Commenti

giacy.nta ha detto…
Aspetta...sono gli stessi colori del dipinto appena sotto!:)
Fabio ha detto…
Ottimo spirito di osservazione! Se hai voglia e se ti capita di ritornare, mi dici come sei arrivata fino a qui? Era da tanto che non ricevevo commenti da lettori nuovi.
L. ha detto…
era un po' che non passavo da queste parti...foto sempre più belle!
(e anch'io avevo notato la stessa cosa di giacy.nta)
L. ha detto…
anzi sai cosa Fabio? mi piacerebbe pubblicare questa foto su Un'altra donna, se consenti ovviamente...in caso affermativo se vuoi aggiungere due parole sulla sua genesi puoi inviarmele via mail...oppure no, come preferisci insomma
Fabio ha detto…
Che bello Laura, una collaborazione tra London Calling e Un'altra donna!

Tra stasera e domenica ti scrivo com'e' nata questa foto e ti mando il mio breve scritto via mail. Il solito Kataweb, vero?

Il mio amico Francesco Forges (credo *nostro* amico) in un commento a un mio post osservava che io ho molta fiducia nella parola, scritta e parlata, forse troppa.

Il suo commento , come tutte le cose belle e profonde che Francesco dice, scrive e suona, mi e' ronzato nella testa per un po'.

Alla fine dell'anno scorso, ho cominciato a pensare di chiudere questo blog, per ragioni di tempo, Anzi ad alcuni amici fidati l'avevo proprio annunciato.

L'idea era di usare London Calling solo come raccoglitore delle scalette di Prospettive Musicali e delle mie attivita' radiofoniche.

Questo fino a quando e' scaduto il mio abbonamento gratuito Pro a Flickr, e hanno cominciato a chiedere il pizzo.

A quel punto ho pensato di trasformare London Calling in un foto-blog, con un uso delle parole il piu' minimalista possibile.

L'idea era duplice: raccontare una storia per immagini, storia che non puo' che essere frammentaria come sono le vite di ognuno di noi. Segnali, simboli, scatti legati a un'emozione che non andava per forza esplicitata con parole.

E poi volevo capire cosa sarebbe successo: avrei perso molti lettori o ne avrei acquisiti di nuovi? Le mie foto sarebbero state commentate o no?

(continua)
Fabio ha detto…
A colpirmi piu' di tutto e' stato il fatto che i sempre piu' rari post parlati venivano ancora commentati, mentre le foto no. Questo a parita' di lettori, che ne' sono scesi ne' sono aumentati.

E' una cosa che ancora adesso non capisco molto, perche' le immagini si prestano forse piu' a "parlarci sopra" di molti post.

Quindi mi fa piacere che qualcuno di voi inizi a scrivere qualche osservazione anche sulle immagini.

Vi assicuro che nessuna e' casuale, anche se forse alcune lo sembrano. Ognuna cattura un momento legato a un'emozione: e' questo il criterio che uso per l'inclusione, mentre quello estetico passa decisamente in secondo piano.

Di piu', nella mail che ti scrivo nel fine settimana.

(Niente male per uno che non voleva piu' scrivere parole, eh?).
L. ha detto…
solito kataweb, grazie...
non è tanto strano quello che dici sui commenti, secondo me le immagini possono benissimo suscitare reazioni senza bisogno di esprimerle in parole.
Personalmente trovo le tue foto molto più valorizzate nella cornice di London Calling che nel bianco impuro di Flickr...ma è un vecchio discorso :)
Fabio ha detto…
Appena finito di scriverti la mail promessa, ho trovato il tuo commento.

Molto vero quello che dici. Forse le parole in molti casi non sono necessarie. Altre volte il vocabolario per esprimere emozioni risulta incompleto, ed e' proprio allora che musiche e immagini ci vengono in aiuto.
arte ha detto…
Io ho grosse difficoltà a commentare immagini, perchè ho difficoltà a tradurre le impressioni visive in parole. Va bene scrivere di emozioni, quello mi riesce meglio, ma dall'immagine alla parole per me c'è un grosso "salto".
Però l'idea di un fotoblog mi sembra bella. Le foto raccontano, dicono. È senza dubbio un modo di comunicare efficace, vero.
Capisco bene le tue riflessioni, le condivido riguardo al futuro del mio blog. Ma nel mio caso non riesco a staccarmi dal testo: io devo esprimere in parole. Almeno credo. Forse. Vedremo...

Io comunque ci sono.
Fabio ha detto…
Le fotografie ritraggono la realta' attorno a noi, mentre le parole, almeno quelle che ha senso scrivere, originano da una dimensione interiore, a volte anche profonda.

Per me e' diventato molto difficile scrivere senza sapere chi mi leggera'. Scrivo per me, molto piu' di prima, e scrivo a persone che conosco bene, con le quali ho un dialogo anche nella realta'. Ma non so piu' cosa scrivere "a tutti", semplicemente perche' non ho nulla da dire "a tutti". Per cui resto in silenzio, una dimensione che amo sempre di piu'.

Mi piace la musica e mi piacciono le fotografie perche' sono forme di silenzio, di protezione dalle parole, che sono troppe. Da quelle gridate e' fondamentale difendersi, per potere sentire quelle sussurrate, che sono le uniche che hanno valore.

Un abbraccio Arte, lo so che ci sei e la tua conferma mi da' gioia.
giacy.nta ha detto…
E' da un po' che ti seguo, quindi ho dimenticato il percorso che mi ha portato qui! :)Sono contenta di esserci arrivata, in ogni caso!:)
arte ha detto…
È vero: è difficilissimo scrivere "a tutti" - e mi sono resa conto che, nell'evoluzione del mio blog, sono passata dallo scrivere a tutti e a nessuno, allo scrivere per sempre meno persone. Sempre meno.
E anche, scrivere sempre più altrove.
In fondo abbiamo fatto un po' lo stesso percorso.
Fabio ha detto…
Giacy.nta -

E io ho iniziato a leggere il tuo blog, serio, profondo e molto interessante.

Arte -

Non specifichi "altrove", per cui non capisco bene se scrivi su quaderni che tieni in cassetti, o su social networks, o mail e lettere a amici, ecc. E di conseguenza mi e' difficile commentare.

Per quanto mi riguarda, si tratta di quaderni di carta (che tra l'altro mi sono sempre domandato che fine faranno quando non ci saro' piu', in quali mani capiteranno) e mail, mentre ho proprio perso la capacita' di scrivere lettere, purtroppo.

I diari sono mail a me stesso, le mail le scrivo a una persona per volta, cercando un dialogo che non sia superficiale.

E i dialoghi piu' significativi sono quelli che si sviluppano tra due persone, anziche' in gruppi, almeno per la mia esperienza.

London Calling lo aprii in un momento difficile, di immensa solitudine, e forse per questo a London Calling sono molto legato.

L'ho gia' detto tante volte, non riusciro' mai a chiuderlo, anche con le migliori intenzioni.

Si trasformera', come si e' sempre trasformato, e proprio per questa vita propria continua a essermi simpatico.

I social network, l'ho gia' detto tante volte, mi fanno uno piu' schifo dell'altro, forse per la mia difficolta', da sempre e anche nel mondo reale, a rapportarmi con gruppi e luoghi affollati e chiassosi.

E' bello che anche Pioggia Blu si trasformi. Mi spiace solo che, dopo numerose esperienze in cui lunghi commenti sono stati mangiati da Wordpress dopo avermi chiesto password resettate troppe volte e quindi dimenticate, non commento piu'. Magari lo faro' privatamente, via mail.
arte ha detto…
Caro Fabio,
anch'io intendo: diario cartaceo, mail private. A volte anche, ma raramente adesso, lettere. Poi scrivo cose per me, sul mio mac, che a volte diventano post, a volte no.

Mi dispiace moltissimo che tu non possa commentare. Non capisco questa cosa della password - da me può commentare chiunque, anche anonimi. Non ho neanche la verifica!

Magari prova con un commento breve. Tipo: London Calling... (fa molto film di guerra)
Fabio ha detto…
Adesso provo. Dev'essere perche' tempo fa mi sono registrato in Wordpress, per farci un giretto.

Lui si vede che mi riconosce da allora e per verificare che sia io mi chiede la password.

Il problema e' che la prima password non me la sono ricordata e da allora ho continuato a cambiarla. E dopo 2 o 3 tentativi sbagliati Wordpress si spazientisce e cancella tutto.