François Truffaut, L'amour en fuite (1978)

L'ultimo episodio della saga di Antoine Doinel (della quale abbiano gia' parlato qui e qui), e' a mio parere uno dei film piu' sottovalutati di Truffaut.

E' una pellicola cosi' ricca di dettagli e di ricordi (resi attraverso frammenti degli episodi precedenti), che non so nemmeno se abbia senso raccontarne la trama.

L'amour en fuite coglie un momento di trasformazione di Antoine, elegante ma irrisolto e un po' arrogante trentenne che pur avendo pubblicato un libro autobiografico si guadagna da vivere come correttore di bozze.

Il film si apre nel momento piu' felice della relazione tra Antoine e la fascinosa Sabine, che gestisce un negozio di dischi nel centro di Parigi (osservate come erano belli i negozi di dischi quando esisteva solo il vinile - nonche' nella scena iniziale la maglietta di Snoopy indossata da Sabine, che se siete stati teenager alla fine degli anni '70 non potete non avere avuto anche voi).

Una mattina cosi' confusa e felice, che Antoine dimentica che proprio quella mattina deve recarsi in tribunale per la sentenza di divorzio dalla moglie, l'altrettanto fascinosa Christine. Per dire quanto la saga di Antoine Doinel sia di fatto l'autobiografia romanzata di Truffaut, basti ricordare che proprio Claude Jade che interpreta Christine, fu per un certo periodo la fidanzata del regista.

Nel corso del film, Antoine ri-incontra anche Colette che, come forse ricorderete, nel secondo episodio della saga rappresenta l'amore irrealizzato, la donna che fa soffrire il diciassettenne Antoine.

Magistrale, piu' ancora che negli episodi precedenti, l'uso da parte di Truffaut del flusso di coscienza, del ricordo di momenti che sono stati emozionanti e che nel film si riflettono amplificate sulla superficie del presente, come a voler forse dire che le emozioni trascendono il tempo, restano impresse dentro di noi per sempre.

Consiglio di cercarlo al cinema, su grande schermo, ma se invece desiderate vederlo subito sul vostro computer, lo trovate qui.

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