiedermi di partecipare come corrispondente da Londra anche alla prossima stagione, e ho accettato con grande piacere. Quindi alla fine dell'estate si riprende a scrivere anche per loro.

~

Segnalo a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a qui un bel test che ho trovato nell'eccellente blog di una cara amica, Lophelia. Il blog e' Fotosensibile, il link lo trovate nella colonnina qui di fianco. Il test, basato sulla teoria junghiana dei tipi psicologici, a me sembra serio e piuttosto accurato. In sostanza vi dice in che ordine utilizzate quattro funzioni: pensiero, sentimento, intuizione, sensazione.

Io sono uscito cosi':

Orientamento: introverso
Funzione dominante: intuizione
Funzione d'appoggio: sentimento
Tendenza: percettiva.

E' una persona creativa e curiosa. Aperta ed interessata a fare nuove conoscenze ma anche a conoscere nuove idee, libri, iniziative. Ha frequentemente un amore spiccato per l'arte. Puo' essere un buon comunicatore che si esprime in maniera appassionata. Ha bisogno di periodi di solitudine o di isolamento. Puo' avere delle forti spinte religiose o interessi spirituali. Sul piano lavorativo puo' essere attratto da professioni che abbiano una componente umana, relazionale o basata sul linguaggio. E' forse il piu' intellettuale tra i tipi sentimento.

Se volete cimentarvi, qui sotto trovate il link. Fatemi sapere, se cosi' desiderate, nello spazio commenti.

~

Appena comprato un paio di Birkenstock nuove nuove, che vanno a sostituire il mio glorioso paio comprato quindici anni fa con il quale sono stato ovunque, aggiustato un numero indefinito di volte, e che non ne puo' proprio piu'.

Entrato nel loro negozio di Covent Garden ho visto uno splendido paio di sandali in saldo, da 54 a 29 sterline, blu, proprio come quelli storici. Pero' in cuoio. Un po' a malincuore li ho posati e ho chiesto al commesso se avessero sandali cruelty free. Lui mi ha fatto vedere alcuni modelli. Quello che mi piaceva non lo fanno blu, e costava decisamente di piu', non essendo in saldo.

Un po' confesso che ho pensato a quale tipo comprare: quello che mi piaceva di piu' e costava meno ma non cruelty free. Oppure quello cruelty free, piu' caro e non del colore preferito.

Alla fine ho scelto quelli cruelty free. Tutte le volte che li mettero' pensero' a quella scelta e ne saro' un po' orgoglioso. Questa e' la mia idea di vestiti che e' bello mettere. Ognuno ha la sua idea di moda.

[Hayward Gallery]
[Il test di Fotosensibile]
[Sandali vegan]

Commenti

Anonimo ha detto…
Orientamento: introverso
Funzione dominante: pensiero
Funzione d'appoggio: sensazione
Tendenza: giudicante

ps. la versione estesa del risutlato del test la pubblicherĆ² domani...

:) ivan
Anonimo ha detto…
direi che il test ĆØ giusto, sei proprio tu...

JC

p.s.: ma li avevi ancora quei sandalazzi da tedesco in gita sul Garda???? :D
Fabio ha detto…
Ivan -

In comune abbiamo solo l'introversione, e naturalmente i gusti musicali. Curioso di leggere la tua descrizione completa.

JC -

Si', quelli, ma non li ho mai piu' indossati con le calze corte di spugna bianche, dopo che una volta mentre camminavo in una localita' della Costa Azzurra un signore italiano tutto stizzito, in piena notte, mi ha fermato e mi ha ammonito: dove credi di andare conciato in quello stato? Qui siamo in Costa Azzurra, lo sai o no? Tutto vero, ci sono i testimoni (il mio amico Umberto che ha una casa da quelle parti).

Comunque non ne potevano piu', uno dei due nonostante cuciture, ricuciture, risuolatura e tutto si e' lettarlmente spaccato in due.

Non sono mai stato un elegantone, lo so, ho altre qualita' :)

O forse e' solo epater le bourgeois, espressione che tu mi insegnasti?

Desidero lasciare il dubbio.
Anonimo ha detto…
a questo punto non puoi evitare di postare una foto delle scarpe nuove e dei vecchi gloriosi cadaveri. Tollerabile una maglietta degli Husker Du a fianco.
ciao
Auro
Anonimo ha detto…
questa installazione ĆØ davvero incredibile.
Grazie per aver messo le foto :)
che voglia...di tuffarmi sul tetto
Anonimo ha detto…
Simpatico, il test. Mi ha dato come parole chiave i tuoi stessi risultati, ma differisce un po' nel commento. Ciao. Q.
Anonimo ha detto…
Beh, sulla mia "friend with benefit" Ilenia fecero colpo alla stazione ferroviaria di Chariville.

Qundi l'eleganza la fa chi indossa, ĆØ assodato... :D

JC

p.s.; PubblicitĆ  Progresso: Extra nuovo in uscita a giorni. Byrds in copertina e retrospettiva del sottiscritto su American Music Club/Mark Eitzel...
Fabio ha detto…
Auro -

In effetti gli item ai quali ti riferisci si trovano in tre luoghi fisici differenti al momento: i vecchi sandali nella casa di campagna dei miei, la maglietta degli Husker Du ormai praticamente sbiancata nella casa di Milano e i sandali qui, pero' se ricevo altre richieste cerchero' di unire il tutto.

Fiorediloto -

Sai che l'acqua e' cosi' azzurra che invita davvero a un tuffo? Tra l'altro non e' nemmeno bassissima, un metro e 20, una nuotatina la si potrebbe pure fare.

Qohelet -

Raffaella, di la' da Lophelia, sostiene che quella combinazione corrisponde al tipo 4 dell'Enneagramma. A te che sei un lettore storico, tutto questo potrebbe ricordare una lunga discussione avvenuta da queste parti circa un anno fa.

JC -

Proprio in tempo per il mio prossimo ritorno in Italia. Tra l'altro mi pare di ricordare che Mark Eitzel lo intervistasti. Acquisto appena trovo un'edicola aperta a Milano in Agosto, ce ne dev'essere una.
Anonimo ha detto…
quindi ad Agosto sei in Italia?
ma allora ci si vede!
fai sapere
Auro
Fabio ha detto…
Seconda meta'. Si accettano inviti a cena, in case di vacanza, ecc :)
Anonimo ha detto…
SƬ, l'intervista ĆØ stata usata per il mensile, perĆ², ma alcune frasi sono rientrate dalla finestra.
C'ĆØ pure un articolo mio di due apgine su Ryan Bingham, il piĆ¹ plausibile figlio di Guy Clark in circolazione...

Texan fever...

JC
Anonimo ha detto…
SƬ, l'intervista ĆØ stata usata per il mensile, perĆ², ma alcune frasi sono rientrate dalla finestra.
C'ĆØ pure un articolo mio di due apgine su Ryan Bingham, il piĆ¹ plausibile figlio di Guy Clark in circolazione...

Texan fever...

JC
Fabio ha detto…
Prevedo mail di Caru', lo stesso giorno dell'uscita del supplemento, che ti implora di scrivere per loro!

BTW, sai che mi sto disaffezionando dalle uscite Lost Highway? C'e' stato un periodo, sara' stato il 2004, che ogni loro uscita era una festa, oggi invece...

Nel film Standard operating procedure del quale si parla nel prossimo post, uno dei militari americani che era stato assegnato alla Bolzaneto iraqena racconta della musica che veniva sparata nelle orecchie dei prigionieri. Pare che avessero iniziato con del rap, e che dopo un po' avessero notato che ai prigionieri addirittura piaceva. Allora provarono con l'heavy metal, senza grandi risultati. Solo quando iniziarono a suonare musica country, i prigionieri, pur di far smettere quello strazio, iniziarono a confessare qualsiasi cosa...
Anonimo ha detto…
Quando aspettavo pazientemente di intervistare Ryan, ĆØ arrivato un tipo assudro: camicia hawaiana da fan di Dave Matthews, bracaloni, sandali e un ipod ch esaprava msica a un volume assurdo nelle cuffie. Vine lƬ e mi fa "Scusa, ma sei un inviato del Busccaaaa??", con tipico accento brinazolo e voce altissima per via delle cuffie, che col cavolo che s'ĆØ tolto. "No," dico io, "del Mucchio". "Aaaahhhhhhhh" fa lui, e se ne va com'ĆØ arrivato...

Ovviamente non ĆØ gonzo journalism ma veritĆ  assoluta.

Poi: a me sono piaciute molto sia Mary Gauthier che Lucinda Williams, che pare non sbagliar un disco che ĆØ uno. Sul resto non sono ferrato, ma quello di Bingham ĆØ uno dei migliori "americana" lp del 2007. Fidatevi.

JC
Fabio ha detto…
Citando Mary e Lucinda mi sa che sei entrato nelle simpatie di Marco Reina, che Mary e Lucinda le nomina in ogni discussione musicale, forse anche quelle su Tropicalia :)