Canto della neve silenziosa
Ricordate la tradizione del Venerdi', vero? Quella di lasciarci per il fine settimana con un brano musicale. Questa settimana ho scelto una traccia da un disco del 1981, uscito per Les Disques du Crepuscule. Gavin Bryars, prodotto da Wim Mertens.
L'album dal quale questa My first homage e' tratta si intitola Hommages, ed e' un tributo del pianista e compositore britannico (ascoltato l'anno scorso alla Tate Modern, ancora in grande forma) ai nomi del passato che lo hanno influenzato, su tutti Satie e Debussy. E poi, a me viene da pensare, anche se nelle note di copertina non sono nominati, ai suoi contemporanei Glass e Takemitsu.
Buon fine settimana con questa musica fragile che sembra stata composta per guardare alberi carichi di neve:
L'album dal quale questa My first homage e' tratta si intitola Hommages, ed e' un tributo del pianista e compositore britannico (ascoltato l'anno scorso alla Tate Modern, ancora in grande forma) ai nomi del passato che lo hanno influenzato, su tutti Satie e Debussy. E poi, a me viene da pensare, anche se nelle note di copertina non sono nominati, ai suoi contemporanei Glass e Takemitsu.
Buon fine settimana con questa musica fragile che sembra stata composta per guardare alberi carichi di neve:
Commenti
A me e' venuta voglia di scriverne dopo che ieri sera mi sono messo di buona voglia a sentire il disco dei Vampire Weekend, decidendo di stare seduto sul divano, concentrato, per i 34 minuti della sua durata, a cercare di capire perche' tutti l'hanno messo tra i dischi dell'anno. Mi sono proprio impegnato, ho detto a me stesso: adesso li cerchi, tutti i riferimenti ai Talking Heads e a Paul Simon e al kwassa kwassa, ecc. dei quali parla la stampa.
Ebbene: dopo 34 minuti ci avevo sentito solo una versione blanda di Strokes e Shins.
Disperato, ho suonato Bryars e mi sono messo a innaffiare le piante.
(Che seratona eh?).
si vende se lo fai sentire.
una due ma anche di piĆ¹ impegnandosi (o zero se non si fidano di te...)pensa che non mi ricordo piĆ¹ se ce l'ho in vinile a casa...boh...vabbĆØ...
e che dire dei fuck buttons (disco dell'anno su blow.up)? bah e per tacere di mgmt eccetera, che tra parentesi, i riferimenti di cui a volte lego nelle recensioni mi fanno dubitare che li abbia sentiti veramente 'sti capolavori (certi recensori)
:)
hrudi v. bakshi
Un saluto
Sole
ho ascoltato guardando fuori dalla finestra, tornava tutto, pure le traiettorie dei passanti.
I Vampire Weekend non sono ne' buoni ne' cattivi. Sono perfettamente inutili, cosi' come Bon Iver, i Fleet Foxes, i Franz Ferdinand, ecc. Se uno ha 15 anni e si avvicina alla musica oggi, 2009, vanno benissimo. Per noi sono totalmente inoffensivi.
Quando ero in Italia, in attesa dell'aereo ho sfogliato rivista musicale italiana, in piedi all'edicola di Linate. Disco del mese: Franz Ferdinand. Un amico del direttore abita qui a Londra e quando gli ho dato la notizia e' rimasto senza parole per 5 secondi e poi ha detto, tra se' e se', meditabondo e umanamente deluso: non ci credo... l'hanno pagato. Forse non e' cosi', certo e' che certi entusiasmi sono difficili da prendere sul serio.
Francesco -
Immaginavo ti sarebbe piaciuto!
(ma chi saranno mai i Franz Ferdinand? Sembra il nome di uno dei Wiener Philharmoniker ma ne dubito...)
I Franz Ferdinand meglio non sapere chi sono, beata te che vivi in un altro Paese.
E' impressionante pensare alla morte musicale dell'Inghilterra, solo vivendo qui ci si puo' fare un'idea del deserto che la Gran Bretagna e' diventata. E questo e' il Paese che ha dato al mondo Clash, Joy Division, XTC...
Del resto, si parlava nel fine settimana di quanto non solo la musica e' decaduta in Gran Bretagna. Il principino del cazzo che fa un video nel quale chiama paki i suoi commilitoni e' solo l'ultimo esempio.
Per quanto ai reali inglesi farei fare il giro del giardino di Buckingham Palace a calci nel culo, dal primo all'ultimo, compresa la regina madre se non e' gia' sotto un metro di terra, trovo che in particolare questa nuova generazione della famiglia rifletta molto bene il vuoto culturale pneumatico e l'orrendo schiamazzare dei loro sudditi. Ai quali, se togli la birra e lo shopping e non rimane piu' nulla.
Bel blog, complimenti
Vale
Mi fa pensare che davvero scrivendo delle nostre passioni lasciamo tracce che durano nel tempo.
E si', hai ragione, Gavin Bryars e' ascolto notturno e invernale. Lo ascoltai una notte d'inverno al gelo, nella Turbine Hall della Tate Modern e mi impressiono' molto.
Una lunga sera d'estate, alla Purcell Room, speravo invece che il suo concerto si concludesse in fretta...