Due concezioni del mondo antitetiche



Stiamo secondo me vivendo una lunga era di passaggio, una specie di lotta tra due concezioni del mondo antitetiche.

Una concezione decrepita, moribonda ma che sembra purtroppo alzare ancora la testa e l'ha fatto con particolare vigore negli ultimi 35 anni. E' il capitalismo, che si e' riciclato in questa farlocca new digital economy che di nuovo ha solo il nome dato che i rapporti di produzione basati sulla forza e lo sfruttamento intensivo del lavoro sono sempre gli stessi da centinaia di anni.

E poi c'e' una concezione nuova, per la quale il reddito non puo' essere piu' associato allo sfruttamento del lavoro, dato che le macchine di nuova generazione (AI, IoT, ecc.) rendono inutili e superate molte occupazioni. Con l'affermarsi delle macchine intelligenti e che sanno dialogare tra di loro infatti la disoccupazione e' per forza di cose destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni.

Di conseguenza, non ha piu' senso legare i redditi al lavoro: perche' un lavoro per tutti non c'e' piu', ne serve molto meno. E' necessario quindi che lo stato ridistribuisca il lavoro riducendo l'orario e adottando una rotazione dei compiti che tenga tutti impegnati nella misura in cui serve per produrre prodotti e servizi per la comunita'.

In questo paradigma che inevitabilmente si affermera' nei prossimi anni, proprio come il lavoro anche il reddito sara' distribuito equamente all'interno della societa', che diventera' naturalmente una societa' di uguali, una societa' senza classi.

Credo che sia nostro compito facilitare il cambiamento, ma sono nel complesso fiducioso che tra qualche anno tutto sara' finalmente diverso dal mondo, pieno di sofferenza e disuguaglianze, ingiustizia e sfruttamento, nel quale viviamo oggi.

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