170/ Il gioco del calcio.



"Per ballare ci vogliono qualità che io non avevo assolutamente: allegria, ingenuità, leggerezza, slancio".

HERMANN HESSE
Il lupo della steppa.


Anche per tifare una squadra di calcio ci vogliono qualità che non tutti abbiamo. In primis, il desiderio di vincere. 

Se quando la tua squadra segna ti senti in colpa e speri subito che l'altra squadra pareggi, non sei portato per il calcio.

Se quando la tua squadra vince pensi subito a come si sentono i giocatori della squadra avversaria e vorresti andare dall'arbitro e chiedere un tempo supplementare perché possa pareggiare, pure.

Mi fermo perché tante considerazioni sulla vita che ho in mente in questo momento sono troppo amare per scriverle qui.

Commenti

CICCILLO ha detto…
se i giocatori del tuo paese hanno l'aspetto di poliziotti e ti trovi spontaneamente a tifare per gli avversari, non sei fatto per il calcio.
Fabio ha detto…
Anche. Soprattutto se non ti senti rappresentato. Se senti che rappresentano la parte peggiore del Paese invece che la migliore, che pure sopravvive tra mille difficoltà.
Anonimo ha detto…
..quindi visti gli aggiornamenti sportivi Italia - Inghilterra, sarà dura per te piangere qualsiasi sia la squadra perdente!

Hrundi V. Bakshi
Fabio ha detto…
In effetti, avendo doppia cittadinanza ho l'imbarazzo della scelta :D

Sai che (nell'impossibilità di un pareggio) terrò Inghilterra? Ma solo perché includo nel calcolo il numero dei contagi che aumenterà per i festeggiamenti. Preferisco aumentino oltremanica a questo punto.

Invece (sempre nell'impossibilità di un pareggio) mi piacerebbe se Berrettini vincesse Wimbledon.

Vincere Wimbledon ma perdere gli Europei è il risultato che auspico domenica.

E in fondo sarebbe un pareggio :D
alessandro ha detto…
Un commento autorevole da Philippe Auclair, che non si guadagna da vivere come musicista (sotto il nome di Louis Philippe) ma come stimato giornalista sportivo:
https://bylinetimes.com/2021/07/13/england-which-england-who-won-who-lost/
Fabio ha detto…
Scusa la risposta tardiva, Alessandro. Ho voluto prendermi il tempo di leggere e capire un articolo per me davvero ostico dato che di calcio non so nulla.

La parte che mi ha colpito è naturalmente: "a national team which attracted the most toxic of supporters and had become both a magnet and a refuge for brainless drunks indulging in xenophobia, overt racism and violence under the ambiguous cover of ‘patriotism’".

E poi quell'altra sulla natura mascolina del tifo, un'espressione di mascolinità che da uomo mi ha sempre messo a disagio. Il peggio dell'essere uomo.

Non che questo si limiti alla tifoseria inglese. Ma il patriottismo dell'Inghilterra di "UKIP, Nigel Farage, Boris Johnson, Priti Patel, Vote Leave and Brexit" è così brutale e anti-storico che la combinazione tra esso e il calcio lo rende un fenomeno non solo ripugnante ma anche pericoloso.

Spero che l'Inghilterra rinsavisca, ma gioisco del fatto di avere interrotto ogni contatto con quel Paese. Oggi, uno dei più arretrati e reazionari del mondo. Bene che abbiano chiuso le frontiere per non diffondere ulteriormente la loro ignoranza e il loro razzismo. Il combinato di Orban e Johnson sarebbe altamente tossico per l'UE.

Bene che li abbiamo umiliati nel calcio e nell'atletica, nonostante ripeto che qualora possibile preferirei che lo sport fosse un incontro giocoso e non competitivo.