Ho visto che hai sentito il mio amatissimo Kurt Vile, che alla fine e' un po' la versione contemporanea, riveduta e corretta, dei Dream Syndicate.
Li ho visti al Dingwalls di Camden, e rispetto al resto del pubblico mi sentivo un teenager :)
Hanno rifatto The days of wine and roses dalla prima all'ultima nota, e poi brani del loro repertorio classico, compresa una John Coltrane stereo blues da leggenda.
Della formazione originale sono rimasti Steve Wynn e Dennis Duck, anche se mi hanno detto che Kendra Smith ha ripreso a suonare con David Roback, in una nuova versione dei Clay Allison/ Opal.
Un articolo da paura sul Paisley Underground (stampate vengono 18 pagine), pubblicato qualche giorno fa sul sito del Guardian, lo trovi qui:
Uh, grazie del link (io di certo, pensando a LA negli anni 80,non penso "hair metal" :-) Kurt Vile mi è piaciuto dal vivo (non ho ancora dischi suoi) ma come suono lo sento più vecchio dei Dream Syndicate, non so spiegare bene perché, come se emanasse 70s vibes. Comunque non ero mai stata a un "vero" festival, e quando si torna a casa rimane una lieve crisi di astinenza!
Per me e' un po' "il suo bello": Kurt Vile e' un cantautore degli anni '70 che una macchina del tempo fuori controllo ha portato nel nostro presente. Immagino che in questo presente si senta un po' intrappolato e che se potesse risalirebbe su quella macchina del tempo e riporterebbe le lancette un po' indietro. Ma questo accade a molti di noi, no?
Appena dopo gli anni del Paisley Underground, il mio concittadino Claudio Sorge, che all'epoca dirigeva Rockerilla (rivista che i miei amici e io all'epoca chiamavamo la Bibbia, "Si' si', c'e' scritto sulla Bibbia di questo mese"), ando' in pellegrinaggio in California, e quando torno' ci racconto' che il mainstream da quelle parti era proprio l'"hair metal", che sentivi dappertutto. Il Paisley Underground e il garage punk erano musiche minoritarie, forse piu' note in Europa che in California.
Non so se l'ho mai scritto qui, e forse e' il momento di farlo. Alcuni anni fa lessi che a Camden davano un documentario su Rodney Bingenheimer (ampiamente citato nell'articolo da Sid Griffin).
Andai, ovviamente. Mentre al box office cercavo i soldi per pagare, sentii un accento americano provenire dalla fila di fianco alla mia... sollevai lo sguardo e... non potevo credere ai miei occhi: era proprio Sid Griffin!
Scoprii cosi' che si era trasferito in North London, dopo avere sposato una violoncellista di qui. Per un certo periodo ci scrivemmo e ci frequentammo (mi invito' anche al suo cinquantesimo compleanno).
Poi, come succede spesso a Londra, ci siamo persi di vista. Speravo di rivederlo alla reunion dei Dream Syndicate, ma purtroppo non c'era.
Capisco come ti senti Rose, i festival estivi estraniano dalla realta' quotidiana, e poi tornarci dentro e' un dramma...
Seguendo anche questo sentiero sono finita sul sito di Sid Griffin a sentire il suo "alt bluegrass"! Pare suoni gratis a Golders Green una domenica pomeriggio di luglio, se interessa :)
Ma ci pensi? Camminata in Hampstead Heath e arrivo a Golders Green con concerto dei Coal Porters!
Li ho visti varie volte dal vivo (l'ultima volta credo alla Union Chapel in un tributo a Gram Parsons) e sono superlativi.
E stasera suonano nel mio amato Pembrokeshire. Ecco svelato l'arcano del perche' Sid non era alla reunion dei Dream Syndicate: perche' i Coal Porters sono in tour in giro per l'isola.
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Ho visto che hai sentito il mio amatissimo Kurt Vile, che alla fine e' un po' la versione contemporanea, riveduta e corretta, dei Dream Syndicate.
Li ho visti al Dingwalls di Camden, e rispetto al resto del pubblico mi sentivo un teenager :)
Hanno rifatto The days of wine and roses dalla prima all'ultima nota, e poi brani del loro repertorio classico, compresa una John Coltrane stereo blues da leggenda.
Della formazione originale sono rimasti Steve Wynn e Dennis Duck, anche se mi hanno detto che Kendra Smith ha ripreso a suonare con David Roback, in una nuova versione dei Clay Allison/ Opal.
Un articolo da paura sul Paisley Underground (stampate vengono 18 pagine), pubblicato qualche giorno fa sul sito del Guardian, lo trovi qui:
http://www.guardian.co.uk/music/2013/may/16/paisley-underground-history-80s-los-angeles-psychedelia.
Buona lettura!
Kurt Vile mi è piaciuto dal vivo (non ho ancora dischi suoi) ma come suono lo sento più vecchio dei Dream Syndicate, non so spiegare bene perché, come se emanasse 70s vibes.
Comunque non ero mai stata a un "vero" festival, e quando si torna a casa rimane una lieve crisi di astinenza!
Appena dopo gli anni del Paisley Underground, il mio concittadino Claudio Sorge, che all'epoca dirigeva Rockerilla (rivista che i miei amici e io all'epoca chiamavamo la Bibbia, "Si' si', c'e' scritto sulla Bibbia di questo mese"), ando' in pellegrinaggio in California, e quando torno' ci racconto' che il mainstream da quelle parti era proprio l'"hair metal", che sentivi dappertutto. Il Paisley Underground e il garage punk erano musiche minoritarie, forse piu' note in Europa che in California.
Non so se l'ho mai scritto qui, e forse e' il momento di farlo. Alcuni anni fa lessi che a Camden davano un documentario su Rodney Bingenheimer (ampiamente citato nell'articolo da Sid Griffin).
Andai, ovviamente. Mentre al box office cercavo i soldi per pagare, sentii un accento americano provenire dalla fila di fianco alla mia... sollevai lo sguardo e... non potevo credere ai miei occhi: era proprio Sid Griffin!
Scoprii cosi' che si era trasferito in North London, dopo avere sposato una violoncellista di qui. Per un certo periodo ci scrivemmo e ci frequentammo (mi invito' anche al suo cinquantesimo compleanno).
Poi, come succede spesso a Londra, ci siamo persi di vista. Speravo di rivederlo alla reunion dei Dream Syndicate, ma purtroppo non c'era.
Capisco come ti senti Rose, i festival estivi estraniano dalla realta' quotidiana, e poi tornarci dentro e' un dramma...
Pare suoni gratis a Golders Green una domenica pomeriggio di luglio, se interessa :)
Li ho visti varie volte dal vivo (l'ultima volta credo alla Union Chapel in un tributo a Gram Parsons) e sono superlativi.
E stasera suonano nel mio amato Pembrokeshire. Ecco svelato l'arcano del perche' Sid non era alla reunion dei Dream Syndicate: perche' i Coal Porters sono in tour in giro per l'isola.