Un appassionato di musica non puo' che detestare il mondo digitale con tutto il cuore.
La disponibilita' di tutto subito e' del tutto incompatibile con quello che i greci chiamavano kairos: l'evento lungamente atteso, l'epifania, l'illuminazione.
Avere tutto subito genera un senso di confusione e di inevitabile inappetenza che e' l'antitesi della passione. Passione che invece nasce dalla scarsita', dall'attesa, dalla ricerca e dalla scelta ben ponderata di come allocare risorse per loro natura finite.
Chi e' davvero appassionato di musica, ama acquistare uno o al massimo due dischi per volta, ascoltarli con concentrazione dall'inizio alla fine con un bell'impianto hi-fi e poi riascoltarli dall'inizio per coglierne i dettagli che erano sfuggiti, leggendo le liriche, le note, i collaboratori, guardando le fotografie che accompagnano l'opera.
Chi ama la musica ne ascolta poca, selezionando ogni nuovo acquisto con cura e senza fretta dopo aver letto interviste e recensioni e avere ascoltato programmi radiofonici di qualita' (io consiglio Battiti, la Radio Uabab, Late Junction e naturalmente Prospettive Musicali). Non si lascia trascinare nella bulimia dell'acquisto compulsivo e d'impulso e dell'ascolto in condizioni meno che ottimali.
Chi ama la musica possiede una raccolta di dischi piuttosto contenuta che lo rispecchia e racconta la sua storia, la sua evoluzione come essere umano, il suo percorso.
Alla musica riconosce la capacita' di donarci emozioni, profondita', ispirazione. Di conseguenza non la svilisce, non ne abusa, la rispetta, instaura con la musica - quella che ha davvero senso ascoltare e solo quella - un dialogo profondo.