Sono 2 zone di Londra diverse, anche se entrambe fanno parte dei miei percorsi abituali.
La prima foto l'ho fatta qui a Clerkenwell, a un passo da dove vivo. E' la decorazione di una showroom di arredamento (Clerkenwell ne ha ormai piu' di Lissone, e i miei vicini di casa sono per lo piu' studi di architetti), fatta in occasione della Clerkenwell Design Week. La seconda invece e' l'insegna di una via (molto breve) che percorro per andare da dove vivo a dove lavoro.
Sia Clerkenwell che la City sono parecchio interessanti se ti interessi di archiettura. Il contrasto tra architetture di periodi diversi della City credo sia piuttosto unico nel suo genere. Piccole chiese gotiche nascoste da grattacieli piuttosto imponenti (sempre di piu', decisamente ormai troppi). Alcune di queste chiese vennero bombardate e ne rimangono solo i perimetri esterni, all'interno dei quali sono stati ricavati graziosi giardini.
Anonimo ha detto…
Si, forse troppi! Più che altro mi pare si stia facendo una gara a chi progetta la cosa più sbalorditiva, o la più strana: che non c'entra nulla con la bellezza.....magari dei fabbricati demoliti per far spazio. Io non sono per la conservazione a qualsiasi costo però credo che le demolizioni totali portino all'azzeramento dell'identità acquisite in anni, e non penso che le persone abbiano bisogno di questo (magari le società si....le spa, multinazionali).
Mi aveva colpito il nome inusuale per una via, e per pura curiosità digitando in google maps sono comparse due linee dell'amore una a New York ed una a Londra. Quella di Londra (ma pure l'altra per la verità)mi è parsa particolarmente anonima...la mia domanda risale a questo. Buona settimana Hrundi v. bakshi
In Love Lane ci sono un'anonima stazione di polizia, piuttosto massiccia, con un grande parcheggio coperto per i furgoni delle forze dell'ordine; un palazzo uffici con pub al piano terra, immancabili entrambi in questa zona della citta'; e pero' anche una bella chiesa, disegnata da Christopher Wren ma poi distrutta e ricostruita (http://en.wikipedia.org/wiki/St_Mary_Aldermanbury). Particolarmente bello e' il giardino, soprattutto di primavera quando fioriscono le imponenti magnolie che lo circondano.
La skyline di Londra e' di rara bruttezza ormai. Una porcheria che nasconde un'altra porcheria. Sempre piu' strane, sempre piu' inguardabili.
Non dimentichiamo che questo e' il Paese del Millennium Dome, che credo sia l'edificio piu' orripilante costruito dal genere umano, una specie di budino rammollito con sopra degli stuzzicadenti.
Il gusto inglese, per noi europei colti, e' improponibile.
La loro arte e' poi ancora peggiore: esprime bene l'ignoranza di questo popolo, il loro cupo calvinismo che contrasta con il nostro raffinato epicureismo.
Non inizio nemmeno a parlare della moda inglese: semplicemente impressionante.
Non posseggono alcun gusto, in nulla.
Anonimo ha detto…
direi che tecnicamente, sei andato giù pari! hrundi v. bakshi
Recentemente una mia amica, libraia all'European Bookshop, mi ha regalato un libro interessante. Si intitola C'e' del marcio in Inghilterra, e l'ha scritto una giornalista italiana, Gaia Servadio, che vive qui da oltre 50 anni.
E' sulla decadenza della societa' inglese, iniziata con la Thatcher, proseguita con Blair (secondo la scrittrice, che pure lo voto', e anche secondo me, ben peggiore della Thatcher), e arrivata fino ai giorni nostri.
Quella decadenza, mascherata a un certo punto con il concetto di Cool Britannia, e' ormai molto probabilmente irreversibile. Nel suo ultimo documentario, Ken Loach suggerisce di recuperare lo spirito comunitario dell'immediato secondo dopoguerra e dei governi socialisti.
Ma e' puro wishful thinking. La Thatcher prima e Blair poi hanno devastato quello spirito, generando una underclass apatica, che non legge, non si informa, si lascia andare. Il loro modello e' Jade Goody, non certo Harold Wilson: arricchimento facile, con ogni mezzo necessario. Naturalmente sto parlando di arricchimento individuale.
E poi celebs, celebs, celebs, e gadget elettronici, dei quali la underclass non e' mai sazia.
Lo so, per spiegarmi ho pure rincarato la dose, ma se mi portate su questo terreno e' inevitabile che esprima l'opinione che mi sono fatto di questa societa' (termine improprio perche' la Thatcher a parole e Blair nei fatti li hanno convinti che la societa' non esiste), dopo averci passato 12 anni.
Anonimo ha detto…
Non conosco così bene la "società inglese", anzi a onor del vero, sono andato a cercare chi era questa Jade Goody...l'unica cosa che posso dire è che qua in Italia non mi pare che la situazione sia migliore....a partire dalla politica, passando dalla tv e arrivando all'architettura (ecomostri ed abusi edilizi in gran spolvero) e solo così per curiosità alla polemica sulle orribili chiese
http://www.repubblica.it/speciali/arte/2013/05/16/news/sembrano_magazzini_polemica_in_vaticano_sulle_chiese_degli_archistar-58888826/ hrundi v. bakshi
Io vivo grosso modo 3/ 4 della mia vita qui e 1/ 4 in Italia, quindi ormai conosco meglio il mondo anglosassone.
Pero' sono d'accordo con te che certe dinamiche (di consumo soprattutto, e conseguentemente anche di pensiero) le ritrovo anche quando torno in Italia.
Sai cosa mi fa davvero stare male? La rassegnazione che sento attorno a me, che giustifica ormai qualsiasi abuso.
Pensa al modo in cui e' stata "venduta" alla gente questa storia della crisi. Quella che chiamano crisi e' in realta' un processo di concentrazione di capitali e potere, progetto assai ben disegnato e gestito (dal Bilderberg Group, quindi da Bank of America Merril Lynch, Goldman Sachs, ecc.).
Non e' un caso che, per restare al caso italiano sia Mario Monti che Enrico Letta sono stati tra i partecipanti alle segretissime riunioni del Bilderberg Group, cosi' come alcuni giornalisti di regime ben piazzati in orari di punta (la lurida Lilli Gruber, per dirne una).
Ebbene, invece cosa passa? Che le aziende sono in crisi, poverine, e che bisogna rendere flessibili i contratti di lavoro, che gia' ora rivaleggiano per qualita' dei diritti con il caporalato di una volta, che vanno innalzate tasse che poi, oh che sorpresa, servono a rifinanziare banche (qualche esempio: Lloyd's e Royal Bank of Scotland qui, Monte dei Paschi di Siena li').
E il pubblico pagante a questa invenzione della crisi ci crede. Pubblico che potrebbe, numericamente, capovolgere il tavolo. Ma, inspiegabilmente, non lo fa e si trastulla con Jade Goody, Jerry Scotti, i giochini sull'iPad e sul telefonino, Facebook.
Per quanto ancora, non e' dato sapere, ma mi pare che Erdogan stia facendo prove tecniche di repressione che verranno usate da molti.
Triste storia, che abbiamo in comune qui e li'.
Anonimo ha detto…
infatti pure ilsole24ore non può fare a meno di dirlo! hrundi v. bakshi
Quello che spaventa e' che quasi nessuno sembra domandarsi da dove queste fortune immense arrivino.
Le risposte sono alquanto semplici:
1) Da logiche di sfruttamento. Delle risorse del pianeta, della forza lavoro del proletariato (esiste ancora, oh se esiste ancora), di infrastrutture finanziate dalle tasse pagate da tutti, ecc.
2) Dall'evasione fiscale, che si realizza occultando capitali nei paradisi fiscali.
Quindi non e' cosi' difficile capire che una parte consistente di tali concentrazioni di capitale andrebbe espropriata e ridistribuita. Per una logica di pura giustizia sociale, sia chiaro: l'ideologia non c'entra assolutamente nulla con questo ragionamento.
Resta per me invece totalmente inspiegabile la fascinazione dell'underclass per questi super-ricchi.
Commenti
hrundi v. bakshi
Ciao Hrundi -
Sono 2 zone di Londra diverse, anche se entrambe fanno parte dei miei percorsi abituali.
La prima foto l'ho fatta qui a Clerkenwell, a un passo da dove vivo. E' la decorazione di una showroom di arredamento (Clerkenwell ne ha ormai piu' di Lissone, e i miei vicini di casa sono per lo piu' studi di architetti), fatta in occasione della Clerkenwell Design Week. La seconda invece e' l'insegna di una via (molto breve) che percorro per andare da dove vivo a dove lavoro.
Sia Clerkenwell che la City sono parecchio interessanti se ti interessi di archiettura. Il contrasto tra architetture di periodi diversi della City credo sia piuttosto unico nel suo genere. Piccole chiese gotiche nascoste da grattacieli piuttosto imponenti (sempre di piu', decisamente ormai troppi). Alcune di queste chiese vennero bombardate e ne rimangono solo i perimetri esterni, all'interno dei quali sono stati ricavati graziosi giardini.
Io non sono per la conservazione a qualsiasi costo però credo che le demolizioni totali portino all'azzeramento dell'identità acquisite in anni, e non penso che le persone abbiano bisogno di questo (magari le società si....le spa, multinazionali).
Mi aveva colpito il nome inusuale per una via, e per pura curiosità digitando in google maps sono comparse due linee dell'amore una a New York ed una a Londra.
Quella di Londra (ma pure l'altra per la verità)mi è parsa particolarmente anonima...la mia domanda risale a questo.
Buona settimana
Hrundi v. bakshi
La skyline di Londra e' di rara bruttezza ormai. Una porcheria che nasconde un'altra porcheria. Sempre piu' strane, sempre piu' inguardabili.
Non dimentichiamo che questo e' il Paese del Millennium Dome, che credo sia l'edificio piu' orripilante costruito dal genere umano, una specie di budino rammollito con sopra degli stuzzicadenti.
Il gusto inglese, per noi europei colti, e' improponibile.
La loro arte e' poi ancora peggiore: esprime bene l'ignoranza di questo popolo, il loro cupo calvinismo che contrasta con il nostro raffinato epicureismo.
Non inizio nemmeno a parlare della moda inglese: semplicemente impressionante.
Non posseggono alcun gusto, in nulla.
hrundi v. bakshi
E' sulla decadenza della societa' inglese, iniziata con la Thatcher, proseguita con Blair (secondo la scrittrice, che pure lo voto', e anche secondo me, ben peggiore della Thatcher), e arrivata fino ai giorni nostri.
Quella decadenza, mascherata a un certo punto con il concetto di Cool Britannia, e' ormai molto probabilmente irreversibile. Nel suo ultimo documentario, Ken Loach suggerisce di recuperare lo spirito comunitario dell'immediato secondo dopoguerra e dei governi socialisti.
Ma e' puro wishful thinking. La Thatcher prima e Blair poi hanno devastato quello spirito, generando una underclass apatica, che non legge, non si informa, si lascia andare. Il loro modello e' Jade Goody, non certo Harold Wilson: arricchimento facile, con ogni mezzo necessario. Naturalmente sto parlando di arricchimento individuale.
E poi celebs, celebs, celebs, e gadget elettronici, dei quali la underclass non e' mai sazia.
Lo so, per spiegarmi ho pure rincarato la dose, ma se mi portate su questo terreno e' inevitabile che esprima l'opinione che mi sono fatto di questa societa' (termine improprio perche' la Thatcher a parole e Blair nei fatti li hanno convinti che la societa' non esiste), dopo averci passato 12 anni.
http://www.repubblica.it/speciali/arte/2013/05/16/news/sembrano_magazzini_polemica_in_vaticano_sulle_chiese_degli_archistar-58888826/
hrundi v. bakshi
Pero' sono d'accordo con te che certe dinamiche (di consumo soprattutto, e conseguentemente anche di pensiero) le ritrovo anche quando torno in Italia.
Sai cosa mi fa davvero stare male? La rassegnazione che sento attorno a me, che giustifica ormai qualsiasi abuso.
Pensa al modo in cui e' stata "venduta" alla gente questa storia della crisi. Quella che chiamano crisi e' in realta' un processo di concentrazione di capitali e potere, progetto assai ben disegnato e gestito (dal Bilderberg Group, quindi da Bank of America Merril Lynch, Goldman Sachs, ecc.).
Non e' un caso che, per restare al caso italiano sia Mario Monti che Enrico Letta sono stati tra i partecipanti alle segretissime riunioni del Bilderberg Group, cosi' come alcuni giornalisti di regime ben piazzati in orari di punta (la lurida Lilli Gruber, per dirne una).
Ebbene, invece cosa passa? Che le aziende sono in crisi, poverine, e che bisogna rendere flessibili i contratti di lavoro, che gia' ora rivaleggiano per qualita' dei diritti con il caporalato di una volta, che vanno innalzate tasse che poi, oh che sorpresa, servono a rifinanziare banche (qualche esempio: Lloyd's e Royal Bank of Scotland qui, Monte dei Paschi di Siena li').
E il pubblico pagante a questa invenzione della crisi ci crede. Pubblico che potrebbe, numericamente, capovolgere il tavolo. Ma, inspiegabilmente, non lo fa e si trastulla con Jade Goody, Jerry Scotti, i giochini sull'iPad e sul telefonino, Facebook.
Per quanto ancora, non e' dato sapere, ma mi pare che Erdogan stia facendo prove tecniche di repressione che verranno usate da molti.
Triste storia, che abbiamo in comune qui e li'.
hrundi v. bakshi
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-06-18/2012-ricchezza-finanziaria-tocca-170431.shtml?uuid=AbOFx85H
Le risposte sono alquanto semplici:
1) Da logiche di sfruttamento. Delle risorse del pianeta, della forza lavoro del proletariato (esiste ancora, oh se esiste ancora), di infrastrutture finanziate dalle tasse pagate da tutti, ecc.
2) Dall'evasione fiscale, che si realizza occultando capitali nei paradisi fiscali.
Quindi non e' cosi' difficile capire che una parte consistente di tali concentrazioni di capitale andrebbe espropriata e ridistribuita. Per una logica di pura giustizia sociale, sia chiaro: l'ideologia non c'entra assolutamente nulla con questo ragionamento.
Resta per me invece totalmente inspiegabile la fascinazione dell'underclass per questi super-ricchi.