"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

No, niente rimpianti.
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.

E ora?
Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo".

Qualcuno era comunista

Commenti

Anonimo ha detto…
tutto molto vero e amaro. Poi scopro che a metà mese esce un nuovo disco dei GY!BE, e tutto si rimescola magicamente.

Basta poco, a volte. Se poco è e no, col cavolo che lo è.

JC
Fabio ha detto…
Si' JC pero' sono un po' voletti, non il volo vero del gabbiano ad ali dispiegate, no?

L'ho detto tante volte a me stesso.