36/ All is full of love.



Ci sono cose che in tanti anni non vi ho mai scritto. Una, perduta nella memoria, e' riemersa in questi giorni. London Calling non e' stato il mio primo blog. (London Calling o come si chiama adesso con questi 5 quadrati dei quali poi se volete vi racconto la storia - che pure non e' niente di che).

All'inizio di questo secolo un'amica qui di Londra mi parlo' di questi diari online. Pensai: che strana cosa, adesso non solo la rete si puo' usare per cercare informazioni, ci si puo' anche scrivere. Era una novita' assoluta.

Spinto da curiosita' ne aprii subito uno. Era un sabato pomeriggio tardi. (Anche questo di blog nacque un sabato pomeriggio tardi, chissa' come mai).

Ero appena stato da Sounds of the Universe. Quando la procedura di registrazione mi chiese di dare un nome al mio blog, avevo in mente un bel remix di All is full of love di Bjork sentito poco prima, e il blog lo chiamai proprio cosi'. All is full of love.

All'epoca, dell'amore avevo un'idea molto ma molto vaga. Era piu' o meno una cosa che sapevo che esisteva perche' ne parlavano le canzoni e perche' qualche volta mi era capitato di pensare che due persone si vedeva che si volevano bene e mi sembrava una situazione molto desiderabile. Ve l'ho scritto recentemente, post 23 del nuovo corso.

Ma per quel poco che ricordo - il blog ebbe vita brevissima, credo 5 post in tutto - mi ero dato l'obiettivo di scrivere solo cose belle e piene di quella mia vaga e confusa idea di amore. Amore universale proprio.

Adesso penso che sia stata un'idea bellissima. Addirittura, se pensiamo al fenomeno degli haters, un'idea nobile, alta.

Dopo tutti questi anni e tutti questi post, una cosa anch'io l'ho capita. Scrivere di amore, di pace, di natura, di sentimenti positivi fa stare bene. Senti che ha un senso. E vale di converso anche il contrario. Scrivere di insoddisfazioni e lamentele avvelena un po' l'anima. Non la libera, anzi la imprigiona.

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