Second life
L'ultima volta che i suoi familiari e amici videro Elizabeth Connie Converse, nel corso degli anni '50 cantautrice e scenester bohemienne del Village, accadde nel 1974.
Una mattina di quell'anno, Connie sali' sulla sua Volkswagen e lascio' la sua casa di Ann Arbor. Da quel giorno nessuno ha piu' saputo nulla di lei: se sia ancora viva (avrebbe oggi 85 anni), quale sia la sua identita', come abbia trascorso il resto dei suoi giorni.
Le gentili melodie folk che eseguiva nei caffe' non vennero mai registrate su disco. Pero', quando scomparve, dietro di se' Connie lascio' alcuni nastri, che inspiegabilmente nessuno si preoccupo' di fare circolare. Questo fino all'anno scorso, quando sono finiti nelle mani di due newyorkesi appassionati di musica folk.
Colpiti al cuore da tanta purissima bellezza, i due hanno messo in piedi un'etichetta appositamente per pubblicare un LP contenente quelle melodie registrate quasi sessant'anni prima.
How sad, how lovely, cosi' s'intitola l'album, e' un disco di canzoni struggenti, meravigliose. Il folk di Connie Converse prende le mosse dalla mai troppo consigliata Antologia della musica folk americana assemblata da Harry Smith, ma nella sua voce e nel suo delicato e sparso fingerpicking troviamo tutta la grazia delle nostre cantautrici preferite del passato (Vashti Bunyan, Linda Perhacs, Collie Ryan...) e del presente (Alela Diane, Joanna Newsom, Josephine Foster...).
Graziosissima anche la confezione, con delicate illustrazioni ispirate dalle floreali poesie messe in musica da Connie Converse. Acquisto consigliatissimo.
Una mattina di quell'anno, Connie sali' sulla sua Volkswagen e lascio' la sua casa di Ann Arbor. Da quel giorno nessuno ha piu' saputo nulla di lei: se sia ancora viva (avrebbe oggi 85 anni), quale sia la sua identita', come abbia trascorso il resto dei suoi giorni.
Le gentili melodie folk che eseguiva nei caffe' non vennero mai registrate su disco. Pero', quando scomparve, dietro di se' Connie lascio' alcuni nastri, che inspiegabilmente nessuno si preoccupo' di fare circolare. Questo fino all'anno scorso, quando sono finiti nelle mani di due newyorkesi appassionati di musica folk.
Colpiti al cuore da tanta purissima bellezza, i due hanno messo in piedi un'etichetta appositamente per pubblicare un LP contenente quelle melodie registrate quasi sessant'anni prima.
How sad, how lovely, cosi' s'intitola l'album, e' un disco di canzoni struggenti, meravigliose. Il folk di Connie Converse prende le mosse dalla mai troppo consigliata Antologia della musica folk americana assemblata da Harry Smith, ma nella sua voce e nel suo delicato e sparso fingerpicking troviamo tutta la grazia delle nostre cantautrici preferite del passato (Vashti Bunyan, Linda Perhacs, Collie Ryan...) e del presente (Alela Diane, Joanna Newsom, Josephine Foster...).
Graziosissima anche la confezione, con delicate illustrazioni ispirate dalle floreali poesie messe in musica da Connie Converse. Acquisto consigliatissimo.
Commenti
Come va Fabio?
Riesci a sopravvivere al rigido inverno (non immagino pensare al freddo che fa in quel di Londra)?
Un saluto.
Non ho visto un raggio di sole da quando sono tornato, e sono tornato il 4 del mese...
Tu tutto bene Andre?
Un po' insoddisfatto di tutto, ho sempre voglia di andare..ma non saprei proprio dove.
Tra l'altro sto leggendo "Death or Glory", la biografia dei Clash e mi sale una scimmia di tornare a Londra che non ne hai un'idea (anche se so benissimo che non ĆØ la stessa cittĆ di quegli anni).
Spero presto di poter fare una capatina, una volta l'anno ci vuole! :-)
Per il resto si suona, ĆØ quella la mia terapia e la mia forma d'evasione.
Tutti ne abbiamo bisogno. Io ne ho tante: la musica, il cinema, la scrittura, la lettura. Pero' non sono sicuro che si tratti di evasione (termine che non amo particolarmente). Forse si tratta in realta' di un approfondimento.
un grazie
xoxo
the Parallelograms addiceted JC
A Collie Ryan per esempio e' successo. L'anno scorso ha suonato di nuovo, in un posto di Los Angeles che si chiama Philosopical Research Society, insieme a Mia Doi Todd.
Guarda che bello il flier:
http://yogarecords.com/artists/collieryan/collie-prs-flier.jpg.
JC -
Parallelograms addicted si addice molto anche a me devo dire. Mi pare che Linda non sia mai tornata sulle scene, se non mi sono perso qualcosa, giusto?
Vashti Bunyan l'ho sentita una settimana fa al Barbican, al tributo per Nick Drake. Presenza scenica magnetica, assenza di voce totale :)
Brava Mia Todd, proprio brava: "underrated and quiet but tense".
JC