Wherever I lay my hat (reprise)


Scrivo, e intanto, come da tradizione, sto ascoltando il podcast della puntata di ieri di Late Junction. E' da quando arrivai a Londra nel 2001 che Late Junction esercita la sua silenziosa influenza su di me, e credo di poter dire, sette anni dopo, che ha trasformato il mio modo di ascoltare musica.

Late Junction ti apre la mente, la rende eclettica e flessibile, le insegna a recepire e collegare tempi e geografie. Abbatte steccati e confini, rende gli ascolti leggeri e liberi.

Esiste la musica del sistema, gretta ed escapistica e superficiale, e poi, nascosto ma vivo, esiste un universo altro fatto di Late Junction, Wire, Battiti, Other Music, Prospettive Musicali, l'unico davvero vitale io credo, sorprendente e pulsante. Se ti metti in ascolto, il segnale arriva forte e diretto. Scuote emozioni ed energie sopite, e nei casi migliori ti fa entrare in un'altra dimensione, piu' meditativa e profonda e libera.

A quell'universo appartiene My secret heart, che e' pura emozione che ti circonda, un lavoro che e' luce e suono, e che parte da lontano. Dal Miserere di Gregorio Allegri, capolavoro rinascimentale, tradizionalmente eseguito il Mercoledi' delle Ceneri, come invocazione a rimettere i nostri peccati, in preparazione per la penitenza quaresimale.

Miserere di Allegri che e' stato completamente riscritto da Mira Calix per essere eseguito dai performers della Streetwise Opera. Vera street art la loro, dato che tutti i performers che fanno parte di quella compagnia teatrale sono homeless. Quando arriva la sera, appoggiano il loro cappello da qualche parte, distendono i loro sacchi a pelo su un cartone e ci si infilano dentro sperando faccia un po' meno freddo di ieri notte.

Guardate, c'e' stato un momento durante la performance nel quale gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e non ho piu' visto nulla. Succede che tu sei li', in mezzo alla Clore Ballroom del Southbank per chi conosce il posto. Davanti a te hai un cilindro sul quale vengono proiettati i giochi di luce di Flat-e. Attorno a te, disposti in cerchio, ci sono i cantori. Improvvisamente si avvicinano al centro e poi si sdraiano tutt'attorno al cilindro, uno di fianco all'altro, facendosi spazio tra il pubblico.

Arrivano silenziosi e avverti la loro presenza soprattutto per l'odore di quei corpi, che e' umano e sporco e vero come la vita. Vedi quei volti segnati, da vicino come non li hai mai visti, e percepisci tutta la dolcezza amara di quelle esistenze ai margini. La gentilezza del loro imbarazzo mentre ti sfiorano, i loro sorrisi timidi mentre ti guardano e tu sorridi loro e loro ti rispondono con un sorriso sdentato e bellissimo. La loro silenziosa dignita'. E ti sembrano bambini cresciuti troppo in fretta o che non sono cresciuti mai. Aggrappati a un filo fragilissimo.

E allora mi e' venuto in mente di parlarvi di loro, E se potete, aiutateli, come siete capaci, per quello che siete capaci. Magari, se ve la sentite, fate un regalo di Natale in meno a chi ha gia' tutto come noi, e donate qualcosa a questi artisti veri, che ne hanno bisogno per fuggire il freddo e i pericoli della strada.

E adesso, per finire la settimana, Engadina television vi propone un assaggio della proiezione e della musica che accompagnano la performance:

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