Aki Tsuyuko, Ongakushitsu (Moikai, 2000)
Dopo aver scritto in tempi recenti di David Grubbs e di John McEntire, mi sembra giusto ricomporre la sacra trinita' post-rock parlando oggi di Jim O'Rourke.
Sto cercando di completare la mia raccolta del catalogo Moikai, la sussidiaria della Drag City gestita da Jim O'Rourke tra il 1998 e il 2001, che pubblico' dischi di musicisti perlopiu' legati all'avanguardia europea (Fennesz, Pita, Lithops, Rafael Toral) e americana (Phil Niblock, Kevin Drumm).
Recentemente ho trovato a un prezzo decente (... ma era l'ultima copia rimasta a quel prezzo) l'esordio di Aki Tsuyuko, compositrice giapponese che molti di voi ricorderanno soprattutto per le sue collaborazioni con Nobukazu Takemura (altro artista del Sol Levante legato a un'etichetta di Chicago, la Thrill Jockey).
Questo Ongakushitsu e' un disco di straordinaria delicatezza: musica che fluttua nell'aria senza mai concretizzarsi davvero. Mi ha fatto tornare alla mente, qualcuno di voi se lo ricordera', il disco realizzato alcuni anni fa dalla compositrice francese Colleen usando solo carillon, a tratti processati elettronicamente.
Mi ha molto colpito anche il fatto che alcuni passaggi evocano quelli di certe sonate d'organo di Messiaen, associazione che non verrebbe spontanea parlando di musica giapponese.
Se vi piace un certo tipo di sperimentazione con anima e cuore (pensate all'ultimo Sylvian) questo disco potra' davvero piacervi molto.
Non trovo in rete frammenti di Ongakushitsu da proporvi, per cui sopperisco con questa traccia da Hokane, del 2006, un buon album pero' molto meno originale rispetto all'esordio.
Sto cercando di completare la mia raccolta del catalogo Moikai, la sussidiaria della Drag City gestita da Jim O'Rourke tra il 1998 e il 2001, che pubblico' dischi di musicisti perlopiu' legati all'avanguardia europea (Fennesz, Pita, Lithops, Rafael Toral) e americana (Phil Niblock, Kevin Drumm).
Recentemente ho trovato a un prezzo decente (... ma era l'ultima copia rimasta a quel prezzo) l'esordio di Aki Tsuyuko, compositrice giapponese che molti di voi ricorderanno soprattutto per le sue collaborazioni con Nobukazu Takemura (altro artista del Sol Levante legato a un'etichetta di Chicago, la Thrill Jockey).
Questo Ongakushitsu e' un disco di straordinaria delicatezza: musica che fluttua nell'aria senza mai concretizzarsi davvero. Mi ha fatto tornare alla mente, qualcuno di voi se lo ricordera', il disco realizzato alcuni anni fa dalla compositrice francese Colleen usando solo carillon, a tratti processati elettronicamente.
Mi ha molto colpito anche il fatto che alcuni passaggi evocano quelli di certe sonate d'organo di Messiaen, associazione che non verrebbe spontanea parlando di musica giapponese.
Se vi piace un certo tipo di sperimentazione con anima e cuore (pensate all'ultimo Sylvian) questo disco potra' davvero piacervi molto.
Non trovo in rete frammenti di Ongakushitsu da proporvi, per cui sopperisco con questa traccia da Hokane, del 2006, un buon album pero' molto meno originale rispetto all'esordio.
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