Something about the way you taste makes me want to clear my throat



It's funny, because people think of Devo as cynical, but we were optimistic. Because even though we talked about de-evolution, we thought people just need to know the right information and they'll make the right choices. We didn't think it was going to turn out the way it has turned out, as of today. Much more Devo than we thought it was going to be.

- Mark Mothersbaugh, Wire, Maggio 2009


Un paio di giorni fa i Devo, per la prima volta nella loro storia (e forse l'ultima dato che si trattava di un progetto one off per quanto si sa), hanno suonato dal vivo dalla prima all'ultima nota Q: are we not men? A: we are Devo!. E' successo qui a Londra, al Forum di Kentish Town.

Prodotto da Brian Eno negli studi di Conny Plank, pubblicato nel 1978, quel disco fu un UFO venuto fuori dal nulla, un oggetto misterioso, di genialita' inspiegabile, messo insieme da un gruppazzo garage dell'Ohio che di li' a poco sarebbe naufragato in un mare di insulso electropop.

Per ragioni anagrafiche, l'esordio dei Devo fu uno dei dischi che mi fecero innamorare di quella cosa che chiamiamo musica. L'ho ascoltato almeno 1000 volte, ne conosco ogni sfumatura e verso a memoria, e sono sicuro che potrei riascoltarlo altre 1000 volte (e lo faro' spero) con lo stesso entusiasmo.

Nel 1984 mi si presento' la possibilita' di trasmettere il mio primo programma alla radio. La sigla, decisi, doveva essere una traccia che mi avrebbe dato forza. Doveva essere Gut feeling.

Impossibile descrivere cosa succede alle prime note di Uncontrollable urge. Pogo assolutamente spaventoso, con Mothersbaugh (59 anni tra qualche giorno, capelli completamente bianchi) che prima scende tra il pubblico e poi salta per il palco strappando le tutine gialle dei suoi compari, rischiando l'incidente quando finisce per ostacolare il batterista. Il quale tiene in scioltezza ritmi totalmente improbabili. Dovreste vederlo durante Satisfaction, impossibile descrivere quello che ho visto.

Tra un brano e l'altro i Devo nemmeno prendono fiato. Mongoloid e' un altro pogo spaventoso che ti travolge, con tanto di sing-along.

Prima di lanciare Jocko Homo, Gerald Casale prende la parola: noi allora vedevamo segnali, ma chi avrebbe pensato negli anni '70 che la de-voluzione sarebbe progredita a questa velocita'. C'e' ancora qualcuno tra di voi che ha dei dubbi?

Tutto l'album scorre trascinando con se' ricordi su ricordi, fino a Shrivel up. I Devo lasciano il palco mentre l'effettino elettronico che chiude la traccia e l'album resta in loop. Sono passati 45 minuti dall'inizio del concerto. I cinque saliranno ancora brevemente per un paio di tracce. La prima non ricordo di averla mai sentita, credo che sia da uno dei loro ultimi album, quando ormai non li seguivo piu'. La seconda e' Gates of steel da Freedom of choice, che nemmeno mi piace.

Ma chi se ne importa in fondo dei bis, quando ho appena fatto un'esperienza assolutamente mistica. Esco dal Forum. Attorno ai negozietti di kebab di Kentish Town si raccolgono piccole folle di omini con cappellini di plastica rossi a forma di vaso. Vado a prendere l'autobus 46 che mi riportera' a casa, sorridendo felice.

Commenti

Andre ha detto…
Oh, non c'entra davvero un belin, ma ti volevo ringraziare per avermi fatto conoscere "Uncertain smile" dei The The!
Quel pezzo ĆØ magico...tramette un'atmosfera sospesa.
La dimostrazione di come 4 note possano creare un mondo senza bisogno d'altro. ;-)
Anonimo ha detto…
Anche secondo me "Are we not men..." uno dei dischi piĆ¹ belli del mondo. I loro primi album, tra l'altro, sono stati ristampati a due a due su cd per davvero quattro lire/euri. Se non bastasse la loro musica, mi ĆØ capitato di leggere qualche fenomenale intervista dei Devo, fenomenale per l'intelligenza che ne usciva ad ogni frase. Qohelet.
lophelia ha detto…
invidia! proprio ieri mattina uscivo dal lavoro con le cuffie e sentendo Mongoloid pensavo che non ha perso un mg della sua forza
Fabio ha detto…
Andre -

Mi fa piacere. E' una traccia che mi segue ovunque, dal giorno della sua uscita. Quando me la sto dimenticando ci inciampo dentro e mi regala lo stesso senso di meraviglia di quando l'ascoltai per la prima volta.

Qohelet -

Inventarono un loro linguaggio. I loro testi li capisci solo se padroneggi perfettamente la lingua inglese, tanto sono pieni di assonanze, frasi idiomatiche, giochi di parole. E anche un linguaggio musicale tutto loro, fatto di geometrie improbabili che pero' miracolosamente "stavano in piedi". Poi si persero purtroppo. Il loro esordio sta lassu' nell'empireo degli esordi geniali di quegli anni: Talking Heads, Suicide, Ramones.

Lophelia -

Fantastico che anche tu in questi giorni li abbia ricordati, con una delle loro tracce migliori peraltro. Mongoloide, era un mongoloide, ma era piu' felice di te e di me: geniale canzone sulla felicita', che e' nostra se solo sappiamo apprezzare l'essenza delle cose semplici. Dicevano tutto con nulla i Devo. Gloria a loro, per sempre.