La cura: 1) Chiedere aiuto.



Io ci ho messo tanto tempo prima di chiedere aiuto. Alcuni mesi. Sono sempre stato un po' pessimista e malinconico, mi dicevo. Passera' anche questa volta.

E invece no, ogni notte veniva a trovarmi, puntuale. Tra le 4 e le 4.30. Mi svegliavo ed era li' ad aspettarmi. Tutte le notti mi diceva le stesse cose. Che la mia vita non vale niente. Che non sono bravo a fare nulla. Che le persone attorno a me mi evitano. Che presto avrei perso il lavoro. Che la vita mi ha offerto tante opportunita' e non sono riuscito a coglierne nessuna.

Rimuginavo la giornata precedente e interpretavo ogni segnale in negativo. Non meriti nulla, non significhi nulla, mi dicevo. Il buio diventava un peso opprimente.

Non soffrite in silenzio, come ho fatto io. Chiedete aiuto prima di stare cosi' male.

Le tipologie di cura disponibili sono essenzialmente tre: psicoterapia, terapia cognitivo-comportamentale e terapia farmacologica.

Io quest'ultima ho scelto di rifiutarla, per cui non ve ne so parlare. Ma posso affermare di avere tratto beneficio dalla psicoterapia con elementi di terapia cognitivo-comportamentale. Una seduta settimanale, con tanto lavoro di auto-analisi scritta tra una e l'altra.

Qualsiasi scelta terapeutica sceglierete, ricordate: non tenetevi il male dentro. Chiedete aiuto.

Commenti

auro.m ha detto…
assolutamente e sempre, chiedere aiuto.
che atto di umiltĆ  e consapevolezza.

il mio analista mi disse a suo tempo, che ciĆ² avviene spesso 'con il coltello alla gola'.

bravo, grazie.
Fabio ha detto…
Grazie a te per il riscontro Auro. Spero che questa serie di post si dimostri utile e che altri non commettano gli errori che ho commesso io.

Andrea ha detto…
la terapia farmacologica uno non puo' rifiutarla. Il GP la impone se il caso e' grave abbastanza, per cui c'e' poco da scegliere: sono contento percio' che lo stato non sia cosi' avanzato.

Sono anche convinto che la terapia sia molto meglio "scegliere di farla" piuttosto che essere obbligati. Nel secondo caso penso che venga vista un po' come costrizione e quindi meno efficace

Sono contento che tu voglia togliere lo stigma di parlare di certi argomenti: non sono sicuro che il mezzo (blog) sia la scelta giusta, ma lo potrai capire tu piu' avanti
Fabio ha detto…
Si', anche io non so se un blog sia il mezzo migliore per diffondere la mia esperienza, ma ho chiuso i miei account Facebook e Twitter molti anni fa e non so se parlare di certi argomenti a Prospettive Musicali avrebbe molto senso. I miei ascoltatori mi sembrano gia' abbastanza pazienti cosi' ;)

Il blog peraltro continua a stupirmi per la sua capacita' di avere una "shelf life" che non sospettavo. Negli scorsi giorni mi ha contattato il regista di una rappresentazione dei Kafka-fragmente di Kurtag chiedendomi il permesso per inserire nelle note di produzione un post che scrissi nel gennaio 2011.

Il blog e' un messaggio in bottiglia o appeso a un palloncino liberato verso il cielo: non sai mai dove finira' e chi lo trovera'. A dare retta alle statistiche di Shinystat, Fabiocalling ha una base di lettori che e' rimasta piuttosto stabile nel corso degli anni nonostante i commenti siano molto diminuiti.

Sono molto d'accordo con te sul fatto che la terapia vada scelta. Giovanna sostiene che secondo lei sarei entrato in analisi anche senza la diagnosi, conoscendo la mia fascinazione per psicologia e psicanalisi. Io non so se avrei davvero iniziato quel percorso, ma certo da parte mia e' stata una scelta consapevole. Sono convinto che la terapia abbia funzionato cosi' bene proprio per questo.

La terapia farmacologica la puoi sempre rifiutare, almeno credo. Nel senso che non ci puo' essere un controllo che tu assuma davvero le prescrizioni. Questo vale per un antibiotico cosi' come per un antidepressivo. A meno che si temano comportamenti autolesionisti o lesivi di altre persone, nel qual caso immagino che i trattamenti sanitari diventino obbligatori. Nel mio caso tali comportamenti li hanno esclusi.

La causa della mia malattia e' stata il lavoro per cui si sono assunti loro tutti i costi della diagnosi e della terapia attraverso un'assicurazione privata. L'intervento del medico di base e' stato minimo. In pratica, l'ho informato.