# 1455
Posso consigliarvi un film, come ai vecchi tempi di questo blog? Si intitola Museum hours, lo ha prodotto Patti Smith con Guy Picciotto dei Fugazi, lo interpreta Mary Margaret O'Hara (un'occasione per recuperare il suo sempre bellissimo Miss America) e lo ha girato un regista del quale Isabel Stevens su Sight and Sound di settembre ha scritto:
"Jem Cohen is a street filmmaker who, like the pavement scavenger in his 1996 short Lost book found collects overlooked and abandoned objects, scraps and corners of the city. Glimpsed for just a second with his static 16mm or Super 8 camera, these moments are edited with a photographer's eye for justapositions, into something that falls between film, photobook and stream of consciousness".
Un film intimo, diaristico, girato con nulla, realmente indipendente e originale, che immagino vi emozionera' come ha emozionato me. Lo hanno presentato a Locarno, per cui mi verrebbe da pensare che ne dovrebbe esistere abbandonata in qualche magazzino una versione sottotitolata in italiano.
A Londra invece lo trovate in questi giorni al BFI e al Curzon Soho.
"Jem Cohen is a street filmmaker who, like the pavement scavenger in his 1996 short Lost book found collects overlooked and abandoned objects, scraps and corners of the city. Glimpsed for just a second with his static 16mm or Super 8 camera, these moments are edited with a photographer's eye for justapositions, into something that falls between film, photobook and stream of consciousness".
Un film intimo, diaristico, girato con nulla, realmente indipendente e originale, che immagino vi emozionera' come ha emozionato me. Lo hanno presentato a Locarno, per cui mi verrebbe da pensare che ne dovrebbe esistere abbandonata in qualche magazzino una versione sottotitolata in italiano.
A Londra invece lo trovate in questi giorni al BFI e al Curzon Soho.
Commenti
hrundi v bakshi
La differenza tra Londra e Milano pero' e' che qui resistono sale con programmazioni davvero coraggiose: il British Film Institute, il Renoir, il Curzon Soho, l'Istituto di Arti Contemporanee, l'Istituto Culturale Francese, il Ritzy, il Rich Mix... non sono pochi, e se ti tieni informato (perche' i film arthouse qui restano in programmazione massimo una settimana, o due se proprio va bene) riesci a vedere davvero tante pellicole presentate a Berlino, Venezia, Cannes, al London Film Festival, al Sundance, ecc.
Quando abitavo a Milano, andavo spesso all'Anteo. Ci torno ancora qualche volta, ma e' cambiato tantissimo.
La programmazione e' molto piu' mainstream, il pubblico decisamente anziano.
A questo proposito, spiegatemi una cosa. Ci sono ancora i trentenni in Italia?
Quando avevo 30 anni passavo la mia vita tra librerie, negozi di dischi e cinema.
Qui se vai da Daunt Books, al Curzon Soho, da Sounds of the Universe, ecc., li trovi pieni di trentenni che vivono, oggi, la vita che vivevo io allora.
E quindi ne incontro ancora tanti. A Milano, i trentenni cosa fanno tutto il giorno? Nelle librerie dove vado io, da Buscemi, all'Anteo non se ne vedono.
I trentenni? non so proprio.
hrundi v. bakshi
A volte penso che i disagi rendano l'esperienza memorabile. Ricordo ancora oggi, ed erano gli anni '80, gli avventurosi viaggi sulla Dyane scassata del mio amico Ubi, da Voghera al Bloom di Mezzago, con spifferi che sembravano lame, per assistere a concerti di gruppi "leggendari" come diceva un giovane Claudio Sorge a Radio Popolare.
Leggendari quei concerti magari non erano, ma i nostri viaggi sulla Dyane scassata di Ubi come vorrei riviverli, adesso, qui, subito.
il riscaldamento che si svegliava dopo 20 chilometri
e dei piccoli tergicristalli a fendere dei nebbioni che si tagliavano col coltello (direbbe Fellini probabilmente)
Le passioni scaldano, e il freddo rende tutto piĆ¹ epico.
hrundi v. bakshi
E gli Snoopy, immancabili in quegli anni.
Il fatto che gli Snoopy siano scomparsi dice tantissimo dei tempi che stiamo vivendo.
Non parliamo nemmeno delle Dyane, delle 2CV, delle R4, dei Maggioloni, delle Mini Minor, macchine delle quali se chiudo gli occhi sento i suoni dei motori, perche' quelli non erano rumori ma suoni, rumori sono quelli felpati e insignificanti delle macchine anonime e senza poesia che fanno adesso.
hrundi v. bakshi