Songs the Lord taught us

Magnifica Tompkins Square. Solo pochi mesi dopo la pubblicazione della piu' essenziale raccolta di musica gospel da molti anni in qua, adesso fa uscire un album tributo dedicato a Estil Cortez Ball da Rugby, Virginia: benzinaio, autista di scuolabus, ma soprattutto interprete e autore di purissimo, incontaminato country gospel.

Per molti anni, Estil e la moglie Orna, con chitarra e fisarmonica, hanno accompagnato la messa domenicale in due chiese locali, cantando le lodi del Signore con un entusiasmo, una gioia, una devozione indescrivibili a parole.

Il primo a interessarsi di loro fu John Lomax, che ando' a registrare Estil e Lorna per la Biblioteca del Congresso nel 1937, seguito da Alan Lomax, che ne incise le ispirate canzoni nel 1941 e nel 1959.

L'effetto della loro musica e' impossibile da descrivere. E' come andare a messa in una piccola comunita' di campagna, una di quelle dove al termine del servizio religioso il parroco saluta i fedeli stringendo a tutti la mano, chiamandoli per nome con un caloroso sorriso.

A rispondere al richiamo di un appassionato del Village che ha pensato di dedicare un tributo a Estil e Orna sono stati musicisti country tradizionali e moderni. Tra gli altri il nostro amato Bonnie Prince Billy, Jolie Holland, Handsome Family, Jon Langford dei fantastici Mekons.

Le interpretazioni sono una piu' gioiosa, serena, ispirata dell'altra: sara' difficile scegliere poche tracce il giorno che mi capitera' di suonare questo disco a Prospettive Musicali.

La musica di Estil e Orna e' attualissima testimonianza di passione e saggezza. Face a frowning world e' un disco che commuove e fa riflettere sul senso dell'esistenza.

Commenti

Marco Reina ha detto…
Mi associo a te, Fabio: la Tompkins Square e' davvero magnifica.
Ancora non ho preso il tributo a E.C. Ball (rimediero'!) ma lo scorso anno sia "Fire In My Bones" (di cui tu anche parlasti) e l'album d'esordio dello straordinario Frank Fairfield sono finiti dritti nella mia personale lista dei migliori dischi del 2009.
Per restare in ambito "sacro", segnalo a te (te ne ho fatta fugace menzione a voce venerdi') ed ai tuoi lettori un interessantissimo LP appena pubblicato dalla Dust-to-Digital: "Jesus Christ From A to Z" opera del Reverendo Johnny L. Jones nonche' (cambiando completamente genere ma non ambito) il nuovo disco solista di Martin Rev (dei Suicide), "Stigmata".
Praise the Lord!
Fabio ha detto…
Quello che colpisce e fa pensare e' che chi vive in megalopoli, come te, me, i tipi di Tompkins Square, East Village Radio, Other Music, Dust-to-Digital (Atlanta: non New York e Londra ma pur sempre una grande metropoli) sentano il bisogno, la necessita' direi, di riscoprire un benzinaio della Virginia che insieme alla moglie prendeva la sua macchinina tutte le domeniche, caricandoci sopra chitarra e fisarmonica, e se ne andava a cantare inni religiosi in chiese di campagna.

Trovo bellissimo che alla fine qualcosa delle nostre origini contadine ci resti attaccato addosso anche dopo tanti anni, una specie di richiamo della foresta insopprimibile, che chiede di riscoprire valori semplici, comunitari, rurali come un bel pane e formaggio con un bicchiere di vino versato da una bottiglia senza etichetta.
Unknown ha detto…
eh eh Fabio verissimo..esempio: non ho mai ascoltato tanto i Tenores di Bitti come qui a Londra - ROOTS BLOODY ROOTS!
Fabio ha detto…
Sentiti qualche volta a Late Junction, peraltro.
Anonimo ha detto…
Laddove risulta chiaro come il concetto di "musica etnica" sia soltanto una falsante prospettiva, che nel mondo globalizzato e post-coloniale va a gambe all'aria ogni minuto. Ed ĆØ, artisticamente, favoloso: nel senso che sono piĆ¹ spiritualmente rock and roll Tinariwen dei Mars Volta.

E che il nuovo disco degli Shearwater fa davvero schifo.

JC disegna un paziente OT
Anonimo ha detto…
...con tanti saluti da un londrofilo che tuttavia non riuscirebbe mai a vivere in una megalopoli e sta per traslocare da un borgo di ottomila abitanti a uno di seicento :-)
Fabio ha detto…
Non sei affatto OT, anzi c'entri perfettamente il senso del post e lo ampli.

Non sono sicuro che non esista ancora una, eccellente, musica etnica, se per questo intendi "pura", non contaminata dalla musica occidentale/ moderna/ chiamiamola come vogliamo.

Le raccolte Sublime Frequencies sono un bell'esempio di incontaminazione, e le trovo assai piu' interessanti di tanta world music da cenetta milanese.

I Tinariwen sono bravissimi, ne abbiamo parlato tante volte. Quando poi pero' ascolti il Group Inerane, per dire, il sapore e' assai piu' interessante, arriva da piu' lontano, e' piu' "integrale" se si capisce cosa sto cercando di dire.
Fabio ha detto…
Elleeffe -

Il mio sogno, in pratica.
Unknown ha detto…
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