The wall
L'occasione di parlare dello scrittore newyorkese, del quale credo di aver letto piu' o meno la meta' dei libri e mi propongo di leggere l'altra meta', mi viene fornita da uno dei bei volumi ricevuti in regalo quest'anno a Natale (la cui pila sul mio comodino si sta velocemente riducendo).
La musica del caso e' un romanzo che si legge tutto d'un fiato e che mi ha fatto tornare in mente fin dalle prime pagine quella famosa frase di John Lennon, La vita è quello che ti capita mentre sei impegnato a fare altri piani.
C'e' nelle pagine del libro il senso di una tragedia imminente e inevitabile, una tensione che davvero non lascia tregua, una follia surreale, che cresce pagina dopo pagina, nella quale i personaggi restano tutti invischiati. Il fatto che il finale resti cosi' aperto all'interpretazione (dove sono finiti i miliardari folli, per esempio? E quali sono le intenzioni del sorvegliante e del suo amico nei confronti di Nashe?) sortisce l'effetto di farti ronzare nella testa il libro per giorni e giorni dopo la fine della lettura.
A me ha colpito a molti livelli, uno dei quali molto profondo e simbolico, dato che in un certo senso in una follia collettiva sono anch'io restato intrappolato a un certo punto, e il mio muro lo sto costruendo senza fare e farmi tutte le domande che dovrei. Molti di voi immagino avranno riconosciuto tra le pagine il proprio muro personale.
Di seguito vi copio un frammento che mi sembra contenga il senso di tutto il libro:
Si era sintonizzato su una radio che trasmetteva musica classica, e la musica gli era famigliare, un pezzo che aveva sentito molte volte. Era l'andante di un quartetto d'archi del Setecento, ma anche se Nashe sapeva a memoria ogni passaggio, il nome del compositore continuava a sfuggirgli. Restrinse rapidamente le possibilita' a Mozart o Haydn, ma dopo si senti' bloccato. Per qualche momento sembrava l'opera di uno, e poi, quasi immediatamente, cominciava a sembrare qualcosa dell'altro. Avrebbe essere uno dei quartetti che Mozart aveva dedicato a Haydn, penso' Nashe, ma poteva anche essere altrimenti. A un certo punto, la musica di entrambi sembrava toccarsi, e non era piu' possibile separarli. Eppure Haydn era vissuto sino a un'eta' avanzata, onorato di committenze e diplomi di corte e di ogni vantaggio che il mondo di quel tempo poteva offrire. E Mozart era morto giovane e povero, e il suo corpo gettato in una fossa comune.
Le circostanze imprevedibili della vita hanno un peso molto determinante sulle nostre fortune, e il libro di Auster ci mette davanti questa verita' e poi ci abbandona a noi stessi, senza pieta'.
Commenti
Ma concordo con te su questo racconto, e sulla tensione sempre presente, anche quando pare non accadere nulla, anche quando la storia è ridotta al minimo).
Testo aporetico e teso, in equilibrio instabile ma magistralmente mantenuto).
Ottimo come sempre lo sviluppo del tuo ragionamento, che condivido in pieno.
Nicola
Ciao
Alessandro
Condivido il tuo parere sulla discontinuita' di Auster, ho notato la stessa cosa. La musica del caso e' il suo libro che preferisco, insieme a un suo libretto minore che ho amato molto, Timbuctu'. Mr. Vertigo credo sia il punto piu' basso della sua bibliografia.
La musica del caso fa emergere da dentro di noi un'enorme tensione che se ne rimaneva nascosta, e poi ci lascia da soli a confrontarci con essa: magistrale.
Alessandro -
Grazie! Progetto che non conoscevo, vedro' se lo trovo.