[1334] Atmosphere

Una delle ultime cose che ho fatto prima di lasciare l'Italia e' stata una visita di prima mattina al piccolo cimitero in collina dove riposano i miei nonni.

Quel cimitero e' un luogo che comunica un senso di pace, anziche' di tristezza. C'e' tutto quel silenzio attorno, interrotto solo dal ritmico suono dei nostri passi sulla ghiaietta, e il verde, i fiori, le tombe di pietra. E ci sono tutte quelle storie, piccole e grandi, sintetizzate in fotografie ingiallite.

E' bello che nel calendario italiano ci sia un giorno dedicato al ricordo dei nostri cari che non ci sono piu', e che quel giorno cada all'inizio di novembre, nel cuore di quella stagione di colori silenziosi che e' l'autunno.

Qui in Inghilterra invece quel giorno di raccoglimento si cerca di contrastarlo in tutti i modi, con mascherine e schiamazzi che ammetto di trovare piuttosto senza senso. A me non turba pensare che un giorno non ci saremo piu': mi aiuta a vivere meglio, a provare a dare un senso a ogni giorno, per quanto sia a volte difficile.

Commenti

The Music Is Inside ha detto…
Il ricordo di chi amiamo e non e' piu' in terra, il necessario raccoglimento, il silenzio e, quindi, la comunicazione non verbale sono componenti essenziali della nostra esistenza.

Proprio alla memoria di chi non e' piu' qui ma che e', giorno dopo giorno, ancora piu' qui (il paradosso e' voluto), dedichiamo cio' che abbiamo scritto noi, oggi, di la' nel nostro weblog.
Fabio ha detto…
Grandissimi Big Star, e sono contento che tu abbia ripreso a scrivere sul tuo tazebao.

Ti trascrivo una frase che ho letto proprio oggi in una raccolta di scritti di Banana Yoshimoto, a proposito della memoria del nostro passaggio sulla Terra:

"Quando moriamo,non possiamo portare niente con noi, né il denaro, né la casa, né l’auto, né la persona amata, né la nostra famiglia.

Neanche i vestiti e gli anelli che abbiamo indosso possiamo portare.

Quello che possiamo portare, invece, sono i ricordi, tanti da non poterli tenere tutti.

Sicuramente ci saranno anche brutti ricordi.

Però, forse, quando moriamo, anche quelli si trasformano in bei ricordi.

E, mi domando, accumulare bei ricordi, non è forse la sola cosa che possiamo fare nella vita?".
The Music Is Inside ha detto…
Grazie.
Ad essere precisi, non abbiamo mai smesso di scrivere.
Solo pubblichiamo la' in maniera infrequente, quando ci garba farlo.
Cosi', senza regole, senza periodicita', senza assillo, con totale irrisione di ogni e qualsivoglia norma.
Dopo tutto e' casa nostra e, quindi, siamo padroni assoluti.
Fabio ha detto…
Nello spirito rilassato dei blog, giustamente. Taccuini che ci sono quando ci sentiamo di usarli, per scrivere o per rileggerli.
Anonimo ha detto…
Il giorno 1, ho intervistato Ari e Dominic dei Breathless...

Molto appropriato, direi :D

JC
Fabio ha detto…
Decisamente. Ricordo che da noi diventarono piuttosto conosciuti nella seconda meta' degli anni '80, a seguito del relativo successo di This Mortail Coil, Cocteau Twins, ecc.

Tutte formazioni che con la cultura dominante inglese (quella dei lads) c'entrano ben poco, e che mi mandarono parecchio fuori strada. Nella mia cameretta vogherese infatti immaginavo che tutti i giovani inglesi fossero cosi', appassionati di pittura pre-raffaelita, lord Byron, ecc. :)

E invece qui i Breathless nessuno sapeva chi fossero.

Peraltro, direi che quella scuola, di pensiero e stilistica prima ancora che musicale, non ha lasciato traccia nell'Inghilterra di oggi, purtroppo.

Diciamo pure che il relativo successo dei Breathless da noi fu dovuto in buona parte alla prosa dell'ottimo Alessandro Calovolo (RIP), che era molto appropriata per descriverli e farli comprendere.
Anonimo ha detto…
c'è un disco nuovo loro, molto buono, che esce questo mese.
E che fa a fettine tutti i gruppetti dream-pop odierni che a loro devono praticamente tutto.
Sono persone gradevoli, in ogni caso: Dominic ride un sacco, non lo diresti pensando alla msuca che fanno; o forse, pensandoci, sì.

JC
Fabio ha detto…
Sai cosa JC? Mi e' venuta voglia di vedere che faccia hanno adesso, poi mi sono trattenuto. Gli inglesi, e soprattutto le inglesi, hanno una tendenza a sformarsi molto rapidamente, passando i 40, a invecchiare in fretta: perdono i capelli, mettono su chili, ecc.

Non so se sia successo anche a loro, ma preferisco ricordarli com'erano, con quella loro aria libresca da letture solitarie in riva a un torrente. Li ascoltero' molto volentieri pero', seguendo il tuo consiglio, e ricordando quegli sguardi otherworldly e gentili che mi colpirono molto quando li vidi in copertina su Rockerilla.