Goldfrapp + Antony & the Johnsons + Starsailor, Royal Albert Hall, 28/ 3/ 2006
A volte mi capita di ripensare ai primi tempi in questa citta'. Quando arrivai a vivere qui avevo gia' compiuto 35 anni. Ne' tanti ne' pochi. I primi mesi furono di esplorazione frenetica. Volevo scoprire tutto e subito, con l'urgenza della passione che metto un po' in ogni cosa che faccio.
A quei mesi segui' un periodo di domande e, soprattutto, solitudine, desiderio di condividere senza sapere bene con chi. Senza saperlo affatto a volte. Il mio spirito "latino" che mi porta a parlare con qualsiasi sconosciuto incontro sulla mia strada si scontrava spesso con la proverbiale privacy inglese. La mia friendliness con il loro disinteresse, qui, ho imparato, considerato molto cool.
Pero' non mi sono mai davvero perso d'animo e oggi posso dire che molte delle persone alle quali sono piu' legato le ho proprio conosciute nascondendo da qualche parte timidezza e insicurezze e mettendomi a scambiare idee con gli sconosciuti che i miei percorsi mi facevano incontrare (con i miei colleghi di lavoro, detto tra parentesi, non voglio avere a che fare un minuto di piu' del tempo che vengo pagato per stare tra questi deficienti col vuoto pneumatico di curiosita' nel cervello).
Saskia la conobbi cosi', quasi 3 anni fa, a una mostra del vecchio Wayne Thiebaud, in una galleria al primo piano di un elegante palazzo di Mayfair, un Sabato pomeriggio. 5 tele di grandi dimensioni. Paesaggi nei quali perdersi, campi, alberi, laghi, tutto rappresentato da una strana prospettiva aerea. Ambienti idilliaci, sereni. Nella galleria eravamo solo in due, persi in quelle tele. L'altra visitatrice era questa graziosa ragazza che avra' avuto forse la meta' dei miei anni. Mi colpirono i suoi occhi azzurri e trasparenti, che mentre osservavamo quei grandi paesaggi, piu' volte si incrociarono con i miei in un sorriso aperto e simpatico. "Aren't they beautiful?" uno di noi deve avere detto a un certo punto, e cosi' iniziammo a parlare, prima tra di noi, poi anche con l'impiegata della galleria. Ed e' stata una chiacchierata cosi' piacevole, parole come colori e colori che si trasformavano in parole. Prima di lasciare la galleria ci scambiammo nomi, numeri di telefono e indirizzi e-mail.
Ci rivedemmo un po' di volte prima che Saskia, dopo la sua sessione di esami, tornasse a Berlino. L'anno successivo lo passo' a Parigi e quello dopo a Barcellona, per studiare francese e spagnolo. Poi, qualche mese fa, mi arrivo' questa sua mail nella quale mi annunciava che sarebbe tornata a Londra e mi diceva che le sarebbe piaciuto che ci rivedessimo.
Un mese fa mi chiamo', con la sua voce allegra e sempre entusiasta, e mi convinse ad andare insieme a sentire il molto hyped concerto di Goldfrapp alla Royal Albert Hall.
Fast forward a una settimana fa, mentre sto leggendo Time Out e rimango senza parole. Leggo e rileggo, convinto di non avere visto bene. E invece, magia, scopro che opening act di Goldfrapp sono niente meno che Antony & the Johnsons!
Cosi' ieri eccomi alle sette di sera fuori dal grande cilindro riccamente decorato, davanti ai Kensington Gardens, ad aspettare di rivedere Saskia e di vedere per la prima volta Antony. Prima di lui suoneranno gli Starsailor, autentici cloni dei Verve. Saskia che mi dice quello che credo di avere scritto anch'io da queste parti: che Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Kaiser Chiefs, Starsailor non sono ne' bravi ne' no, ma rappresentano "esattamente la musica di questi anni qui a Londra, quella che senti tutt'attorno camminando per le strade di questa citta'".
Intervallo, e poi si spengono di nuovo le luci e un boato accoglie Antony accompagnato da un chitarrista acustico e da una violoncellista. Il set sara' piuttosto breve purtroppo, e un paio di "false partenze" proprio a meta' rovineranno un po' l'atmosfera magica. Ma Antony dal vivo resta un'emozione incredibile, la sua voce che rompe quel silenzio carico di tensione che sa generare, il piano suonato in grande liberta', inventando linee sonore molto diverse da quelle dei dischi. I brani che riconosci per le liriche prima che per la musica. Finale con "Hope there's someone" e quei marosi che si infrangono sulle pareti e sull'alto soffitto del prestigioso teatro.
Altro intervallo. Pubblico, molto femminile, che rientra, e ora tutta la Royal Albert Hall e' piena di persone e di attesa. Allison Goldfrapp mi sorprende davvero, non credevo mi potesse coinvolgere cosi' tanto, ve lo sareste immaginato? (E si', una volta credo di averla trasmessa a Prospettive Musicali, immagino accolta dai miei soci con un giustificabilissimo orrore).
Apertura con i brani piu' memorabili di "Felt mountain" ("Utopia" e "Lovely head"), con quella voce che taglia l'aria come un raggio laser. Poi e' la volta dei brani piu' ad alta energia danzereccia di Supernature, attesissimi. E quando ormai non ci speravamo piu', alla fine del concerto, la biondissima cantante rientra per una versione davvero molto bella di uno dei suoi brani migliori, "Black cherry".
Sono passate da poco le 11, la pioggia ventosa di South Kensington ci accompagna mentre camminiamo velocemente verso la stazione della metropolitana. Proprio una bella serata.
A quei mesi segui' un periodo di domande e, soprattutto, solitudine, desiderio di condividere senza sapere bene con chi. Senza saperlo affatto a volte. Il mio spirito "latino" che mi porta a parlare con qualsiasi sconosciuto incontro sulla mia strada si scontrava spesso con la proverbiale privacy inglese. La mia friendliness con il loro disinteresse, qui, ho imparato, considerato molto cool.
Pero' non mi sono mai davvero perso d'animo e oggi posso dire che molte delle persone alle quali sono piu' legato le ho proprio conosciute nascondendo da qualche parte timidezza e insicurezze e mettendomi a scambiare idee con gli sconosciuti che i miei percorsi mi facevano incontrare (con i miei colleghi di lavoro, detto tra parentesi, non voglio avere a che fare un minuto di piu' del tempo che vengo pagato per stare tra questi deficienti col vuoto pneumatico di curiosita' nel cervello).
Saskia la conobbi cosi', quasi 3 anni fa, a una mostra del vecchio Wayne Thiebaud, in una galleria al primo piano di un elegante palazzo di Mayfair, un Sabato pomeriggio. 5 tele di grandi dimensioni. Paesaggi nei quali perdersi, campi, alberi, laghi, tutto rappresentato da una strana prospettiva aerea. Ambienti idilliaci, sereni. Nella galleria eravamo solo in due, persi in quelle tele. L'altra visitatrice era questa graziosa ragazza che avra' avuto forse la meta' dei miei anni. Mi colpirono i suoi occhi azzurri e trasparenti, che mentre osservavamo quei grandi paesaggi, piu' volte si incrociarono con i miei in un sorriso aperto e simpatico. "Aren't they beautiful?" uno di noi deve avere detto a un certo punto, e cosi' iniziammo a parlare, prima tra di noi, poi anche con l'impiegata della galleria. Ed e' stata una chiacchierata cosi' piacevole, parole come colori e colori che si trasformavano in parole. Prima di lasciare la galleria ci scambiammo nomi, numeri di telefono e indirizzi e-mail.
Ci rivedemmo un po' di volte prima che Saskia, dopo la sua sessione di esami, tornasse a Berlino. L'anno successivo lo passo' a Parigi e quello dopo a Barcellona, per studiare francese e spagnolo. Poi, qualche mese fa, mi arrivo' questa sua mail nella quale mi annunciava che sarebbe tornata a Londra e mi diceva che le sarebbe piaciuto che ci rivedessimo.
Un mese fa mi chiamo', con la sua voce allegra e sempre entusiasta, e mi convinse ad andare insieme a sentire il molto hyped concerto di Goldfrapp alla Royal Albert Hall.
Fast forward a una settimana fa, mentre sto leggendo Time Out e rimango senza parole. Leggo e rileggo, convinto di non avere visto bene. E invece, magia, scopro che opening act di Goldfrapp sono niente meno che Antony & the Johnsons!
Cosi' ieri eccomi alle sette di sera fuori dal grande cilindro riccamente decorato, davanti ai Kensington Gardens, ad aspettare di rivedere Saskia e di vedere per la prima volta Antony. Prima di lui suoneranno gli Starsailor, autentici cloni dei Verve. Saskia che mi dice quello che credo di avere scritto anch'io da queste parti: che Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Kaiser Chiefs, Starsailor non sono ne' bravi ne' no, ma rappresentano "esattamente la musica di questi anni qui a Londra, quella che senti tutt'attorno camminando per le strade di questa citta'".
Intervallo, e poi si spengono di nuovo le luci e un boato accoglie Antony accompagnato da un chitarrista acustico e da una violoncellista. Il set sara' piuttosto breve purtroppo, e un paio di "false partenze" proprio a meta' rovineranno un po' l'atmosfera magica. Ma Antony dal vivo resta un'emozione incredibile, la sua voce che rompe quel silenzio carico di tensione che sa generare, il piano suonato in grande liberta', inventando linee sonore molto diverse da quelle dei dischi. I brani che riconosci per le liriche prima che per la musica. Finale con "Hope there's someone" e quei marosi che si infrangono sulle pareti e sull'alto soffitto del prestigioso teatro.
Altro intervallo. Pubblico, molto femminile, che rientra, e ora tutta la Royal Albert Hall e' piena di persone e di attesa. Allison Goldfrapp mi sorprende davvero, non credevo mi potesse coinvolgere cosi' tanto, ve lo sareste immaginato? (E si', una volta credo di averla trasmessa a Prospettive Musicali, immagino accolta dai miei soci con un giustificabilissimo orrore).
Apertura con i brani piu' memorabili di "Felt mountain" ("Utopia" e "Lovely head"), con quella voce che taglia l'aria come un raggio laser. Poi e' la volta dei brani piu' ad alta energia danzereccia di Supernature, attesissimi. E quando ormai non ci speravamo piu', alla fine del concerto, la biondissima cantante rientra per una versione davvero molto bella di uno dei suoi brani migliori, "Black cherry".
Sono passate da poco le 11, la pioggia ventosa di South Kensington ci accompagna mentre camminiamo velocemente verso la stazione della metropolitana. Proprio una bella serata.
Commenti
Per sicurezza dunque ti ho linkato, cosƬ non mi perdo piĆ¹ niente!
Scusa il commento che non c'entra niente col post. Ciao.
Bentornata! E' capitato anche a me in passato, e anch'io ho maturato col tempo un rapporto animista con tutto cio' che e' tecnologico, che secondo me e' dotato di vita e sentimenti propri. London Calling continua e si', il giorno che smettero' di scrivere inizia a preoccuparti (ma speriamo che non succeda tanto presto dai!). Visto il link in "Pioggia blu", grazie!
Andrea -
Sei gia' il secondo che mi dice la stessa cosa, dopo un sms di Irene che mi e' arrivato ieri. Felicissimo che i Sigur Ros vi siano piaciuti. Li ho visti un po' di volte e mi e' sempre capitato, alla fine del concerto, di metterci alcune ore prima di tornare a percepire la realta'. Ma vi siete visti con Irene? Sapevi che c'era anche lei al concerto vero?
Myriam -
Fortunati mica tanto se il volo e' stato annullato pero'. Per domani ti avrei quasi detto di si', poi sono andato nel sito e ho visto le foto di questi diggei con le occhiaie davanti ai loro computer e mi e' venuto tanto in mente l'ambiente attorno a me in questo momento, persone che digitano e digitano, concentrate e stressate, e non penso che il Venerdi' sera, dopo 5 giorni passati qui dentro, abbia voglia di vedere le stesse situazioni, per di piu' in un contesto sudaticcio, rumoroso e fumoso come quello del Coronet. Quindi mi sa che passo stavolta. Tra l'altro domani ho appuntamento per cena con Irene e una sua amica. Comunque io lo propongo anche a loro e se la maggioranza e' propensa ti mando un sms.
quella dove parli di Saskia!
Auro
la mia recensione per un giornale di musica immaginario:
ci sono dei concerti in cui pensi "pero', niente male!"
altri in cui le emozioni sono proprio forti e non si riesce a stare fermi con le gambette
altri che non li scorderai mai ma proprio mai
infine c'e' un concerto dei sigur ros
aaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!
devasto, sorpresa, sgomento...
anche lui commenta come anonimo!
ma sono io? forse sono io! o no?
fabio - help!
fabio: averlo saputo che andavi a vedere goldfrapp...io ho conosciuto la sua musica un anno fa: una notte speciale, vino, musica, sguardi profondi...e poi ad un tratto il folgorante (per me) inizio di 'lovely head' e quella voce di cristallo che ti entra dentro e ti lascia il segno. a me l'ha lasciato.
Ad ogni modo se vi puo'interessare c'e' anche una sala lounge trasformata in cinema dove trasmetteranno dei film fino alle 6 del mattino. Il Coronet fumoso??? mah..forse siamo andati a serate diverse..l'ultima volta ci ho visto David Pajo e gli Animal Collective, piu' quel gruppo che rassomiglia ai Godspeed :Explosion in the Sky...a proposito di Godspeed..sai che The Silver Mt Zion sono in tour? che figata! Stavo pensando di andarli a vedere in Francia..ma ancora non sono sicura.. dai se sono a Londra ti mando un testo..e buona serata con le donnine ! ciao, Myriam
Belle le tue foto di Kew Gardens!
Henry -
Mi spiace! Sara' per un prossimo concerto, appuntamento solo rimandato. La deriva moroderiana di Goldfrapp ha energia, nessuno attorno a me riusciva a stare fermo, ma il fascino dei primi singoli (che sembravano uscire da "Dummy" dei Portishead) resta insuperato. Fammi sapere se hai qualche concerto in programma, altrimenti possiamo tornare all'orientale che mi hai fatto conoscere una di queste sere, che dici?
Myriam -
Beh non credo che all'Irene faccia proprio piacere sentirsi chiamare donnina! Preparati ad affrontare la sorella gemella di Conor Oberst dotata di affilato sarcasmo bolognese quando la incontrerai! Ero anch'io al concerto di Dave Pajo, Animal Collective, ecc. Era un Venerdi' sera e fini' cosi' tardi che presi la prima metropolitana del mattino per tornare a casa, rovinandomi cosi' tutto il fine settimana (il mio concetto di fine settimana ideale lo conosci: sveglia presto e in giro per la citta' - sono uno svizzero-tedesco in fatto di fine settimana!). Mi hai fatto venire nostalgia per i concerti acustici a lume di candela alla Union Chapel. Proprio quando mi sono trasferito a Islington lo stramaledetto parroco ha fatto due conti, ha visto che aveva fatto abbastanza grano per riparare il tetto, e ha deciso di sospendere i concerti nella chiesa.
e poi, io sono auro, non Auro!
un bacione
raf
statisticamente, trovare due 'auro' che leggono lo stesso blog ha una probabilita' prossima allo zero, ma sarei felice di sentire il mio omonimo.
fabio sara' contento di sapere che i commenti aurei si duplicano!