I dischi del 2016: # 2
NICK CAVE & THE BAD SEEDS
Skeleton tree.
In tutte le forme di espressione, e' prerogativa dei grandi artisti riuscire a renderci sopportabile il dolore della perdita, interpretandolo in chiave poetica.
L'effetto e' quello di una catarsi: il nostro dolore si riflette nell'opera d'arte e torna a noi in una dimensione elegiaca, come se ne cogliessimo per la prima volta la dimensione epica eppure cosi' straordinariamente umana.
Skeleton tree si compone di musiche spesso avvolte attorno a variazioni di un loop, prive di una struttura riconoscibile. Simili a preghiere o comunque a dialoghi con chi non c'e' piu' o che possiamo solo immaginare. Presenze vicine e lontanissime.
E' un disco che avrebbe solo potuto avere una copertina tutta nera. Eppure come accade in certe sequenze di One more time with feeling, il documentario sulle sue sessioni di registrazione, ascoltandolo restiamo abbagliati da un fascio di luce bianchissima.
Il fascino di Skeleton tree e' proprio in quel contrasto estremo che non ammette mediazioni, come quelle situazioni della vita nelle quali il dolore si trasforma e diventa dialogo profondissimo e senza compromessi con la dimensione piu' pura di noi stessi.
Commenti
Radiohead disorienta, ma credo che sia un effetto del tutto voluto. Va ascoltato un po' di volte.
Auguri Paolo!
ciao_alb
Anche io amo il primo Nick Cave (oltre agli episodi che citi, The first born is dead e Kicking against the pricks), e le sue ultime cose, mentre c'e' un "centro della sua carriera" che pur essendo molto celebrato dalla critica non mi piace tanto (come accade, nel cinema, con Woody Allen).
A questo punto bando al pudore e rivela le altre zone, mi hai incuriosito :)
sono un eclettico di natura. a volte selvaggia, lo ammetto. quando una cosa diventa abbastanza commerciale io l'ho giĆ mollata da un po', non ci posso far niente, funziona cosƬ dagli anni 70. ho una formazione "new wave-post punk" della prima era. i JoyD sono il mio credo assoluto, fine del palo. amo le band meteore che muoiono prima di rovinarsi. da un po' saccheggio BandCamp e SoundCloud e le sorprese non sono poche.
ho speso una fortuna in vinile, della 4AD ho tutto fino ai primi '90, poi sono passato alla Creation, amo il dreampop, lo shoegaze e lo spacerock [tanto per capirci] quindi dai Cocteau in giĆ¹. ma in realtĆ la mia ĆØ una non-zona, non ĆØ una nicchia, ascolto tutto quello che "sento" mio… passo dai Television [mio primo grande amore] ai Ringo Deathstarr, dai DeadCanDance ai Failure… mio figlio di 14 anni, musicista, mi dice: papĆ ascolti dei poveracci… ma che poveracci! e intanto suona i Catherine Wheel a memoria con chitarra, basso e batteria…
concludo dicendo che ĆØ sempre piĆ¹ difficile ascoltare musica valida ma del resto non siamo negli anni '80…
http://albertocchio.blogspot.it/
qui ci trovi le mie porcherie ma magari anche qualche risposta… non so, vedi tu.
Grazie per l'indirizzo del tuo blog, ci sono passato alcune volte sia oggi che negli scorsi giorni.
E' proprio per questo che ha ancora piu' senso secondo me tenere un blog. Perche' e' un taccuino, non un social network. Chi scrive e chi commenta lo fa un po' meno di getto, riflettendo un pochino di piu' prima di scrivere.
Io poi evito con cura di mostrarmi felice, anche perche' quando lo sono (e capita ogni tanto) non mi viene proprio in mente di scrivere qui. So che non durera' molto e mi gusto il momento. Ma so che nei momenti di sconforto o rabbia posso mettere un messaggio in bottiglia, postandolo qui, e qualcuno lo leggera' (come e' successo a Natale, per dire).
Il mio amico Vito War (che trasmette alla radio la domenica dopo di me) sostiene che trasmettere di notte e' bellissimo perche' chi ti ascolta, anche se sono pochi, lo fa per scelta (a differenza del giorno, quando la radio resta accesa in sottofondo).
Ecco, stessa cosa si puo' dire di un blog. Non ti arrivano gli aggiornamenti in automatico. Sei tu che te li vai a cercare quando ti viene in mente la persona che lo scrive. Lo trovo fantastico.
la cosa migliore che mi sia capitata ultimamente nel web ĆØ l'estromissione [per avere un nome falso] dal lager FB… sono un anti-social per eccellenza.