Charles Lloyd Quartet, Mirror (ECM, 2010)

E l'altra uscita ECM di quest'autunno che trovo assolutamente fantastica e' il nuovo lavoro del vecchio leone Charles Lloyd.

Music is a healing force, scrive Lloyd nella sua pagina web, it has the ability to transcend boundaries, it can touch the heart directly, it can speak to a depth of the spirit where no words are needed. It is a most powerful form of communication and expression of beauty.

Il saxofonista di Memphis, 72 anni portati assai bene, suonera' mercoledi' di settimana prossima qui al Barbican in occasione dell'imminente e da me molto atteso London Jazz Festival (da venerdi' 12 a domenica 21, in giro per Londra ma con gli eventi principali che si terranno al Barbican e al Southbank).

A partire dagli anni '50, Lloyd ha suonato con molti giganti del blues, del jazz e addirittura del rock e del pop: Howlin' Wolf, Cannonball Adderley, Herbie Hancock, Keith Jarrett, i Doors, Roger McGuinn, i Beach Boys di Surf's up.

Il suo stile, un crossover molto riuscito di post-bebop e soul-jazz con frequenti riferimenti free e improvvisativi, non si e' evoluto molto dagli anni '70, da quando cioe' scopri' la meditazione trascendentale, e la sua musica si fece particolarmente profonda e spirituale.

Riportato al centro delle scene da Michel Petrucciani all'inizio degli anni '80, ha in seguito inciso regolarmente per l'ECM. Questo e' il suo quattordicesimo lavoro pubblicato dall'etichetta di Monaco che qui in Engadina tanto amiamo.

Mirror, inciso con giovani musicisti tutti di colore (gli stessi con i quali incise un paio d'anni fa il pluripremiato Rabo de nube, sempre su ECM), e' un disco piuttosto vario, che alterna brani autografi a composizioni, tra gli altri, di Thelonius Monk e Brian Wilson (una versione di Caroline, no che fa accapponare la pelle). C'e' persino la recitazione di un frammento della Baghavad Gita, all'interno della traccia che chiude l'album.

Non ho ancora visto questo film, ma sono intenzionato a non perderlo quando passera' di qui. Intanto ascolto e riascolto questa musica che scalda il cuore. Come ebbe a dire Ornette Coleman, la musica di Charles Lloyd fornisce un contributo alla qualita' del vivere.

Che e' fatta anche di piccoli piaceri, come un sax ispirato che suona nel cuore della notte, mentre ci prepariamo a qualche ora di piacevole riposo.

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