Fino all'ultimo respiro


Stamattina sfogliando la Stampa per sapere cos'e' successo in Italia mi hanno commosso le parole scritte dal solito bravissimo Massimo Gramellini, ancora piu' ispirato del solito:

Sì, era proprio bello essere Faletti. Oltre alle miniere di creatività per cui siamo qui a ricordarlo, la vita gli aveva concesso il gioiello più prezioso. Una moglie formidabile, che è stata al suo fianco fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno e lo accudirà nella memoria per sempre. Prima di chiudere gli occhi e partire per la sua trionfale tournée in un mondo meno «cano» di questo, Giorgio le ha preso una mano e se l’è appoggiata sul cuore. Chi di noi non si augurerebbe una simile uscita di scena?

Da ragazzo non ho mai visto il Drive-in e anche ora che ragazzo non sono piu' non leggo libri gialli. Per cui di Faletti non so scrivere nulla, posso solo dire di averne sentito e letto spesso il nome. Pero' le parole di Gramellini mi hanno fatto riflettere su quest'uomo che nella vita e' riuscito a ri-inventarsi continuamente.

E quello che ha scritto Gramellini mi sembra di fatto un'ulteriore dimostrazione della relazione molto stretta che esiste tra la capacita' di ri-invenzione di se' e il mantenimento di relazioni affettive stabili.

E' un rapporto dialettico un po' contro-intuitivo: e' solo se sappiamo trasformarci che possiamo generare stabilita'. A me questi apparenti paradossi come sapete piacciono molto.

Dev'essere stato bello essere Faletti come ha scritto Gramellini, ma dev'essere stato bello anche essere la compagna di un uomo cosi', averlo accompagnato in quelle trasformazioni folli, acrobatiche, avventurose e bellissime.

Commenti

Anonimo ha detto…
anche io ho letto l'articolo. e al di là di tutto la cosa che più mi ha commossa è stata la mano sul cuore...

cris
Fabio ha detto…
Un modo dolce di salutare questo mondo, con chi ci e' stato vicino e non ci dimentichera'.

Un bell'articolo, e un addio ancora piu' bello.