# 1435

Julia Holter, Cecil Sharp House, agosto 2013. Un concerto di Julia e' un'esperienza di profondita' emotiva offerta con leggerezza, e Loud city song cresce ascolto dopo ascolto.

Commenti

CICCILLO ha detto…
sono senza parole (ho ascoltato WORLD).
Fabio ha detto…
Emily Dickinson incontra Arvo Part. Davvero impressionante, e il video completa l'atmosfera.

Pensa che l'altra sera ha aperto il concerto proprio con World: ci vuole un certo coraggio.
CICCILLO ha detto…
perĆ² ho scaricato un suo live dei giorni scorsi e ho sentito cose completamente diverse.
qual ĆØ la vera Julia?
Fabio ha detto…
Io la scoprii l'anno scorso ai tempi di Ekstatis, che devo anche aver trasmesso alla radio. Poi mi procurai Tragedy, e adesso Loud city song. Ekstasis e' il suo disco piu' facile da memorizzare (verrebbe da dire piu' pop, senonche' siamo pur sempre in territori di ricerca). Tragedy e' il piu' sperimentale, con interi minuti piuttosto cacofonici, ai limiti della musica concreta. Loud city song e' un lavoro di sintesi, e partirei da quello, ma a me piacciono tutte le Julie, ognuna contribuisce a definire il suo a volte contradditorio universo.
CICCILLO ha detto…
e qui si potrebbe aprire un dibattito poichĆ© dal punto di vista dell'artista pare piĆ¹ importante la possibilitĆ  di sperimentare linguaggi diversi senza chiudersi in una sola identitĆ  sonora mentre dal punto di vista dell'ascoltatore (e del produttore che ne fa le veci)sembrerebbe prevalere la necessitĆ  di una identitĆ  chiar, definita e riconoscibile all'ascolto.
qual ĆØ la tua posizione?

p.s. a proposito di identitĆ  ben definite: ho scaricato un live di Susanne, di ottima qualitĆ  e con il repertorio dell'ultimo disco. se ti interessa posso farti un wetransfer all'indirizzo dell'ufficio.
Fabio ha detto…
Ci ho pensato un po' ma non saprei rispondere.

Ci sono stati artisti molto interessanti che hanno esplorato a fondo un'idea, esaurendone tutte le possibilita' pur se certamente in una prospettiva evolutiva, i primi che mi vengono in mente sono Piet Mondrian, Jackson Pollock, Mark Rothko, Donald Judd, Dan Flavin.

Altri si sono mossi in tanti territori diversi, aprendo di continuo strade nuove che poi altri avrebbero percorso (mi vengono in mente ad esempio Pablo Picasso e Gerhard Richter).

Quindi non saprei. Un'impronta individuale direi che ci deve essere per restare nella memoria collettiva, ma io sono sempre piu' convinto che i capolavori che anche un grande artista (in tutti i campi: musica, letteratura, arti visuali, cinema) riesce a realizzare nel corso della sua vita non sono mai moltissimi. Il resto e' percorso di avvicinamento e poi approfondimento dell'idea.

Sei d'accordo con me?

Ti ringrazio per condividere il concerto di Susanne (realizzato dove?), ma mettici il tempo che devi perche' non avro' accesso alla posta fino ai primi di settembre.
CICCILLO ha detto…
direi che hai fatto una buona sintesi, in questo senso si puĆ² dire che forse Holter ĆØ in avvicinamento e Abbuehl in approfondimento?

ĆØ un live al Festival di Schaffausen del maggio di quest'anno, registrato da WDR, credo sia la radio tedesca.
se riesco te lo mando nei prossimi giorni, se no piĆ¹ avanti.
Fabio ha detto…
Abbuehl direi che e' sicuramente in approfondimento, dato che i suoi dischi sono davvero molto simili tra di loro, e sta evolvendo millimetricamente da molti anni le intuizioni di April.

Holter non saprei bene. Ekstatis e' un disco davvero bellissimo. Con Loud city song sta cercando di esplorare altri territori. Vedremo dove queste esplorazioni la porteranno. Non so se ha in mente una direzione precisa.

Schaffhausen e' una citta' dove anni fa mi venne offerta un'occasione di andare a vivere. Poi decisi di restare a Londra. Il concerto di Susanne Abbuehl potrebbe portarmi a farmi tante domande che ho sempre cercando di evitare. E quindi e' molto benvenuto, grazie.
CICCILLO ha detto…
scusa se resto off topic ma ogni volta che sento questa nuova musica, millimetricamente evolventesi, di Susanne Abbuehl mi convinco sempre di piĆ¹ che si tratta di una delle piĆ¹ importanti cantanti europee di jazz e dintorni.
la sua musica e il suo canto secondo me oltrepassano alcuni limiti consuetudini produttive dei suoi musicisti e dell'ECM e si pongono in una zona davvero profonda e, almeno per me, benefica.
trovo che Susanne possieda alcune delle qualitĆ  migliori della sua "maestra" Jeanne Lee e le unisca a questa sua straordinaria e unica capacitĆ  di musicare la poesia.
questo ascolto ĆØ per me un balsamo per l'anima e riesce pure a farmi piacere uno strumento che di solito non amo come il flicorno.
conoscevo Matthieu Michel per averlo sentito anni fa con la Vienna Art Orchestra ma in questa formazione fa miracoli di delicatezza riuscendo a fondersi con la voce in un modo anch'esso raro, con la sensibilitĆ  di un musicista e non di un semplice jazzista, se intendi quello che voglio dire...

allora aspetto qualche giorno a mandartelo, tenendo conto che wetransfer dopo meno di una settimana cancella i file.
spero di riuscire a farlo mentre sono in giro, sfruttando qualche wi-fi, se no quando torno, intorno al 10.
Fabio ha detto…
Intorno al 10 va benissimo, ti ringrazio per la gentilezza.

Condivido ogni tua parola, soprattutto il fatto che la sensibilita' poetica di Susanne Abbuehl e' un balsamo per l'anima.

Il suo ultimo disco e' stato colonna sonora di alcuni dei momenti piu' contemplativi del mio recente viaggio in Corsica. Si addice molto bene alla contemplazione di tramonti sul mare, all'atmosfera di fine giornata, quando ritmi e respiro rallentano e tornano armonici e naturali, proprio come la musica della fascinosa Susanne.