Adesso che Devendra veste Cavalli e che sto per diventare ricco vendendo i disegni che fece su un mio vecchio moleskine
E soprattutto che mi manca il tempo e la pazienza per sentire 71 minuti di ego-trip, mentre il tempo per "Oh me oh my" e "Rejoicing in the hands" quello non manca mai, ecco cosa sta girando nel mio lettore:
SUSANNA WALLUMROD Sonata mix dwarf cosmos (Rune Grammofon 2007). Disco leggero come una foglia che ondeggia nell'aria autunnale trasportata dal vento. Minimo nella composizione e semplicissimo negli arrangiamenti, con Susanna sempre piu' simile allo stile del fratello Christian che partecipa come ospite. Superlativa la copertina di Kim Hiortoy, ma questa non e' piu' una sorpresa.
BUD POWELL Live at the Blue Note Cafe', Paris 1961 (ESP Disk, 2007). All'inizio degli anni '60 Powell viveva a Parigi e si esibiva frequentemente al Blue Note. Alcol, droghe, depressione e elettrochoc avevano minato le sue capacita' virtuosistiche, e la critica lo dava ormai per finito. Poco dopo avrebbe contratto la tubercolosi che lo avrebbe ucciso. Questo disco fotografa uno dei momenti piu' difficili della sua tormentata carriera. Si tratta per lo piu' di classici del bebop, scritti dai sui amici Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Thelonious Monk, eseguiti con uno stile sparso molto prossimo proprio a Monk. Restava comunque grandissimo.
THE WIRE TAPPER 18 (Wire, 2007). Il giorno che esce Wire io sono felice. Mi precipito a pagare la rivista e poi trovo un posto per sfogliarla subito, anche in piedi, dovunque mi trovo. Se poi c'e' in allegato il CD, allora cancello qualsiasi impegno e corro a casa ad ascoltarlo. E neanche questa volta la raccolta delude, anzi. La traccia che proprio trovo irresistibile e' la numero 16, di Luciano Cilio, superlativo compositore napoletano che si tolse la vita nel 1983 a soli 33 anni, e del quale la milanese Die Schachtel ha ristampato il fondamentale "Dell'universo assente". Eccellenti anche i contributi del compositore John Luther Adams, dei sempre fantastici Ex e di Damon & Naomi, ma tutto il CD merita la vostra "undivided attention" come direbbero qui. Ottima anche l'intervista a Robert Wyatt, in copertina di questo numero.
E infine una segnalazione, per chi ha voglia di ascoltare questo blog alla radio: domani a Zoe si parla di Georg Baselitz. Quest'anno sono sempre il Giovedi' ma ad inizio trasmissione, le 11.35 italiane. Sempre a Radio Popolare naturalmente.
SUSANNA WALLUMROD Sonata mix dwarf cosmos (Rune Grammofon 2007). Disco leggero come una foglia che ondeggia nell'aria autunnale trasportata dal vento. Minimo nella composizione e semplicissimo negli arrangiamenti, con Susanna sempre piu' simile allo stile del fratello Christian che partecipa come ospite. Superlativa la copertina di Kim Hiortoy, ma questa non e' piu' una sorpresa.
BUD POWELL Live at the Blue Note Cafe', Paris 1961 (ESP Disk, 2007). All'inizio degli anni '60 Powell viveva a Parigi e si esibiva frequentemente al Blue Note. Alcol, droghe, depressione e elettrochoc avevano minato le sue capacita' virtuosistiche, e la critica lo dava ormai per finito. Poco dopo avrebbe contratto la tubercolosi che lo avrebbe ucciso. Questo disco fotografa uno dei momenti piu' difficili della sua tormentata carriera. Si tratta per lo piu' di classici del bebop, scritti dai sui amici Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Thelonious Monk, eseguiti con uno stile sparso molto prossimo proprio a Monk. Restava comunque grandissimo.
THE WIRE TAPPER 18 (Wire, 2007). Il giorno che esce Wire io sono felice. Mi precipito a pagare la rivista e poi trovo un posto per sfogliarla subito, anche in piedi, dovunque mi trovo. Se poi c'e' in allegato il CD, allora cancello qualsiasi impegno e corro a casa ad ascoltarlo. E neanche questa volta la raccolta delude, anzi. La traccia che proprio trovo irresistibile e' la numero 16, di Luciano Cilio, superlativo compositore napoletano che si tolse la vita nel 1983 a soli 33 anni, e del quale la milanese Die Schachtel ha ristampato il fondamentale "Dell'universo assente". Eccellenti anche i contributi del compositore John Luther Adams, dei sempre fantastici Ex e di Damon & Naomi, ma tutto il CD merita la vostra "undivided attention" come direbbero qui. Ottima anche l'intervista a Robert Wyatt, in copertina di questo numero.
E infine una segnalazione, per chi ha voglia di ascoltare questo blog alla radio: domani a Zoe si parla di Georg Baselitz. Quest'anno sono sempre il Giovedi' ma ad inizio trasmissione, le 11.35 italiane. Sempre a Radio Popolare naturalmente.
Commenti
Nicola
in ogni caso,ecco qui la mia poco significativa opinione su tutta la faccenda neo folk.
http://www.sodapop.it/rbrth/content/view/155/63/
ciao ciao
Paola
Direi che il sottotitolo della rivista dice davvero tutto: "Adventures in modern music". Dipende da quanto ti interessa esplorare. Riviste come Uncut, Rumore, ecc. sono al 100% impegnate a confermare i pregiudizi dei propri lettori. Vivono di quello, la loro base cerca quello. Wire fa esattamente il contrario: scardina certezze ed abitudini di ascolto. Se sai gia' cosa ascoltare e ti trovi bene in quello, allora evita. Se invece sei aperto ad esperienze sonore davvero nuove, allora e' la rivista per te. (Adesso come minimo una subscription vitalizia omaggio devono mandarla a me).
Bloggo -
Si', bello fuori davvero! Com'era la mostra di Lugano? Sei stato citato stamattina nella mia conversazione con Marina (non per nome, ma ho citato il tuo commento).
Elephant Memory Tall Guy -
Ho letto. Quindi anche tu hai visto la foto su Vogue? Io non ci volevo credere! Sul giudizio complessivo io sono un po' piu' cauto di te. Il fenomeno e' intrigante e profondo, sia nelle sue derive maggiormente folk-cantautorali (Alela Diane, Meg Baird, ecc.) che in quelle piu' vicine alla psichedelia (Matt Valentine & Erika Elder, Brightblack Morning Light, ecc.). Devendra e Coco Rosie sono la punta emersa dell'iceberg, e i fenomeni piu' vendibili grazie a caratteristiche estetiche che trascendono i suoni. Ma come sempre il meglio si trova scavando nel sottobosco. E' sempre stato cosi', no?
Myriam -
Onore al merito: i dischi citati me li hai fatti conoscere tu e se ho visto Devendra al Water Rats la prima volta che suono' a Londra lo devo a te.
Paola -
Secondo me devi pero' fare una distinzione tra i primi poetici e desolati dischi, ancora oggi meravigliosi e imprendibili, e quello che ha fatto dopo. Il Devendra vagabondo scoperto dalla moglie di Michael Gira e' certamente diverso da quello che anni dopo e' stato su tutte le copertine di riviste musicali del pianeta. Il successo gli ha fatto perdere la testa, ed e' un peccato, perche' era un artista strepitoso. Consoliamoci riascoltando i suoi vecchi polverosi dischi lo fi, quelli davvero superlativi.