This is Poppy
[Kidbrooke, Maggio 2008]
Qualche giorno fa e' stato il London Better Together Day. In Italia non c'e' nulla di simile mi pare di ricordare. Quel giorno puoi scegliere se andare a lavorare normalmente, oppure dedicare la tua giornata a un'attivita' di volontariato. Io naturalmente ho scelto il volontariato, ovvio.
Di prima mattina ho preso un treno da Farringdon a Blackfriars, poi un altro che mi ha portato a Peckham Rye e infine un ultimo fino a Kidbrooke. Treni deserti perche' tutti i pendolari a quell'ora entravano a Londra e io invece uscivo. Kidbrooke, che nemmeno sapevo che esistesse fino a pochi giorni fa, e' un agglomerato di casermoni popolari anni '60 e '70 non lontano ma separatissimo dall'enclave ricca, felice e leafy di Greenwich. Il compito che era stato assegnato al mio gruppo di volontari era quello di dipingere un paio di aule di una scuola.
Scendo dal treno e raggiungo la scuola nell'aria frizzante della periferia di prima mattina. Lo staff aveva preparato a noi volontari un'accoglienza che nemmeno se fosse arrivata la regina. Deliziosa colazione all'inglese, e dato che avevo segnalato di essere vegetariano, espressamente per me le salsicce erano state sostituite con squisite polpette di soia.
E poi via, nella prima aula, tutto il giorno a pulire, imbiancare, rullare, diluire, pennellare. E ogni tanto le maestre e i bidelli ci venivano pure a portare delizioso te' al latte appena preparato.
I bambini ci guardavano divertiti, noi quasi tutti bianchi con i vestiti a ogni mezz'ora piu' inzaccherati, e loro tutti quanti neri, arrivati li' chissa' da quale Paese, con quale storia alle spalle, incidentalmente tutti riuniti in quella piccola scuola.
E non la faccio lunga, ma e' stata una giornata indimenticabile, di lavoro certo, ma anche di scambi, conoscenze, osservazioni.
Quell'atmosfera, per me cosi' inusuale, l'ho rivissuta qualche giorno fa, vedendo al cinema Happy-go-lucky, l'ultimo film del regista inglese Mike Leigh. Quello di Segreti e bugie, per intenderci.
Che e' la storia di Poppy, insegnante elementare di North London, ma che e' soprattutto un film sulla felicita'. Su quanto il fatto di vivere felici dipenda cosi' poco dalle circostanze esterne e cosi' tanto dalla capacita' di cogliere l'aspetto gentile, sereno di ogni situazione.
Polly che contrappone alla grigia Londra i suoi vestiti colorati, come una sorta di lower class Amelie che continua a ripetere per tutto il film It makes me laugh, anche se da ridere c'e' pochissimo. Poppy che francescanamente avvicina un homeless che tutti scansano. E c'e' tutto questo nel film di Leigh: la poverta' gli abusi, la violenza, il razzismo.
Tutt'attorno, ma non nel cuore di Poppy. A lei si contrappone la visione cupa della realta' del suo insegnante di guida, un razzista dogmatico perennemente ingrugnato. Che pero' alla risata cristallina di Poppy non restera' indifferente. E pero' Poppy si innamorera' di Tim, assistente sociale della scuola.
E il resto non ve lo racconto naturalmente. Film godibilissimo, leggero come una piuma, che resta dentro per giorni. Dove non succede nulla, anzi succede tantissimo, ma sono proprio le cose che accadono ogni giorno, sulle quali non abbiamo mai tempo di riflettere. E sbagliamo, ce lo fa capire cosi' bene questa deliziosa storia.
Straordinario l'episodio in cui Poppy visita la sorella sposata, che vive in una villetta suburbana. Che differenza tra le due sorelle. Helen preoccupata, tesa, nervosa. Che accusa Poppy di essere in ritardo su tutto: il matrimonio, il mutuo, la vita adulta. E Poppy che la lascia ai suoi impegni, e torna a giocare con leggerezza con la vita.
Da vedere, concluderebbe una recensione vera del giornale.
[HAPPY GO LUCKY TRAILER] [Brushing up on volunteer skills]
Qualche giorno fa e' stato il London Better Together Day. In Italia non c'e' nulla di simile mi pare di ricordare. Quel giorno puoi scegliere se andare a lavorare normalmente, oppure dedicare la tua giornata a un'attivita' di volontariato. Io naturalmente ho scelto il volontariato, ovvio.
Di prima mattina ho preso un treno da Farringdon a Blackfriars, poi un altro che mi ha portato a Peckham Rye e infine un ultimo fino a Kidbrooke. Treni deserti perche' tutti i pendolari a quell'ora entravano a Londra e io invece uscivo. Kidbrooke, che nemmeno sapevo che esistesse fino a pochi giorni fa, e' un agglomerato di casermoni popolari anni '60 e '70 non lontano ma separatissimo dall'enclave ricca, felice e leafy di Greenwich. Il compito che era stato assegnato al mio gruppo di volontari era quello di dipingere un paio di aule di una scuola.
Scendo dal treno e raggiungo la scuola nell'aria frizzante della periferia di prima mattina. Lo staff aveva preparato a noi volontari un'accoglienza che nemmeno se fosse arrivata la regina. Deliziosa colazione all'inglese, e dato che avevo segnalato di essere vegetariano, espressamente per me le salsicce erano state sostituite con squisite polpette di soia.
E poi via, nella prima aula, tutto il giorno a pulire, imbiancare, rullare, diluire, pennellare. E ogni tanto le maestre e i bidelli ci venivano pure a portare delizioso te' al latte appena preparato.
I bambini ci guardavano divertiti, noi quasi tutti bianchi con i vestiti a ogni mezz'ora piu' inzaccherati, e loro tutti quanti neri, arrivati li' chissa' da quale Paese, con quale storia alle spalle, incidentalmente tutti riuniti in quella piccola scuola.
E non la faccio lunga, ma e' stata una giornata indimenticabile, di lavoro certo, ma anche di scambi, conoscenze, osservazioni.
Quell'atmosfera, per me cosi' inusuale, l'ho rivissuta qualche giorno fa, vedendo al cinema Happy-go-lucky, l'ultimo film del regista inglese Mike Leigh. Quello di Segreti e bugie, per intenderci.
Che e' la storia di Poppy, insegnante elementare di North London, ma che e' soprattutto un film sulla felicita'. Su quanto il fatto di vivere felici dipenda cosi' poco dalle circostanze esterne e cosi' tanto dalla capacita' di cogliere l'aspetto gentile, sereno di ogni situazione.
Polly che contrappone alla grigia Londra i suoi vestiti colorati, come una sorta di lower class Amelie che continua a ripetere per tutto il film It makes me laugh, anche se da ridere c'e' pochissimo. Poppy che francescanamente avvicina un homeless che tutti scansano. E c'e' tutto questo nel film di Leigh: la poverta' gli abusi, la violenza, il razzismo.
Tutt'attorno, ma non nel cuore di Poppy. A lei si contrappone la visione cupa della realta' del suo insegnante di guida, un razzista dogmatico perennemente ingrugnato. Che pero' alla risata cristallina di Poppy non restera' indifferente. E pero' Poppy si innamorera' di Tim, assistente sociale della scuola.
E il resto non ve lo racconto naturalmente. Film godibilissimo, leggero come una piuma, che resta dentro per giorni. Dove non succede nulla, anzi succede tantissimo, ma sono proprio le cose che accadono ogni giorno, sulle quali non abbiamo mai tempo di riflettere. E sbagliamo, ce lo fa capire cosi' bene questa deliziosa storia.
Straordinario l'episodio in cui Poppy visita la sorella sposata, che vive in una villetta suburbana. Che differenza tra le due sorelle. Helen preoccupata, tesa, nervosa. Che accusa Poppy di essere in ritardo su tutto: il matrimonio, il mutuo, la vita adulta. E Poppy che la lascia ai suoi impegni, e torna a giocare con leggerezza con la vita.
Da vedere, concluderebbe una recensione vera del giornale.
[HAPPY GO LUCKY TRAILER] [Brushing up on volunteer skills]
Commenti
sarebbe bello proponessero anche qui la giornata pro-volontariato (la prima reazione sarebbe della confindustria)
Tutti gli altri evidentemente erano troppo impegnati a leggere le ultime sul vestito di Kate Moss e le droghe di Amy Winehouse nei giornali distribuiti gratuitamente per strada. Che immagino di questa iniziativa non abbiano nemmeno parlato.
In questa citta' c'e' una micro-minoranza sensibile, colta e informata, e una macro-maggioranza gregge cerebro-annullato che perde il proprio tempo andando dietro a gadget e celebrities che vengono di giorno in giorno indicati dal Daily Mail e dal London Paper.
E' una societa' tristissima questa, con fortunatamente alcune iniziative valide come questa, da prendere al volo.
Per citare Alan Bennett:
"Londra e' cambiata, e' una citta' meno cortese di com'era: credo che sia colpa della Thatcher, che l'ha decivilizzata. Piu' si va verso Nord, viceversa, piu' la gente di questo Paese e' gentile: ha piu' tempo, e' meno ossessionata dal denaro e dalle apparenze, in una parola e' piu' umana.
[...]
Certo che se il cambiamento e' Boris Johnson, questo ci dice qualcosa su come siano triviali, superficiali, dettate da fattori insignificanti, le scelte che fa l'opinione pubblica odierna".
Te lo vedi Brunetta di fronte a una simile iniziativa? E la Marcegaglia che dopo che un suo operaio e' morto in una delle sue fabbriche lager non ha trovato altro che salire su un palco e arringare il lurido padronato sfrutta-immigrati con i suoi anatemi anti-sindacali.
Vergogna, vergogna, che schifo cazzo.
A volte c'e' da cercare parecchio prima di trovare quell'aspetto. Poi ci sono cose che aiutano: certe persone, la musica, la lettura, una bella passeggiata nella natura.