Prospettive Musicali del 10 ottobre 2010

Puntata monografica stanotte, dedicata agli anni d'oro della Elektra records. (Adesso che so che la preparazione di puntate monografiche dà tanta soddisfazione, aspettatene presto altre...).

1) JOSH WHITE
St. James infirmary
da Sings ballads and blues
(Elektra, 1957)

2) FRED NEIL
Bleecker & MacDougal
da Bleecker & MacDougal
(Elektra, 1965)

3) JUDY COLLINS
Masters of war
da 3
(Elektra, 1963)

4) LOVE
My little red book
da Love
(Elektra, 1966)

5) DOORS
Soul kitchen
da The Doors
(Elektra, 1967)

6) PAUL BUTTERFIELD BLUES BAND
I got my mojo working
da The Paul Butterfield Blues Band
(Elektra, 1965)

7) LOVE
A home is not a motel
da Forever changes
(Elektra, 1968)

8) TIM BUCKLEY
Strange feelin'
da Happy sad
(Elektra, 1969)

9) STOOGES
1969
da The Stooges
(Elektra, 1969)

10) DOORS
The changeling
da LA woman
(Elektra, 1971).

Ascolta.

Prospettive Musicali e Engadina Calling tornano tra 7 giorni. Prospettive Musicali va in onda tutte le domeniche alle 22.35 su Radio Popolare, 107.6.

Commenti

oceano ha detto…
questo blog langue.
io pure
Fabio ha detto…
Si' vero, langue, ma langue collettivamente. Il valore di un blog sta nella sua capacita' di generare un dialogo, una condivsione viva e partecipata.

E mi piace scrivere qui solo se chi passa interagisce e partecipa. Se prende qualcosa e lascia qualcosa in cambio (come fai tu, ad esempio). Altrimenti diventa un monologo. E i monologhi sono tristi e morti tanto quanto gli scambi sono belli e vitali.

Se Engadina Calling e' diventato inutile, se i suoi ex-lettori si sono trasferiti tutti quanti su Facebook, se il codice comunicativo della rete e' cambiato, allora e' tempo di considerare serenamente l'esperienza chiusa, e andare oltre.

(In ogni caso non sto scrivendo principalmente perche' sono a Milano, e quando sono qui non ho un momento per me. O forse quelli che passo qui sono tutti momenti per me. Ancora una volta mi rendo conto di quanto questa citta' mi accoglie sempre con cordialita' e calore, nella stessa misura nella quale Londra mi fa sentire solo, esposto, invisibile e sostanzialmente inutile. A Londra scrivo per colmare un vuoto, quando torno nella mia citta' i vuoti da colmare scompaiono, travolti dal calore di presenze familiari e sincere. Sto iniziando a pensare che Londra mi serve proprio per apprezzare Milano, come nello yoga la tensione generata da certe asana ti permette in seguito di provare un senso piacevole di rilassamento profondo quando rilasci ogni tensione).

Comunque sto concludendo che Londra fa male. Una storia d'amore bella ma finita, da tempo.
oceano ha detto…
ti invitavo a scrivere perché mi piace leggere.
non era un'accusa di pigrizia, eh!
Languivo io nella sua mancanza.

Le storie dei migranti si incrociano. A Settembre sono tornata a Londra dopo 15 mesi di nomadismo e incertezza. Non bello. L'incertezza c'è ancora ma scelgo di coltivarla qui. Adesso sto bene qui. Sono invisibile qui come in Italia ma qui preferisco, almeno sono utile.
Sul resto non dico, è un po' privato.
L'italia mi serve per apprezzare Londra. La sua frenesia isterica fa sembrare la mia meno folle.

La mia storia d'amore rinasce adesso che la sento più sofferente.
Unknown ha detto…
Fabio, io ti leggo sempre ma non sempre commento anche perche' molte volte non ho niente da dire, ooops ..da scrivere.
Personalmente,non vedo la scrittura come un mezzo per colmare vuoti la vedo di piu' come un'urgenza, quasi un'elemento fisiologico. Personalmente scelgo la forma del blog perche' mi permette di applicarmi un po' di piu'.Per esempio, se riprendo in mano i miei appunti di viaggio non fanno proprio nessun senso perche' li ho scritti su un treno, autobus e ho buttato pensieri alla rinfusa. Mi conosci, la mia impetuosita' e' sempre stata uno dei miei piu' grossi difetti. Certe volte riesco a scrivere con la folla attorno. Quando sono sola, preferisco leggere un buon libro nell'assoluto silenzio o ascoltare la radio. Il blog e' anche un'esercizio di scrittura e permette anche di analizzare piu' profondamente un evento che hai vissuto o dare legerezza a un evento che pensavi importante.
Su Londra, sai i miei pensieri. Dopo dieci anni ho ancora le lacrime agli occhi quando guardo il Big Ben o quando attraverso il ponte da Embankment al Royal Festival Hall. Adesso mi sono anche unita a un gruppo di esploratori urbani che trovano la bellezza anche in una sedia rotta in un magazzino abbandonato. A Londra,mi fermo di tanto in tanto ad abbracciare i muri, gli alberi, le statue i lampioni. Beh vorrei anche abbracciare le persone per strada ma quello mi riesce anche difficile in Italia. :) comunque spero di vederti presto presto. Un bacio, Myriam
oceano ha detto…
lui è il maestro degli esploratori urbani.
Unknown ha detto…
ah adesso capisco perche Will, Ian e Russell se ne stavano a fare combutta un po' tra loro e c'era un tizo che li seguiva con una videocamera che non si e' mai presentato..: grazie per il link.
oceano ha detto…
Che figata!
Io li conosco solo come Mr Self, Mr Sinclair and Mr Brand e solo dalle pagine dei supplements dell'Independent
Unknown ha detto…
IO AMO WILL SELF: uno degli autori piu' geniali di questi ultimi vent'anni.
oceano ha detto…
e l'hai conosciuto in carne ed ossa? come ti invidio.
la mia asocialità ursidica mi rende la vita una miseria, un vero deserto intellettuale
Unknown ha detto…
eh eh magari ;)
Marco Reina ha detto…
A proposito di quanto scrivi ("Londra fa male..."), profetico era il titolo del film ("London Kills Me") che lo scrittore Hanif Kureishi realizzo' circa venti anni fa.
Cerca di vederlo se ancora non lo hai fatto o di leggerne la sceneggiatura (venne pubblicata dall'editore Faber&Faber).
E, d'altronde, non e' forse la trasformazione del nome del tuo blog da "London Calling" all'attuale "Engadina Calling" un'implicito riconoscimento del fatto che "Londra fa male/mi uccide"?
Concordo in pieno, una storia d'amore bella (direi addirittura meravigliosa, nel mio caso specifico) ma finita.
Fabio ha detto…
Oceano -

Specularmente rispetto a quello che dici: a me Londra credo serva per apprezzare Milano. Ma in realtà l'esempio della storia d'amore finita è molto adatto a spiegare il mio rapporto con Londra. La guardo negli occhi senza riuscire a capire come abbia fatto, un tempo, ad innamorarmi di lei.

Forse, ci ho pensato spesso, mi servirebbero 15 mesi di nomadismo e incertezza, per capire.

"Sul resto non dico, è un po' privato" è una frase che, detta da un blogger, è tenerissima. Senza i nostri blog, conveniamone, quanto dovremmo spendere in analisi?

E no, non direi che la tua vita è un deserto intellettuale. Non ti spiego adesso perchè, dato che sono quasi le dieci e mezza di domenica sera e devo entrare nello studio giallo.

Myriam -

Mi racconterai di questa hug therapy che coinvolge lampioni e statue. Interessante.

Marco -

Da London is the place for me a London kills me, e senza passare dal via. Servirà una vita per capire cos'è successo rivedendo questi anni alla moviola, avanti e indietro, avanti e indietro.

(E in ogni caso: oggi leggevo Tutto Milano. Non direi che, anche dal punto di vista culturale, Milano offra molto meno di Londra. Ci sono belle mostre, bei cineforum, un'opposizione sociale vitale. C'e' Radio Popolare, ci sono tante belle librerie... e i dischi ce li faremo mandare per posta, come del resto facciamo ora, comprandoli direttamente dalle etichette, aiutando gli artisti che amiamo).
Unknown ha detto…
cerchero' il film "London kills me" ho appena visto che e' la storia di un gruppo di senzatetto e tossicodipendenti, un po' lontano dalla mia realta' londinese, ma penso valga la pena darci uno sguardo per capire un po' di piu' la citta' nella quale vivo.