Voulez-vous un rendez-vous tomorrow

[Institut Francais, Settembre 2007]

La Francia, per me, e' un po' come gli anni '70, la stessa cosa. Pur avendola attraversata, esplorata, aver letto libri francesi, visto film francesi, ascoltato musica francese, non avendoci vissuto ci posso costruire sopra tutte le fantasie che voglio.

Negli anni '70, ne sono certo, sarei stato un leader delle occupazioni. In Francia sarei una persona davvero felice e realizzata.

Un tempo Londra era un po' cosi'. Poi ho scoperto che anche qui ci sono riunioni di condominio e file dal dottore. In Francia, nella mia Francia, queste cose non esistono. E voi magari pensavate che in Francia ci fossero i dentisti.

Per andare in Francia da dove vivo ci sono due modi: l'Eurostar, che dal 14 Novembre partendo da King's Cross promette di portarmi dalla porta di casa al centro di Parigi in qualcosa come due ore e mezza. E il bus 14 che impiegandoci piu' o meno lo stesso tempo attraversa tutta Londra scaricandomi a due passi all'Istituto Culturale Francese di South Kensington.

Il primo costa qualcosa come 300 sterline per tratta, il secondo 90 pence, e quindi, in genere lo preferisco.

L'esperienza di visitare l'Istituto Culturale Francese conferma ogni volta quello che scrivevo piu' sopra: che se ci vivessi Parigi sarebbe per me un'accogliente casa, il luogo naturale dove vivere felicemente.

Non e' mai affollato, entri e ci sono tutti i giornali che vuoi, le cuffie per sentire la musica, la televisione francese sintonizzata su qualche canale nel quale trasmettono interviste a Foucault e documentari sulla Parigi di Sartre.

C'e' quello scalone davanti a te che fa tanto liceo francese, ti aspetti di vedere scendere da un momento all'altro due studentesse uscite da un film di Rohmer che come nei film di Rohmer conversano pacatamente di questioni filosofiche.

Il bistrot in questi giorni e' chiuso per refurbishment (e' chiuso per refurbishment da quasi un anno, ma non sottilizziamo), se no c'e' pure quello, dove immagino che se chiedi la Coca-Cola chiamano un buttafuori.

Il pubblico del Centro e' per lo piu' francese. Chi non lo e' parla comunque francese, se dici sorry quasi un po' ti vergogni, io che il francese non lo parlo me la cavo dicendo merci ogni volta che posso, arrotando ben bene la r, tipo non sono uno di voi ma ce la sto mettendo tutta.

La ragione per andarci e' il cinema. Un cinema che non e' come gli altri, e' tutta un'altra cosa. A me ricorda il cineforum del liceo, ma ancora meglio. Intanto e' meravigliosamente scomodo, di quello scomodo che segmenta il target: con noi o contro di noi. E se sei contro di noi, se non sei disposto a vedere 3 ore di film in lingua originale sottotitolato, allora vai a sentire Pete Doherty inglese di merda.

Di pubblicita' e trailer nemmeno a parlarne, si inizia subito e se sei in ritardo sono cazzi tuoi. Il pubblico. Il gruppo proprio piu' numeroso e' composto di due persone. Ma in genere sono tutti per conto loro e aspettano l'inizio del film leggendo un consumato paperback estratto dalla tasca della giacca (il velluto marrone a costine di questa stagione spopola).

L'ultimo film che ho visto, Domenica scorsa, era "I testimoni" di Techine', e non e' che mi sia tanto piaciuto, ma non e' mica quello il punto, il punto e' l'esperienza, che e' un viaggio, mica un banale andare al cinema.

E l'idea era quella di scriverci sopra un post sul film, avevo gia' il titolo "Cosa restera' di questi anni '80", e' tutta la settimana che ci penso. Ma e' un film cosi' doloroso, sul dramma dell'AIDS quando ancora la malattia non si sapeva come chiamarla, che prendere la cosa alla leggera mi sembrerebbe del tutto fuori luogo.

Lo consiglio pero', anche se non mi ha convinto del tutto. Oltre a scene drammatiche, si rivive quell'atmosfera, e' come entrarci dentro di nuovo negli anni '80, rivedere persone, risentire musiche, e capire che non li abbiamo ancora metabolizzati quegli anni, e che fanno ancora male e che dovremmo riviverli per poterci finalmente capire qualcosa.

[Les Temoins trailer]

Commenti

Maud ha detto…
Mi dai un'informazione molto interessante, sebbene mi stia domandando quanto possa essere lungo il viaggio partendo da Finsbury Park, ove risede la mia vittoriana dimora...
Fabio ha detto…
Eh, ci metti meno ad andare a Parigi secondo me: 10 minuti di metro fino a King's Cross e poi 2 ore e 15. Pero' vuoi mettere? Poi esci dal cinema e sei a Londra, tutta un'altra cosa.

A proposito di Finsbury, domani vado con un amico a vedere una cosa alla Finsbury Town Hall, che pure non e' nella Finsbury che dici tu, ma in EC1 (dove sto io per altro). E' uno spettacolo di danza contemporanea in celebrazione del venticinquennale di Wire, e anche se e' un po' un'esplorazione e non ne so molto, sembra la cosa piu' interessante che ho trovato qui per passare il Sabato sera. Nel caso non sapessi cosa fare e volessi scendere a Sud. Tra l'altro, il 153 ti porta da Finsbury Park credo proprio fino a davanti al Finsbury Centre.
mr.crown ha detto…
se prendete un ryan air e venite a ravenna ci sono califone arbouretum e beach house.
Maud ha detto…
grazie per il consiglio fabio, ci sono buone probabilitĆ  che lo segua, sembra una serata interessante!

niente ryan air stasera, perĆ² i califone li avrei visti volentieri.
lophelia ha detto…
E poi a Parigi l'architettura in periferia sa inventare una cosa come la Defense.
Fabio ha detto…
Mr. Crown -

Come sono stati?

Maud -

Sei poi scesa a Sud? Ti dico le mie impressioni sulla serata. La danza del coreografo Charles Linehan l'ho trovata molto interessante. La musica pero'... Com'e' possibile suonare ancora la solfa indigesta proposta dal gruppo di David Toop e dalla scellerata coppia Wall/ Gamble? Ma davvero c'e' ancora qualcuno che puo' trovare interessanti quelle manipolazioni digitali senza capo ne' coda? Che cosa dicono, qualcuno me lo sa spiegare? A me assolutamente nulla. L'aspetto visuale poi. Sembrava di vedere un gruppo di consulenti dell'IBM al lavoro presso un cliente. Che noia insopportabile...

Lophelia -

A Londra hanno cercato di copiarla, con Canary Wharf, riuscendoci peraltro malissimo...

Il mio caro amico Marco, con il quale ho condiviso molti degli ascolti e visioni che avete letto negli ultimi due anni di blog, si e' trasferito a Parigi proprio in questo fine settimana. Abbiamo passato Venerdi' sera (oltre che a leggere vecchi numeri di New York Rocker e Bomp) a guardare cartine della citta'. Io ho gia' deciso dove voglio andare a vivere, a St. Germain. Che poi ci vada davvero un giorno e' tutto da vedere, pero' non lo escludo. Per il momento un po' ci vivo gia'.
Anonimo ha detto…
Visto che non prendo l'aereo, la prossima volta mi informerĆ² senz'altro di quel bus Parigi-Londra. La prima volta ho preso l'Eurostar ed ĆØ costato una follia (fortunatamente pagava la ditta). Ciao. Q.
Fabio ha detto…
Ti so dire il prezzo (19 sterline a tratta), e dove parte/ arriva a Londra, stazione Victoria. E quando parte da qui, alle 10 di sera, e quando arriva a Parigi, alle 7 del giorno dopo.

Mi hanno pero' detto che e' un viaggio un po' infernale, nel senso che in piena notte ti fanno scendere dal pullman, salire sul traghetto, poi dopo un paio d'ore riscendere dal traghetto, risalire sul pullman... insomma non dormi.

Insomma, costa poco, ma c'e' una ragione. Pero' una volta nella vita voglio provare...
Myriamba ha detto…
ma che prezzi astronomici...
allora ..io la tratta fino a Parigi in treno la faccio un 4 volte al mese... se si prenota in anticipo potete trovare dei biglietti A/R a 60GBP in seconda (ovviamente non in prima classe con champagne!). Poi Fabio, hai Christelle che potrebbe ospitarti in centro a Parigi..La tratta Eurotunnel via macchina A/R vi puo' costare solo 48GBP...ma utilizzate il treno: e' piu' ecologico! quindi ..viaggi a poco prezzo ci sono, basta organizzarsi a tempo!
Myriamba ha detto…
L'aereo Londra - Parigi costa troppo ed inquina!
Fabio ha detto…
Grazie per il consiglio, in effetti Marco mi ha detto la stessa cosa. Mi sa che prenoto adesso per la primavera. Ormai da casa, che e' vicina a St. Pancras, potrei andare e tornare in giornata.