Lui ha perso il controllo ancora
[Regent's Park, Febbraio 2008]
Domenica mattina visto il tempo, cielo grigio e pioggia battente, ho pensato di andare al Curzon Soho a vedere il bel documentario di Grant Gee dedicato ai Joy Division.
Che e' un serrato montaggio di frammenti video, spezzoni di concerti, interviste, programmi TV e radio. Si apre con una gracchiante ripresa del leggendario concerto dei Pistols, 1976, che ispiro' prima i Buzzcocks e poi tutti gli altri.
Il problema e' che quando li senti parlare quegli altri tre, Albrecht Morris e Hook, un po' ti cascano le braccia. Viene da pensare che non abbiano ancora capito adesso cos'e' successo. Hook racconta che quando gli hanno telefonato per dirgli che Ian si era suicidato stava per mettersi a tavola, e che dopo la telefonata ha mangiato il suo arrosto domenicale come se nulla fosse successo.
E il film ha infatti confermato la mia teoria che i Joy Division erano Ian, Martin Hannett, Peter Saville, Tony Wilson e forse Annik Honore', ancora oggi fascinosissima, per l'ispirazione di Closer. E gli altri erano comparse. Quello che hanno fatto dopo Movement purtroppo lo conosciamo tutti molto bene.
Era Ian quello che osservava, leggeva, e trasformava la grigia realta' che aveva intorno in lancinante poesia. Le sue ispirazioni erano Burroughs (Interzone), Ballard (Atrocity exhibition), Kafka (Colony), Gogol (Dead souls) e chissa' quanti riferimenti letterari adesso mi sfuggono.
Nel documentario ci sono tutti: Paul Morley, Pete Shelley, Richard Kirk, Genesis P-Orridge, piu' tutti quelli che ho nominato piu' sopra. Manca solo Deborah, che appare solo con dichiarazioni scritte. C'e' pure un frammento audio di John Peel che suona Love will tear us apart a 45 giri e se ne accorge a meta', tanto per cambiare. Tra tutti loro non mi ricordo piu' chi dice: il punk diceva fuck you, i Joy Division arrivarono e dissero I'm fucked.
A Macclesfield ci andai solo una volta, molti anni fa. Ne ho gia' parlato nel blog e ho postato una foto della pietra tombale di Ian che scattai allora (trovate tutto nell'archivio, 10 Ottobre 2007). E quando nel documentario la tomba di Ian l'ho rivista mi sono commosso davvero. E mi sono venute in mente molte cose, tutte insieme: la prima volta che ascoltai i Joy Division, 1980, buttati nella mia cameretta nella notte da una piccola radio che trasmetteva da Busto Arsizio. Il treno per Milano il giorno dopo e la ricerca dei loro dischi. I bootleg che potevo guardare e toccare e desiderare senza allora potermeli permettere. I miei compagni di liceo con i quali i Joy Division (e quei gruppi che sembravano ed erano cosi' lontani: i Buzzcocks e i Bauhaus e gli XTC e i Killing Joke) iniziai a condividerli, e con i quali di li' in poi avrei condiviso tante cose, con loro che ascoltavano i Joy Division e non con tutti gli altri. Il senso che I'm fucked e che lo siamo un po' tutti, cambia solo il livello di consapevolezza.
Un documento fondamentale. Purtroppo e' in programmazione per pochi giorni, solo una volta al giorno, all'1. Datevi malati domani, e correte al Curzon Soho.
[joy division]
Domenica mattina visto il tempo, cielo grigio e pioggia battente, ho pensato di andare al Curzon Soho a vedere il bel documentario di Grant Gee dedicato ai Joy Division.
Che e' un serrato montaggio di frammenti video, spezzoni di concerti, interviste, programmi TV e radio. Si apre con una gracchiante ripresa del leggendario concerto dei Pistols, 1976, che ispiro' prima i Buzzcocks e poi tutti gli altri.
Il problema e' che quando li senti parlare quegli altri tre, Albrecht Morris e Hook, un po' ti cascano le braccia. Viene da pensare che non abbiano ancora capito adesso cos'e' successo. Hook racconta che quando gli hanno telefonato per dirgli che Ian si era suicidato stava per mettersi a tavola, e che dopo la telefonata ha mangiato il suo arrosto domenicale come se nulla fosse successo.
E il film ha infatti confermato la mia teoria che i Joy Division erano Ian, Martin Hannett, Peter Saville, Tony Wilson e forse Annik Honore', ancora oggi fascinosissima, per l'ispirazione di Closer. E gli altri erano comparse. Quello che hanno fatto dopo Movement purtroppo lo conosciamo tutti molto bene.
Era Ian quello che osservava, leggeva, e trasformava la grigia realta' che aveva intorno in lancinante poesia. Le sue ispirazioni erano Burroughs (Interzone), Ballard (Atrocity exhibition), Kafka (Colony), Gogol (Dead souls) e chissa' quanti riferimenti letterari adesso mi sfuggono.
Nel documentario ci sono tutti: Paul Morley, Pete Shelley, Richard Kirk, Genesis P-Orridge, piu' tutti quelli che ho nominato piu' sopra. Manca solo Deborah, che appare solo con dichiarazioni scritte. C'e' pure un frammento audio di John Peel che suona Love will tear us apart a 45 giri e se ne accorge a meta', tanto per cambiare. Tra tutti loro non mi ricordo piu' chi dice: il punk diceva fuck you, i Joy Division arrivarono e dissero I'm fucked.
A Macclesfield ci andai solo una volta, molti anni fa. Ne ho gia' parlato nel blog e ho postato una foto della pietra tombale di Ian che scattai allora (trovate tutto nell'archivio, 10 Ottobre 2007). E quando nel documentario la tomba di Ian l'ho rivista mi sono commosso davvero. E mi sono venute in mente molte cose, tutte insieme: la prima volta che ascoltai i Joy Division, 1980, buttati nella mia cameretta nella notte da una piccola radio che trasmetteva da Busto Arsizio. Il treno per Milano il giorno dopo e la ricerca dei loro dischi. I bootleg che potevo guardare e toccare e desiderare senza allora potermeli permettere. I miei compagni di liceo con i quali i Joy Division (e quei gruppi che sembravano ed erano cosi' lontani: i Buzzcocks e i Bauhaus e gli XTC e i Killing Joke) iniziai a condividerli, e con i quali di li' in poi avrei condiviso tante cose, con loro che ascoltavano i Joy Division e non con tutti gli altri. Il senso che I'm fucked e che lo siamo un po' tutti, cambia solo il livello di consapevolezza.
Un documento fondamentale. Purtroppo e' in programmazione per pochi giorni, solo una volta al giorno, all'1. Datevi malati domani, e correte al Curzon Soho.
[joy division]
Commenti
ciao,
e.
inquietante ! la cosa + abberrante che ho sentito su di loro ĆØ stata ieri su virgin radio la traduzione del testo in italiano di love will tear us apart .... hanno un programma che si chiama " Rock in translation" .......AIIIUTTOOO !
have a nice day
JC waver wafer
:) ivan
(giusto ieri ho postato una cosa relativa ad un semi trailer sui jd)
JC wafer waiver waver
Sono sicuro che uscira' presto in DVD. Consiglio davvero di non perderlo, in accoppiata con Control (che invece credo in DVD sia gia' ampiamente disponibile). Tra i due a me comunque ha fatto venire piu' brividi il documentario.
P! -
A proposito di radio, li' a Milano mi pare che stia per chiudere Rock FM, giusto? Che non ho mai sentito, ma che mi sa di quell'indipendenza che va scomparendo schiacciata da Virgin Radio e simili.
Sul nome del gruppo, il documentario racconta tutta la storia, e si sente pure l'introduzione di At a later date in un concerto del 1977, quando Ian ringhia al pubblico: vi siete dimenticati tutti Rudolf Hess.
JC -
I New Order pero', ne converrai, sono un altro gruppo, una cosa completamente diversa, come se il loro passato non fosse mai esistito. In questo senso dico che non hanno davvero ancora capito oggi cosa sia successo. Il documentario racconta anche bene di quando Ian inizio' a isolarsi, a passare piu' tempo con Annik che con gli altri tre (Annik che veniva considerata dagli altri troppo posh), di come loro tre non avessero davvero mai letto bene i testi di Closer. Il film di Corbijn del resto conferma la stessa storia.
Quella della pietra tombale di Ian non la conoscevo. Invece ho un collega il cui fratello era in classe alle elementari con Ian, il quale andava tutti i pomeriggi a casa loro. Me la racconta tutte le volte che lo incontro quella storia, la so ormai a memoria. Pare che il piccolo Ian andasse pazzo per il frothy coffee preparato dalla mamma del mio amico e che infatti dicesse tutti i pomeriggi "Mrs. Murphy can you make us a frothy coffee please?". Che e', ho scoperto, il nome inglese andato in disuso del cappuccino. Non e' una storia affatto interessante, lo so, ma il mio collega continua a raccontarmi sempre e solo quella. Non ho mai capito come mai gli sia rimasta tanto impressa.
Gillian Gilbert, la tastierista dei New Order, mi pare sia la moglie di Morris, il batterista.
Ivan -
Bello scoprire di aver fatto le stesse cose, e come noi chissa' quanti altri. E sono state scoperte importanti se ce le ricordiamo ancora a quasi trent'anni di distanza.
Q -
Si' ma non c'entrano nulla. Se non conosci i Joy Division te li consiglio caldamente. Tutto cambia, eppure loro restano modernissimi. Li ho ascoltati milioni di volte i loro dischi e suonano freschi come la prima volta che li suonai.
E, certo, i NO sono altra cosa. I JD erano catarsi e trascendenza, i NO al loro melgio un anelito ormonale di adolescenti conceptio sottovetro da degli scienziati un pĆ² cinici...
JC
E, certo, i NO sono altra cosa. I JD erano catarsi e trascendenza, i NO al loro melgio un anelito ormonale di adolescenti conceptio sottovetro da degli scienziati un pĆ² cinici...
JC
E, certo, i NO sono altra cosa. I JD erano catarsi e trascendenza, i NO al loro melgio un anelito ormonale di adolescenti conceptio sottovetro da degli scienziati un pĆ² cinici...
JC