Carlos (Olivier Assayas, 2010)
Film di tono molto diverso rispetto a Buongiorno, notte. Il linguaggio di Assayas si avvicina in questa biografia del terrorista internazionale Carlos al cinema di Soderbergh (al suo ritratto di Che Guevara, soprattutto).
Meglio precisare che del film ho visto la versione breve, quella di tre ore, e non quella integrale di cinque ore e mezza. Quindi posso parlare di quella. Di Carlos seguiamo le vicende che si svolgono nell'arco di due decenni: lo vediamo muoversi tra Parigi, Londra, Beirut, Damasco, Berlino, Tripoli, Khartoum. La storia e' quasi epica, costellata di personaggi che degli anni del terrorismo sono assurti a simboli (su tutte la spietata Gabriele Kröcher-Tiedemann della RAF, che con Carlos partecipo' all'assalto alla riunione dell'OPEC del 1975).
Si comprendono molte cose vedendo questo film, ma soprattutto colpisce il fatto che l'adesione di Carlos alla causa palestinese avvenga, sembra di capire, sulla spinta del fascino romantico per la vita avventurosa e le armi piu' che di motivazioni ideologiche profonde.
Straordinario come sempre nei film di Assayas l'uso della musica (i Feelies di Crazy Rhythms, i New Order di Movement, gli Wire di The ideal copy e una delle mie dieci canzoni preferite di tutti i tempi).
Post (un po' veloce, lo so, ma sto uscendo, magari domani ne scrivo la versione 2.0) dedicato agli spettatori delusi.
Meglio precisare che del film ho visto la versione breve, quella di tre ore, e non quella integrale di cinque ore e mezza. Quindi posso parlare di quella. Di Carlos seguiamo le vicende che si svolgono nell'arco di due decenni: lo vediamo muoversi tra Parigi, Londra, Beirut, Damasco, Berlino, Tripoli, Khartoum. La storia e' quasi epica, costellata di personaggi che degli anni del terrorismo sono assurti a simboli (su tutte la spietata Gabriele Kröcher-Tiedemann della RAF, che con Carlos partecipo' all'assalto alla riunione dell'OPEC del 1975).
Si comprendono molte cose vedendo questo film, ma soprattutto colpisce il fatto che l'adesione di Carlos alla causa palestinese avvenga, sembra di capire, sulla spinta del fascino romantico per la vita avventurosa e le armi piu' che di motivazioni ideologiche profonde.
Straordinario come sempre nei film di Assayas l'uso della musica (i Feelies di Crazy Rhythms, i New Order di Movement, gli Wire di The ideal copy e una delle mie dieci canzoni preferite di tutti i tempi).
Post (un po' veloce, lo so, ma sto uscendo, magari domani ne scrivo la versione 2.0) dedicato agli spettatori delusi.
Commenti
Che poi Assayas abbia voluto dare una nota romantica al personaggio, forse. Devo ancora vedere il film. Pensa che avevo preso i biglietti per la versione di cinque ore un paio di settimane fa, ma l'ho saltata e sono andata a vedere il film sui monaci di Thiberine, che ti consiglio. Personalmente l'ho trovato un po' troppo spirituale, ma non privo d'interesse.
Lo sto aspettando. Lo hai visto al London Film Festival? Com'e' stato accolto?
Rose -
Il mio contatto con l'Italia oggi e' stata una telefonata al mio babbo:
"Papa' sei riuscito a prendere l'appuntamento con lo specialista?"
"Si' vado il 20 luglio"
"Il 20... novembre?"
"No, il 20 luglio. La centralinista ha detto che se voglio anticipare posso andare anche la settimana prossima, in privato, pagando 300 euro".
L'Italia che mi arriva qui a Londra e' questa.
- "of gods and men" e' stato molto ben accolto anche se il Q&A come tutti i Q&A e' stato patetico. in Francia siamo gia' a due milioni di entrate. E qui il film non e' manco uscito ..ah ah ah..comunque ci sono delle scene che sono un po' troppo ruffiane e sono poco religiosa per apprezzarlo al 100%.