Meu nome e' Gal

[Chicago, Agosto 2006]


A scrivere un post il 5 Agosto viene troppo in mente lo stato d'animo di Azzurro, la canzone di Paolo Conte. Stesso senso di desolazione, con in piu' il fatto che qui a Londra il cielo e' gia' piovoso autunnale e il clima gia' da maglioncino.

Non so quanti di coloro che hanno la gentilezza di passare di qui anche una volta ogni tanto oggi saranno davanti a un computer, ma insomma, una cosina la scrivo lo stesso, anche solo per tenermi in esercizio.

E per fare finta che sia davvero il 5 Agosto, e non il 5 Ottobre come sembra guardando fuori dalla finestra, torniamo in argomento Tropicalia. Se il sole non c'e', che almeno la musica ci aiuti ad immaginarlo.

Lasciamo ancora una volta che a condurci per mano sia la meravigliosa Dusty Groove di Chicago. L'etichetta, in questo caso, invece del negozio. Solo 17 uscite, ma una piu' imperdibile dell'altra. Funk, R'n'B e, appunto suoni tropicali. Indispensabili, nel loro catalogo le ristampe di due assoluti capolavori di Jorge Ben: Jorge Ben del 1969 e Forca bruta del 1970.

E poi, sempre proveniente dal 1969, il secondo lavoro solista della meravigliosa Gal Costa, intitolato semplicemente Gal. Disco poco noto della sua discografia, per via della sua natura incompromissoriamente affascinata dai suoni psychedelici che arrivavano in Brasile da Londra e da San Francisco.

Disco che e' un atto di grande coraggio nel Brasile di allora. Nel Dicembre 1968 sia Cateano Veloso che Gilberto Gil furono arrestati dalla polizia della giunta militare e invitati a lasciare il Paese - fu quando entrambi vennero in esilio per qualche anno qui a Londra.

Isolata dai suoi amici, Gal Costa decise di pubblicare comunque questo atto di ribellione rispetto alla censura musicale imposta dal regime: presa di distanza definitiva dalla musica popolare brasiliana proposta dai festival teletrasmessi di quegli anni.

Disco ultra-elettrico questo Gal, verrebbe da scomodare il termine sperimentale. Tre brani scritti da Gilberto Gil, due da Jorge Ben, due da Caetano Veloso, uno da Roberto & Erasmo Carlos e uno da Jards Macale. Assolutamente il meglio degli autori brasiliani dell'epoca.
Arrangiamenti di quel matto di Rogerio Duprat, che ancora oggi accompagna Gal Costa in giro per il mondo - era con lei un paio di anni fa al Barbican, concerto del quale vi raccontai nel Maggio 2006.

Cinema Olympia, che apre il disco, e' la traccia piu' immediatamente memorizzabile. Un bel brano uptempo, gioioso, sospeso su quella linea di confine tra rock psychedelico e canzone brasiliana che chi ama i dischi incisi in quegli anni da Veloso, Mutantes, eccetera, riconoscera' immediatamente. Impossibile stare fermi. Celebrazione della vita culturale urbana: il Cinema Olympia era noto per le sue matinee del Sabato, molto frequentate dai giovani alternativi di Bahia.

Tuareg di Jorge Ben, anche sulla splendida raccolta introduttiva Tropicalia uscita un paio d'anni fa su Soul Jazz, scombina le carte sul tavolo. Come ascoltare i Tinariwen, ma trent'anni prima dei Tinariwen. Tributo alle popolazioni nomadiche dell'Africa occidentale, ispirato a Jorge Ben dal suono wassoulou del Mali, proprio lo stesso al quale si ispirano i nostri amati Tinariwen. Con in piu' un tocco di primordiale ritmo reggae.

Cultura e civilizacao, scritta da Gilberto Gil molti anni prima che proprio della cultura brasiliana diventasse ministro, e' laddove il disco deraglia totalmente dai territori tropicali e Gal rivela la sua fascinazione per il rock psychedelico dei Big Brother & the Holding Company. Distorisioni e riverberi a mille. Parentesi davvero OT: ma quanto era bello il periodo nel quale leggendo Big Brother non veniva in mente l'incubo televisivo globale?

Proseguiamo nell'ascolto, con una delle tracce piu' memorabili di tutto il disco: una versione di Pais tropical di Jorge Ben cantata insieme a Veloso e Gil. Lo spirito comunitario del movimento Tropicalia condensato in una canzone. Versione davvero vitale e scapigliata al punto giusto.
Meu nome e' Gal ritorna allo stile psychedelico sopra le righe del disco, cosi' come tutte le tracce che ne componevano la seconda facciata.

Molti anni dopo, Gal avrebbe parzialmente espresso una velata critica del disco, considerato meno efficace rispetto al suo esordio solista dello stesso anno, l'album intitolato Gal Costa: I like it, but I think it's a bit confused due to a general climate among the people... I knew that it wasn't a commercial record like the first one.

Piu' che altro, dischi diversi, lati complementari di un'artista che ancora oggi sa scuotere, emozionare e portare il sole dentro di noi.

Commenti

Anonimo ha detto…
Tanto per restare nel mood della leggerezza agostana, aggiungo che la Gal Costa poco piĆ¹ che ventenne che, in una foto all'interno del magnifico libretto della raccolta Tropicalia, immortalata di tre quarti sorride e accarezza teneramente un altrettanto giovanissimo Caetano Veloso, ha un viso assolutamente fresco e delizioso, che incarna alla perfezione la sua musica.
Oggi sono frivolo, vero caro Fabio ?

Nicola
Fabio ha detto…
La frivolezza, se misurata, rende la vita piu' leggera e sostenibile, non e' cosi'?

Sono di ritorno da un'intervista con Katie Mitchell, la sedicente piu' controversa regista teatrale inglese. Che prosopopea. Che poi almeno non si lamentino se il teatro e' morto e ormai ci vanno solo scolaresche in gita e novantenni rincoglioniti con l'apparecchio acustico. Un po' di frivolezza in quel frangente sarebbe piu' che benvenuta...

Tornando a noi, e proseguendo su quel territorio di infinita scoperta che e' la musica, suggesrisco anche, a proposito della nostra Gal e di frivolezze agostane assortite, di dare un'occhiata copertina di India, circa 1973, che all'epoca fu sottoposta a censura.
Anonimo ha detto…
Ho visto ... il censore deve essere lo stesso che di recente ha ritoccato il dipinto del Tiepolo a Palazzo Chigi nascondendo un seno per evitare di "turbare" l'opinione pubblica durante i monologhi del delinquente di Arcore ... oddio, verrĆ² censurato ?

Nicola
Fabio ha detto…
Questa non la sapevo proprio, mi mancava. Sapevo pero' che i Talebani gettarono in galera un pittore colpevole di avere dipinto fenicotteri con zampe troppo lunghe e provocanti, e che una volta in galera gli imposero di coprire tali zampe con castigati calzoni.

Il modello culturale al quale si ispirano mi pare bene o male lo stesso.
Anonimo ha detto…
un tocco d'estate e di terre lontane in questo grigissimo pomeriggio londinese, grazie tante.
strano ma vero,a proposito di big brother e di Gilberto Gil, domenica ho rivisto con piacere Brazil del buon Gilliam. Il format piu' nocivo degli ultimi 10 anni sembrava lontanissimo, allora.
saluti.
Fabio ha detto…
Ah, ma allora qualcuno che legge e' rimasto.

Che grigio eh? Non sara' che l'estate e' gia' finita? C'e' questo clima settembrino... Domani pero' dicono dovrebbe tornare a farsi vedere un timido sole. Speriamo.

Sai che Brazil non l'ho amato molto? Un po', ricordo di averlo visto (al Riverside) un Venerdi', con tutta la stanchezza della settimana che mi piombava addosso. Un po' il linguaggio surreale del film non e' esattamente la mia tazza di te. Forse dovrei rivederlo in un pomeriggio domenicale: le tue condizioni personali influenzano cosi' tanto il giudizio sui film che vedi.
Anonimo ha detto…
Quante coincidenze, 5 agosto, 1970, una recensione che ĆØ un ottimo spunto per ispirarmi uno splendido regalo...giĆ  perchĆØ oggi tocca a me festeggiare. Grazie.
Spiace per il tempo lassĆ¹!
QuaggiĆ¹ si sfiorano i 36° ed il cielo ĆØ sempre piĆ¹ blu con sfumature kaki, malgrado o per meglio dire, a causa di certi ipocriti moralismi.
Manu.
Fabio ha detto…
Auguri, con un giorno di ritardo! Il disco lo puoi ordinare direttamente da Dusty Groove, ma prima, se sei di Milano, fa' un salto da Buscemi che sul Brasile e' abbastanza forte.
Anonimo ha detto…
io resto anche in agosto e leggo, e se poi torni su Brasile e Gal io leggo ancor piĆ¹ volentieri.
d'accordo con te su Tuareg (esempio enorme di apertura musicale), d'accordo pure su quegli autori e la forza di quel movimento.

piccola info:Gil ha abbandonato il ministero per la musica (cosƬ dice!)

quel disco resta splendido comunque, Gracinha immensa!

l'idea di una frescura londinese da un poco sollievo, grazie, a presto, buon agosto!
Fabio ha detto…
Grazie per il tuo messaggio. Fa sempre piacere sapere che c'e' chi legge e apprezza, ancora di piu' in questo Agosto senza sole.

Ma pensa, Gil ha lasciato il ministero. Non me l'aspettavo. Solo qualche mese fa, visto al Barbican, ringraziava pubblicamente il presidente Lula per permettergli di prendersi lunghi periodi di vacanza da quell'incarico, nei quali scrivere e portare in giro per il mondo la sua musica.

Noi peraltro abbiamo Bondi e ce lo terremo per 5 anni.
lophelia ha detto…
maglioncino?!?!?!? vieni un po' a Firenze...ieri Firenze era sui livelli che hai potuto sperimentare nelle occasioni in cui ci siamo visti!
per il resto, nonostante il nostro profilo junghiano delle funzioni perfettamente coincidente, non riesco proprio ad essere attratta dalla musica brasiliana:)
Fabio ha detto…
Ma e' perche' non hai ascoltato quella giusta Lo!

Tra l'altro, non credo di avere mai raccontato di come sia nata in me la passione per la musica brasiliana, ma e' una bella storia.

Anni fa avevo una fidanzata di Roma, che veniva spesso a trovarmi a Londra. Era il periodo nel quale mi ero trasferito da poco qui, e trattavo ancora Londra come un immenso parco giochi, scorrazzando da una mostra a un concerto a una rassegna cinematografica senza fermarmi mai, cosi' per mesi.

Una domenica pomeriggio andammo in un cinema di Brixton a vedere non so piu' che mattone cecoslovacco. Per non arrivare in ritardo, finimmo per arrivare un bel po' in anticipo e ci trovammo in sala solo noi due. Prima del film, suonavano in sala un disco che piacque molto a entrambi. A un certo punto mi disse: ma perche' non balliamo? Cosi' ci mettemmo a danzare abbracciati in quel cinema deserto.

Alla fine del mattone cecoslovacco, decidemmo di salire in sala proiezione e chiedere di che disco si trattasse, e scoprimmo che era un album di Moreno Veloso, il figlio di Caetano.

Il giorno dopo, tornai a casa dal lavoro e quel disco stava girando nel mio lettore, mentre dal forno proveniva un buon profumo di torta, che mi ricordava che era il mio compleanno...

La mia passione per la musica brasiliana inizio' cosi', e sono contento che prosegua con lo stesso entusiasmo di allora, ogni volta che aggiungo una nuova perla a questa interminabile collana.

Comunque Lo, la prossima volta che ci vediamo porto con me la raccolta Tropicalia e ti faccio cambiare idea, guarda ne sono certo :) Anzi, andiamo al cinemino di Rifredi e balliamo pure :))