Dal mio Flickr, dove il diario di viaggio continua.
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Gio ha detto…
In qualità di stretta collaboratrice :) del diario di viaggio di Fabio, sarei curiosa di sapere se qualcuno dei lettori di London Calling ci sta seguendo, e magari anche di sapere cosa ne pensa. Saremmo anche felici di ricevere qualche commento, positivo o negativo e di soddisfare qualche curiosità, se ne avete.
Ma mi sa che siete ancora tutti in vacanza e chissà che al ritorno non vorrete anche voi condividere qualcosa dei vostri bellissimi viaggi...teneteci informati!
Anonimo ha detto…
Ciao Gio!! e Fabio naturalmente! Certo che qualcuno segue il richiamo londinese. Come mi piacerebbe un viaggio "old style" in treno e bus e postali. Non ditemi che fate anche autostop perchè avrei una botta di nostalgia (dei 20anni, della libertà, del sacco a pelo, dell'Interrail, dell'energia e sopratutto del tempo libero). Ora che lo so accenderò il PC si sera! ciao Auro
Stavolta niente autostop, ma non darci l'idea Auro! Grazie per avere scritto, e buon viaggio con noi :)
Gio ha detto…
Grazie Auro, anche a me fa davvero piacere sapere che stai seguendo il diario fotografico del nostro viaggio.
Ammetto che un viaggio un po' old style come il nostro di quest'anno fa riscoprire davvero quel senso di libertà, quell'energia, quella sensazione di vivere il tempo pienamente, che era dei vent'anni. Anzi, proprio per il fatto che i vent'anni sono passati da un pezzo, e che la consapevolezza di quelle sensazioni è aumentata nella misura in cui sono diminuite le occasioni di provarle, un viaggio come questo acquista un valore ancora più grande.
Capisco perfettamente la "botta di nostalgia" che proveresti se ti dicessimo che l'autostop questa volta non l'abbiamo fatto, ma che per la prossima ci pensiamo sul serio;)
E comunque ti assicuro (e Fabio può confermare) che per fare un viaggio così basta averne ancora voglia e tutto diventa possibile. Basta trovare il coraggio di smettere di pensare "come mi piacerebbe" e iniziare a prepararlo davvero e poi farlo. Ti assicuro che ti dimentichi completamente di non avere più vent'anni e ritrovi un'energia ed una gioia di vivere che neppure immagini di poter ancora avere.
Allora, pronto lo zaino, gli scarponcini e la macchina fotografica? Su quale treno stai per salire? O cominci subito con l'autostop? :D
Io vi ho seguiti! Le foto sono bellissime, tanto belle che non riesco neanche a provare la naturalissima invidia di chi avrebbe voluto fare la stessa cosa - in qualche modo, lo spettatore è presente, vede con voi, e questa è una cosa bella.
Quest'anno ho fatto un piccolo esperimento: sono partito senza macchina fotografica, per la prima volta dopo anni.
Negli anni precedenti avevo fatto tante foto, curando il piu' possibile la profondita', la luce, l'inquadratura. Tornato a casa le avevo guardate sullo schermo grande del PC: ne avevo tenute alcune, cancellate altre.
La sensazione complessiva era che si trattasse di un mazzetto di foto con tanti buchi tra una e l'altra, alcune anche tecnicamente belle da vedere: ma insomma che non raccontassero una storia.
Quello che Gio' e io ci siamo detti quest'anno e' stato: dato che dobbiamo viaggiare leggeri, lasciamo a casa le macchine (e Gio' piu' che una macchina gli altri anni si era portata un'attrezzatura da fotoreporter...).
Il risultato ha sorpreso anche me, perche' usare come macchina fotografica un telefono che tieni sempre in tasca ti permette di catturare la vita mentre scorre, senza troppe preoccupazioni tecniche. Anzi, senza nessuna preoccupazione tecnica, perche' il telefono fa tutto lui.
Poi prendi la foto e la aggiusti con le dita, e anche questa sensazione tattile la trovo molto bella.
E' stata una scoperta, e adesso quando vedo la Eos, mi sembra un pezzo da museo :)
(Uno di questi giorni ti scrivo Arte, perche' la tua ultima mail era molto bella, e abbiamo lasciato interessantissimi discorsi in sospeso).
Per lo stesso identico motivo che dici tu io ormai uso solo l'iphone. Sacrilegio per i fotografi, lo so, ma è quell'immediatezza che mi piace. Per me la tecnica non rappresenta una sfida e quindi una soddisfazione. Per me è solo un ostacolo tra me e l'attimo. L'iphone invece è semplicemente un "occhio".
Sì, scrivimi!
Anonimo ha detto…
Ciao, mi permetto per la prima volta di scrivere su questo blog. Mi collego al discorso dell'oggetto "macchina fotografica". Diciamo che per ogni uso vi può essere un mezzo diverso, l'iPhone/iPad (che uso spesso) può essere un buon giocattolo "comodo" per memorizzare/fermare un momento, un po' più comodo di una compatta digitale ma pur sempre un giocattolo; se a questo poi ci aggiungi tutte le modifiche che si possono fare in post produzione si snatura il "romanticismo" del momento, lo si fa diventare commerciale, comune, pubblico. La fotografia, quella vera, però è un altra cosa; lo studio prima dello scatto, i tentativi per avere il risultato che si ha in testa sono parte integrante della fotografia stessa e spesso il risultato diventa una cosa propria, riservata... quasi intima come la sensazione che hai quando stai per scattare. M.
La fotografia e' tante cose diverse secondo me. E' sicuramente, come dici, la ricerca paziente della luce giusta, lo studio, la ricerca tecnica. Ma puo' essere anche immediatezza: cogli l'attimo, cattura un momento senza preoccuparti eccessivamente degli aspetti tecnici.
L'iPhone e' un giocattolo, sono d'accordo con te. I risultati che si ottengono sono pero' sorprendentemente vicini alla realta' cosi' come la vedi. Non lo so spiegare tecnicamente, ma mi sono spesso sorpreso di questo.
La natura pubblica e privata della foto non sono sicuro che abbia a che fare con la macchina che usi invece. Credo che altre dimensioni siano almeno altrettanto importanti: il soggetto (quanto lo senti vicino), il luogo, il tuo stato d'animo, se sei solo o con qualcun altro, ecc.
Mi hai dato ragioni di riflessione, e ti ringrazio per il tuo commento.
Anonimo ha detto…
Sicuramente non è il mezzo tecnico che rende una foto "pubblica o privata", si è forse travisato il significato delle mie parole. Concordo con te che la differenza viene fatta dal soggetto, dal momento e dal messaggio e dal destinatario del messaggio stesso. M.
Detto questo, ricordo di aver pensato per un certo periodo che c'e' una differenza nel rapporto immediato con la macchina fotografica (avvicinando l'occhio al viewfinder - non ricordo piu' il nome in italiano, scusa) rispetto all'immagine proposta sullo schermo della macchina attraverso una piccola cam.
Mi e' sempre sembrata molto piu' intima la prima modalita' - e infatti per molti anni sono stato affezionato alla mia reflex.
La scoperta dell'iPhone e' stata una sorpresa per me: sono stato costretto a cambiare idea, anche un po' contro la mia volonta'.
Anonimo ha detto…
viewfinder....direi "mirino", l'immagine data dallo specchio. Il rumore della tendina dell'otturatore aggiunto e quello dello specchio che si alza..... la reflex un insieme di sensazioni che ti rimangono impresse, se poi a questo aggiungi l'attesa dello sviluppo hai il senso dell romanticismo della fotografia che, a mio avviso, viene si ottimizzata dalle nuove tecnologie ma purtroppo anche imbastardita ed appiattita. Come dire essere un bravo cuoco usando il Bimby. M.
Credo che il fenomeno parta da lontano comunque, nel senso che gia' il fatto che il processo di impressione fotografica sia stato reso digitale, quindi mediato, abbia fatto perdere quella romantica purezza che, giustamente, rievochi con affetto.
L'iPhone, di converso, permette una registrazione diaristica delle nostre vite che prima non poteva essere ottenuta con la stessa immediatezza (anche perche' sarebbe costato un patrimonio).
Commenti
Saremmo anche felici di ricevere qualche commento, positivo o negativo e di soddisfare qualche curiosità, se ne avete.
Ma mi sa che siete ancora tutti in vacanza e chissà che al ritorno non vorrete anche voi condividere qualcosa dei vostri bellissimi viaggi...teneteci informati!
Certo che qualcuno segue il richiamo londinese.
Come mi piacerebbe un viaggio "old style" in treno e bus e postali. Non ditemi che fate anche autostop perchè avrei una botta di nostalgia (dei 20anni, della libertà, del sacco a pelo, dell'Interrail, dell'energia e sopratutto del tempo libero).
Ora che lo so accenderò il PC si sera!
ciao
Auro
Ammetto che un viaggio un po' old style come il nostro di quest'anno fa riscoprire davvero quel senso di libertà, quell'energia, quella sensazione di vivere il tempo pienamente, che era dei vent'anni.
Anzi, proprio per il fatto che i vent'anni sono passati da un pezzo, e che la consapevolezza di quelle sensazioni è aumentata nella misura in cui sono diminuite le occasioni di provarle, un viaggio come questo acquista un valore ancora più grande.
Capisco perfettamente la "botta di nostalgia" che proveresti se ti dicessimo che l'autostop questa volta non l'abbiamo fatto, ma che per la prossima ci pensiamo sul serio;)
E comunque ti assicuro (e Fabio può confermare) che per fare un viaggio così basta averne ancora voglia e tutto diventa possibile. Basta trovare il coraggio di smettere di pensare "come mi piacerebbe" e iniziare a prepararlo davvero e poi farlo. Ti assicuro che ti dimentichi completamente di non avere più vent'anni e ritrovi un'energia ed una gioia di vivere che neppure immagini di poter ancora avere.
Allora, pronto lo zaino, gli scarponcini e la macchina fotografica? Su quale treno stai per salire? O cominci subito con l'autostop? :D
A presto.
Una delle tante.
:)
Negli anni precedenti avevo fatto tante foto, curando il piu' possibile la profondita', la luce, l'inquadratura. Tornato a casa le avevo guardate sullo schermo grande del PC: ne avevo tenute alcune, cancellate altre.
La sensazione complessiva era che si trattasse di un mazzetto di foto con tanti buchi tra una e l'altra, alcune anche tecnicamente belle da vedere: ma insomma che non raccontassero una storia.
Quello che Gio' e io ci siamo detti quest'anno e' stato: dato che dobbiamo viaggiare leggeri, lasciamo a casa le macchine (e Gio' piu' che una macchina gli altri anni si era portata un'attrezzatura da fotoreporter...).
Il risultato ha sorpreso anche me, perche' usare come macchina fotografica un telefono che tieni sempre in tasca ti permette di catturare la vita mentre scorre, senza troppe preoccupazioni tecniche. Anzi, senza nessuna preoccupazione tecnica, perche' il telefono fa tutto lui.
Poi prendi la foto e la aggiusti con le dita, e anche questa sensazione tattile la trovo molto bella.
E' stata una scoperta, e adesso quando vedo la Eos, mi sembra un pezzo da museo :)
(Uno di questi giorni ti scrivo Arte, perche' la tua ultima mail era molto bella, e abbiamo lasciato interessantissimi discorsi in sospeso).
Sì, scrivimi!
L'iPhone e' un giocattolo, sono d'accordo con te. I risultati che si ottengono sono pero' sorprendentemente vicini alla realta' cosi' come la vedi. Non lo so spiegare tecnicamente, ma mi sono spesso sorpreso di questo.
La natura pubblica e privata della foto non sono sicuro che abbia a che fare con la macchina che usi invece. Credo che altre dimensioni siano almeno altrettanto importanti: il soggetto (quanto lo senti vicino), il luogo, il tuo stato d'animo, se sei solo o con qualcun altro, ecc.
Mi hai dato ragioni di riflessione, e ti ringrazio per il tuo commento.
Mi e' sempre sembrata molto piu' intima la prima modalita' - e infatti per molti anni sono stato affezionato alla mia reflex.
La scoperta dell'iPhone e' stata una sorpresa per me: sono stato costretto a cambiare idea, anche un po' contro la mia volonta'.
L'iPhone, di converso, permette una registrazione diaristica delle nostre vite che prima non poteva essere ottenuta con la stessa immediatezza (anche perche' sarebbe costato un patrimonio).