Essere insieme
"Like the two pendulums, though through more complex processes, two people together can mutually phase-lock. Successful human relationship involves entrainment — getting in sync. If it doesn’t, the relationship is either uncomfortable or disastrous".
The wave in the mind.
La vita segue percorsi strani, tutti suoi.
Fino a prima di trasferirmi a Londra (quindi fino a 35 anni, l'eta' che avevo quando mi trasferii qui), ho viaggiato moltissimo, in tutti i continenti. Il piu' delle volte da solo, muovendomi con mezzi pubblici e con biciclette che affittavo all'arrivo.
Poi piu' nulla o quasi, per una decina di anni. Un caro amico che viveva nella mia zona, gran viaggiatore, mi prendeva in giro per questo. Ricordo che un giorno al Barbican mi chiese se non fossi gia' un po' troppo lontano da casa (abito in EC1 e il Barbican e' in EC2).
Poi un giorno arrivo' nella mia vita la Gio', e tutto cambio' ancora una volta.
Era il 2009. Quell'estate feci una breve vacanza solitaria a piedi sulle montagne della Svizzera. Al ritorno, alla stazione centrale di Milano, trovai la Gio' a aspettarmi.
Andammo a mangiare un gelato, ai giardini di Porta Venezia. Mi disse: "Questo e' l'ultimo viaggio che fai da solo, Fabio. Viaggiare da soli e' bello, ma ti assicuro che viaggiare in due e' proprio un'altra cosa".
Come spesso accade (questo l'ho scoperto frequentandola, allora non lo sapevo ancora), la Gio' aveva ragione.
Confesso che durante i miei viaggi solitari avevo osservato spesso coppie che mi sembravano affiatate. Alcune, che mi avevano particolarmente colpito, le ricordo ancora a distanza di molti anni, come per esempio una coppia bellissima che viaggiava su una vecchia station wagon e che mi capito' di incontrare varie volte per caso durante un viaggio in Tasmania.
Con i loro capelli lunghi e jeans stracciati mi sembrarono, allora, l'epitome della felicita'. Chissa' se sono ancora insieme, spero davvero per loro di si', e che siano felici. Che viaggino ancora dopo tutti questi anni sulla loro station wagon piena di vestiti stesi a asciugare.
Adesso quella coppia siamo la Gio' e io.
Chissa' se un Fabio solitario (e ne abbiamo incontrati abbastanza spesso) ci ha mai notati. Se si', gli auguro che gli capiti proprio quello che e' successo a me.
E che sincronizzarsi sia lieve, che accada naturalmente. Che i suoi viaggi continuino a essere lenti e frugali: su vecchie corriere di linea, a piedi, in bicicletta. Che i suoi pasti continuino a essere frutta e pomodori e panini preparati all'aperto, sotto alberi, su prati o su panchine ombreggiate.
Ma che invece di un libro o di un taccuino, a tenergli compagnia siano abbracci e risa, riflessioni condivise e tante carte geografiche spiegazzate dal vento sulle quali disegnare, insieme, percorsi di avvolgente bellezza.
(Con grande calma, un po' per volta, condividero' qui nei prossimi giorni alcune foto del nostro bel viaggio appena concluso su sentieri in Valle di Funes, Alta Badia e Misurina).
La vita segue percorsi strani, tutti suoi.
Fino a prima di trasferirmi a Londra (quindi fino a 35 anni, l'eta' che avevo quando mi trasferii qui), ho viaggiato moltissimo, in tutti i continenti. Il piu' delle volte da solo, muovendomi con mezzi pubblici e con biciclette che affittavo all'arrivo.
Poi piu' nulla o quasi, per una decina di anni. Un caro amico che viveva nella mia zona, gran viaggiatore, mi prendeva in giro per questo. Ricordo che un giorno al Barbican mi chiese se non fossi gia' un po' troppo lontano da casa (abito in EC1 e il Barbican e' in EC2).
Poi un giorno arrivo' nella mia vita la Gio', e tutto cambio' ancora una volta.
Era il 2009. Quell'estate feci una breve vacanza solitaria a piedi sulle montagne della Svizzera. Al ritorno, alla stazione centrale di Milano, trovai la Gio' a aspettarmi.
Andammo a mangiare un gelato, ai giardini di Porta Venezia. Mi disse: "Questo e' l'ultimo viaggio che fai da solo, Fabio. Viaggiare da soli e' bello, ma ti assicuro che viaggiare in due e' proprio un'altra cosa".
Come spesso accade (questo l'ho scoperto frequentandola, allora non lo sapevo ancora), la Gio' aveva ragione.
Confesso che durante i miei viaggi solitari avevo osservato spesso coppie che mi sembravano affiatate. Alcune, che mi avevano particolarmente colpito, le ricordo ancora a distanza di molti anni, come per esempio una coppia bellissima che viaggiava su una vecchia station wagon e che mi capito' di incontrare varie volte per caso durante un viaggio in Tasmania.
Con i loro capelli lunghi e jeans stracciati mi sembrarono, allora, l'epitome della felicita'. Chissa' se sono ancora insieme, spero davvero per loro di si', e che siano felici. Che viaggino ancora dopo tutti questi anni sulla loro station wagon piena di vestiti stesi a asciugare.
Adesso quella coppia siamo la Gio' e io.
Chissa' se un Fabio solitario (e ne abbiamo incontrati abbastanza spesso) ci ha mai notati. Se si', gli auguro che gli capiti proprio quello che e' successo a me.
E che sincronizzarsi sia lieve, che accada naturalmente. Che i suoi viaggi continuino a essere lenti e frugali: su vecchie corriere di linea, a piedi, in bicicletta. Che i suoi pasti continuino a essere frutta e pomodori e panini preparati all'aperto, sotto alberi, su prati o su panchine ombreggiate.
Ma che invece di un libro o di un taccuino, a tenergli compagnia siano abbracci e risa, riflessioni condivise e tante carte geografiche spiegazzate dal vento sulle quali disegnare, insieme, percorsi di avvolgente bellezza.
(Con grande calma, un po' per volta, condividero' qui nei prossimi giorni alcune foto del nostro bel viaggio appena concluso su sentieri in Valle di Funes, Alta Badia e Misurina).
Commenti
Ma, sempre per dovere di veritĆ , dovremmo anche dire che grazie ad un breve viaggio compiuto insieme in quella stessa stagione, intuimmo, chi piĆ¹ e chi meno (io meno, ahimĆØ) che sincronizzarci sarebbe stato naturale e lieve.
Ci sono voluti molti anni e molta vita per farmi arrivare a pronunciare la frase fatidica “Questo ĆØ l'ultimo viaggio che fai da solo…” ma oggi sono felice di aver mantenuto fede a quella promessa e anche se ho urlato davanti ad uno stambecco che ci guardava incuriosito che “…ĆØ l’ultima volta che vengo in montagna con te…!” sono pronta a rinnovare la mia promessa che viaggerĆ² sempre con te, ovunque la curiositĆ ci porterĆ , senza smettere mai di “disegnare, insieme, percorsi di avvolgente bellezza”.
Ti confesso peraltro che la discesa ripida dalla Forcella Marcuoira (quella subito dopo che abbiamo incontrato gli stambecchi) ha fatto un pochino paura anche a me :)