Other music # 7

[Trenino rosso del Bernina, Agosto 2008]

Il signore che vedete nella foto ci e' rimasto nel cuore. Ha fatto un pezzo di viaggio insieme a noi, accompagnato dalla sua bella macchina fotografica. Aveva l'aria piu' serena del mondo, l'aria di uno abituato a camminare con passo tranquillo su sentieri, col sole e con la pioggia. Senza preoccupazioni, o capace di farsele amiche e tenerle a bada.

Voglio diventare proprio cosi' ho detto, poco dopo che ci ha salutati con un bel sorriso, infilandosi sulle spalle un vecchio zaino.

Commenti

Anonimo ha detto…
ma il treno del bernina non ti ha ricrodato quello della valcamonica, un pchio-ino-ino?

JC
Fabio ha detto…
Il famoso naftone SNFT (che in valle chiamavano Senza Nessuna Fretta Trasportiamo).

Ma esistono ancora? Li ricordo dai tempi del servizio civile, 1988-89. Ci passavo sopra ore tutti i Lunedi' per raggiungere Breno.

Non mi sono mai annoiato pero', tra dialoghi con i valligiani e tonnellate di libri e giornali che portavo con me. E nei giorni di sole, contemplare il lago metteva tranquillita'.

Sai quanto mi mancano quei giorni? Facevo un lavoro utile, non avevo eccessive preoccupazioni, ero un ragazzino, Londra era un'idealizzazione lontana...
Anonimo ha detto…
ti dirò, my pal: li treno c'è ancora, si è messo un poco al passo coi tempi ma consta ancora di due-carrozze-due. Il massimo è andare in bici per la Franciacorta e trovare giù il passaggio a livello; aspettare il canonico quarto d'ora e vederlo passare. Con quelle facce che trasporta, misto di montanari post-endogamici e immigrati dell'est...

JC
Fabio ha detto…
Ecco, gli immigrati dell'Est allora non c'erano. Immigrato ero io che non capivo il bresciano stretto delle valli. Mi presentavo con i capelli lunghi e i vestiti a brandelli di allora dicendo "Buongiorno, sono il nuovo obiettore, c'e' qualcosa che posso fare per aiutarvi?". Ci mettevo mesi a vincere la diffidenza, ma a un certo punto mi sono accorto che in paese mi volevano tutti bene. Fu difficile terminare quell'esperienza. In un certo senso li sto ricreando quei tempi, ma come non lo posso spiegare qui.
Anonimo ha detto…
"che oulet, pò. Chi sét té. Ta manda oul koumou?"

Fatico io pure a capirli, quei bravi ometti e donnine dalle guance rosate di frescura montana e lo sguardo del dna troppe vlote incrociato.

Brava gente, in fondo: insulare e raccolta attorno alla propria vita.

JC