196/ L'ultimo pensiero.
Vi ho già raccontato che dall'inizio dell'anno ho intrapreso un cammino spirituale con maestri di diverse scuole di pensiero.
Quest'ultimo mese è stato dedicato alla phronesis, che oggi definiremmo saggezza. Al termine di ogni mese che si compone di 12 esercizi spirituali ci viene chiesto di comporre una poesia o un racconto che sintetizza cosa abbiamo imparato.
Ve ne faccio dono.
Vi ricordo anche che questa domenica potremo trovarci a Prospettive Musicali, alle 22 su Radio Popolare. Buona lettura e per chi si sintonizzerà buon ascolto.
L’ultimo
pensiero.
di Fabio Barbieri
Dopo avermi dato l’estrema unzione, il sacerdote lasciò la mia camera in silenzio.
Il tempo della vita è passato in fretta, pensai. Ci sono stati viaggi, incontri, amori, momenti lieti e di sconforto, desideri, scoperte, letture, musiche, illusioni, speranze, sogni. Cos’ha lasciato quel tempo dietro di sé? Cosa mi ha insegnato la mia vita? Cos’ho capito di cos’è la saggezza del vivere?Provai a darmi qualche risposta, nel poco tempo che mi rimaneva davanti. In quegli ultimi istanti era come se dialogassi con un giovane me stesso. Come se stessi compilando un elenco di consigli che avrei voluto qualcuno mi avesse dato e che invece stilavo sulla base dell’esperienza, di errori su errori che avevo commesso.
La saggezza del vivere è capire il valore del tempo, e che c’è un tempo per ogni cosa. Tempo per il lavoro e tempo per il riposo, tempo per l’attività e tempo per la contemplazione, tempo per sé e tempo per gli altri, tempo da cogliere e tempo da negare sapendo dire qualche no.
La saggezza del vivere è realismo. E’ leggere lucidamente la realtà cogliendone la complessità, comprenderla a fondo e poi affrontarla sapendo che la vita è fatta di tante contraddizioni e che il cambiamento significa sempre perdere qualcosa ed acquisire qualcos’altro. Magari un’esperienza.
La saggezza del vivere è vivere la vita con passione. Capire cosa ci fa stare bene, cosa realizza i nostri talenti. Dedicarci a queste attività con tutti noi stessi. Lasciarci assorbire e avvolgere dal momento, dal presente che è tutto quello che abbiamo.
La saggezza del vivere è ricercare la bellezza in ogni cosa e in ogni esperienza. Lasciarci guidare dal bello che è bene come in quella buffa parola che usavano i filosofi greci, la kalokagathia. Creare bellezza, diffondere bellezza, ispirare bellezza con ogni nostro gesto e ogni nostra azione.
La saggezza del vivere è lasciare andare. E’ perdonare. Non ergendoci al ruolo di giudici che assolvono, ma accettando che la nostra umanità è per sua natura fallace. Che tanti nostri errori ci vengono perdonati e che questo perdono esige reciprocità. E’ imparare a non giudicare.
La saggezza del vivere è eliminare il superfluo che soffoca il necessario. E’ capire che meno è più, perché ci permette di riconoscerci e trovare una rappresentazione di noi. Che affezionarci a poche cose e accontentarci di quelle senza desiderarne altre è il segreto del vivere felici.
La saggezza del vivere è la gratitudine che ci permette di abbattere i confini tra tu e io. La gratitudine che crea un noi grande, ampio. Un noi che sa cancellare la solitudine dell’io e che mette la condivisione davanti all’acquisizione.
La saggezza del vivere è la forza di accettare la debolezza, negli altri e in noi. E’ accettare l’errore e usarlo per migliorarci. E’ non avere paura di sbagliare, sapendo che sbaglieremo e che da quegli sbagli impareremo a non sbagliare più, o forse solo a sbagliare in modo diverso.
La saggezza del vivere è coltivare la gentilezza, fino a farla diventare un’abitudine. Uno stile di comportamento che ritroviamo in ogni scambio, in ogni dialogo, in ogni gesto. Gentilezza che contagia e si diffonde.
La saggezza del vivere è accettare la crisi, sapendo che ha la stessa radice di crisalide e il potenziale di trasformare un bruco in una farfalla. Che c’è un tesoro in ogni drago se con il drago proviamo a dialogare con curiosità, umiltà e accoglienza.
La saggezza del vivere è accettare che nulla e nessuno possiede il dono della perfezione. Accettare noi stessi serenamente, con i nostri difetti, i nostri errori, lo scostamento inevitabile tra quello che vorremmo essere e quello che umanamente siamo.
La saggezza del vivere è cercare di migliorare sempre, usando le crisi e gli errori come strumenti da analizzare, lastre fotografiche da sviluppare con cura per comprenderle a fondo. Senza cadere nella ruminazione e nella recriminazione che non portano a nulla.
La saggezza del vivere è parlare a noi stessi con un linguaggio di incoraggiamento, perdono, compassione e empatia. Usare la nostra voce interiore come se parlassimo a un amico al quale vogliamo bene e che desideriamo realizzi se stesso.
La saggezza del vivere è vivere con uguaglianza e equanimità. Comprendere le differenze per non tollerare le disuguaglianze. Amare e aiutare gli ultimi. Ridimensionare la stima che nutriamo per i primi, i campioni sempre sul podio della vita.
La saggezza del vivere è sentirci parte della natura. E’ rispettare ogni forma di vita animale e vegetale. E’ scoprire Dio nelle espressioni più emozionanti del mondo. In un prato fiorito, in una montagna, nel mare al tramonto, nel respiro, nel silenzio.
La saggezza del vivere è la calma che nasce dall’equilibrio di tutte le cose, nel tempo del riposo e della contemplazione, nel prana che dà la vita, nell’armonia degli opposti quando si bilanciano, delle note quando compongono una melodia naturale.
Ora però Fabio basta pensare. L’hai fatto per tutta la vita, forse anche troppo in molte circostanze. Adesso è arrivato il momento del riposo.
Chiusi gli occhi e mi addormentai, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta.
Commenti
Il fatto che tu (che non ti sei firmato/ a, perchè?) mi abbia fatto tornare qui oggi forse ha un suo senso.