Barbican, gennaio 2014.

A Coen brothers charmer about... almost absolutely nothing you could pin down as a substantive subject. That is its charm; that and an unerring sense of place and past time. This delectable, dawdling tale of a struggling Welsh-born New York folk singer (Oscar Isaac) is their best film since No country for old men.

It is also, you suspect, a homage to two of the film-makers' obsessive ur-texts, The odissey, which inspired O brother, where are thou?, and Joyce's Ulysses.

Cosi Nigel Andrews di FT Life & Arts su Inside Llewyn Davis, film di struggente poesia e una malinconia di fondo che l'umorismo dei Coen (che non ho personalmente mai trovato particolarmente efficace) non scalfisce. Il senso di sconfitta e di talento sprecato di Davis ti entra dentro e non va piu' via.

Mentre vedevo questo film, dall'altra parte dell'Oceano ci lasciava un cantautore che a un certo tipo di folk, contemporaneamente pieno di impegno e di poesia, ha dato un contributo indispensabile, e le cui interpretazioni del ricchissimo patrimonio popolare americano ricordo con grande affetto.

Commenti

auro.m ha detto…
segnato... appena lo vedo ti dico.
un abbraccio
Fabio ha detto…
Un abbraccio a te Auro.

Stamattina ho fatto una cosa che non facevo da tempo, sono andato a consultare Shinystat. Mi sono reso conto che c'era qualcuno dell'Europol che stava leggendo il mio blog e ho cominciato a pensare di cancellare TUTTE le puntate di Prospettive Musicali, temendo di avere violato qualche copyright...

Poi e' arrivato il tuo commento :)