Interviste.



Il mio amico Marco mi ha suggerito questa bella intervista a Emily Nemens, nuova direttrice della Paris Review.

Sapete cosa mi colpisce in interviste come questa? L'essenzialita' delle domande.

Ho sempre pensato di non essere un bravo intervistatore. E ho sempre declinato l'offerta di intervistare musicisti, se non proprio quei pochissimi che desideravo incontrare perche' ne seguivo il lavoro da molti anni, come Patti Smith o Will Oldham.

Preparare la lista delle domande mi richiese molti giorni di studio di precedenti interviste, ripensamenti, riscritture.

Le interviste andarono bene. Patti Smith mi fece dire dalla sua agente che le era molto piaciuto parlare con me e che sarebbe stata disponibile tutte le volte che avessi desiderato contattarla. Will Oldham era cosi' preso dalla nostra conversazione che fece saltare l'intervista successiva. In quel caso, l'addetta stampa della Domino mi mando' una mail diciamo non proprio gentile.

Ma questo non basto' a farmi cambiare idea, e da allora ho sempre evitato di ospitare artisti alla radio nonostante le numerose richieste che noi di Prospettive Musicali riceviamo.

Poi leggi un'intervista come quella del link e capisci tante cose. Che un'intervista puo' essere fatta di domande molto semplici. Una riga. Chiare. E' l'intervistato che rende l'intervista interessante, interpretando la domanda.

Ci devo pensare, e magari riconsiderare la mia posizione.

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