263/ Il quaderno dei desideri.



"Il senso di colpa lo prova per aver indietreggiato rispetto alla chiamata del suo desiderio. L'ha negato per evitare di realizzarlo e ha evitato di realizzarlo per la paura di mancare l'obiettivo. 

Ma il suo dovere era il suo desiderio, direbbe Lacan. E il suo senso di colpa dipende dall'aver disobbedito a quel desiderio.

Però vede, non tutto è perduto. Non è detto che non possa iniziare anche adesso.

Dimentichi i suoi desideri passati. Si domandi: quali sono i miei desideri di oggi?

Faccia così. Compri un quaderno nuovo e lo tenga sulla sua scrivania. Ogni tanto, quando si sente, quando ne ha ispirazione, scriva un desiderio che prova profondamente. Poi si domandi: come posso creare qualcosa attorno a questo desiderio, farmi guidare da questo desiderio?

Il quaderno nuovo è un simbolo di un nuovo inizio. Lo tenga in vista".

Commenti

Anonimo ha detto…
sostituto/a dell'analista danese molto ECM?

Hrundi V. Bakshi
Fabio ha detto…
Ciao Beppe!

L'analista danese molto ECM era una persona esistente, con la quale sono ancora in contatto anche se sempre più saltuariamente.

Le citazioni che sto scrivendo adesso sono frutto di una sintesi tra gli incontri con il mio psicoterapeuta attuale e quelli con una coach davvero bravissima che ho incontrato partecipando a un'iniziativa di lavoro.

Mi ispiro a lui, ma di fatto molte frasi le traggo dalle sessioni con lei.

E' una persona che mi legge dentro e non so come sia possibile. Quello che non riesco a dire perchè non trovo le parole, lo dice lei che invece le parole non so come le trova. E non posso mai scappare, mi riporta sempre al tema che cerco di evitare.

Il quaderno dei desideri è un'idea sua, mentre il senso di colpa che si prova per avere a un certo punto della vita indietreggiato davanti al desiderio è un concetto di Lacan che ho introdotto io in sessione.

Mi piace qui usare il lei perchè ha un suono professionale, anche se in sessione ci diamo del tu.

Poi naturalmente andrebbe affrontato bene il tema del bisogno di supporto. Cosa sostituisce davvero quel supporto? Relazioni insoddisfacenti? Legami deboli? L'insoddisfazione nei confronti della vita? La paura di vivere davvero? La paura di sbagliare (ancora)?